2030, l’idrogeno sarà utile per la mobilità
Come viaggeremo nel 2030?
A sentire l’ing. Yoshikazu Tanaka, uno dei responsabili del reparto Ricerca e Sviluppo della Toyota, l’idrogeno, fra dieci anni, sarà il carburante del futuro. “Noi sviluppiamo l’auto ad idrogeno perché siamo convinti che la possibilità di produrre questo combustibile da diverse fonti e l’efficacia con cui riusciamo ad utilizzarlo per le auto, i bus ed anche i camion rappresenti un’opportunità da offrire al mercato”. “L’auto ad idrogeno, sempre nel 2030, avrà raggiunto la parità di costo rispetto a quella ibrida – ha spiegato Didier Stevens di Toyota Europa – garantendo così prestazioni e semplicità d’impiego identiche”.
Ma anche tredici multinazionali tra cui Bmw, Honda, Daimler, Hyundai e la stessa Toyota sono pronte da alcuni anni ad enormi investimenti (10 miliardi di euro nei prossimi 5 anni) per rilanciare questo carburante super pulito.
Le Olimpiadi di Tokyo (…anche se si parla di uno scivolamento di data per la pandemia) saranno un’occasione per mostrare come l’idrogeno possa diventare il nuovo combustibile chiave per la mobilità. Sono stati stanziati 350 milioni di euro per la realizzazione di 35 stazioni di rifornimento.
Il principale vantaggio dell’auto ad idrogeno è quello di non produrre alcun gas serra dato che dallo scarico della vettura fuoriesce solo vapore acqueo. Numerose case costruttrici hanno realizzato vetture con questa alimentazione come Bmw Hydrogen7, presentata nel 2001 (l’abbiamo guidata da Verona all’aeroporto di Monaco di Baviera dove esisteva l’unica stazione di servizio in Europa), Volkswagen Golf Hymotion, 136 cv di potenza e autonomia di 500 km, Hyundai ix35 e Nexo (la prima immatricolata in italia nel marzo 2019, prezzo 69.000 euro), Mercedes Necar 1, HOnda FCX (34.000 euro), Audi H Tron, vista a Detroit nel 2016, GM Electrovan, primo veicolo della storia ed anche Renault mentre la Mercedes GLC F-Cell viene proposta per ora con la formula del noleggio con un canone mensile in Germania e in Giappone.
Per Papa Francesco durante il suo ultimo viaggio apostolico in Giappone, Toyota aveva allestito una Mirai in versione papamobile.
Nell’ultimo Salone di Los Angeles, aveva attirato l’attenzione la nuova generazione di Toyota Mirai primo modello ad essere entrato in listino, prezzo sui 78.600 euro in Europa. Rispetto a quella originale, dal design bizzarro ora è più filante con lunghezza di 4,89 m. La plancia con uno stile minimal, schermo da 12″3, strumentazione digitale, spazio per cinque. Nata sulla piattaforma modulare TNGA (Prius e condivisa con Lexus), autonomia di 650 km.
In Italia l’idrogeno potrebbe arrivare a coprire quasi un quarto della domanda totale di energia entro il 2050 secondo uno studio Snam-McKinsey. “Dobbiamo avviare nel nostro Paese un’azione concreta e rapida per realizzare con l’idrogeno gli stessi risultati che abbiamo ottenuto con l’eolico” – ha evidenziato il premier Giuseppe Conte presenziando
alla conferenza The Hydrogen Challenge svoltasi a Roma nel 2019.
L’investimento di Eni in decarbonizzazione, economia circolare e rinnovabili sarà di 3 miliardi di euro nei prossimi anni. Dunque l’idrogeno, come vettore energetico, si accinge a vivere un rilancio nel mondo. Era diventato popolare all’inizio del nuovo millennio con il besteller di Jeremy Rifkin “The Hydrogen Econonomy” che lo promosse come una soluzione ai problemi energetici del globo terrestre. Ad oggi l’idrogeno nel 98% dei casi si produce dal metano: 70 milioni di tonnellate l’anno. Altro sistema di produzione l’elettrolisi. Oggi circolano circa 13 mila ad auto ad idrogeno ma questo combustibile alimenta il treno lanciato dalla francese Alstom, alcuni traghetti nelle isole Orcadi nel nord della Scozia. Staremo a vedere.
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