Mercato italiano dell’auto, un giallo tutto da svelare (e senza colpi di scena!)
Se il 2024 fosse un film, il mercato automobilistico italiano sarebbe il protagonista di un giallo, con titoli in prima pagina che gridano a scandali inesistenti e colpi di scena costruiti ad arte. Ma oggi grazie all’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), riusciamo ad avere una lettura più lucida e meno sensazionalistica dei fatti, grazie a un comunicato stampa sull’analisi dei prezzi delle autovetture per l’anno 2024.
Partiamo dai numeri che, si sa, raramente mentono. L’UNRAE ha rettificato alcune interpretazioni distorte Prima di tutto l’errato dato sull’incremento del fatturato che è cresciuto dello 0,3 per cento (da 46,79 miliardi a 46,91 miliardi), altro che il proclamato +3 per cento. Anche nel calo delle immatricolazioni sembra siano stati forniti dati non corretti: per UNRAE sarebbe dello 0,5 per cento (da 1.566.521 a 1.558.704), non l’1 per cento annunciato. Infine, non sarebbe vero che il prezzo delle vetture sarebbe mediamente aumentato di mille euro, ma solo di 228.
Insomma, UNRAE dichiara che parlare di “crolli” o “speculazioni” è quanto meno esagerato. Inoltre, l’analisi del prezzo medio totale spesso citata come prova di un mercato fuori controllo, sarebbe in realtà fuorviante. Questo valore, infatti, varia in base a fattori come i segmenti e i canali di vendita: il passaggio ipotetico dalle utilitarie alle supercar, per esempio, farebbe salire il prezzo medio senza alcun reale aumento dei listini.
Uno dei punti caldi è il presunto calo degli sconti. In realtà, spiega l’UNRAE, la diminuzione del canale di noleggio a lungo termine, noto per gli sconti elevati, ha semplicemente abbassato la media ponderata degli sconti complessivi. Non avrebbe quindi nulla a che vedere con una riduzione delle offerte al pubblico privato.
Nel comunicato stampa, UNRAE elenca nel dettaglio le variazioni dei prezzi medi nel canale privati tra 2023 e 2024.
Segmento A: Berlina -0,5%, SUV -3,4%
Segmento B: Berlina +0,1%, SUV +0,7%
Segmento C: Berlina -1,1%, SUV +0,5%
Segmento D: Berlina -0,8%, SUV -5,3%
Segmenti E/F: Berlina -14,2%, SUV +1,2%
MPV: -6,7%
SW: +8,8%
Sportive: +17,3%.
Dunque, parlare di un mercato omogeneamente più caro non solo è impreciso, ma per UNRAE ignora le variazioni positive in alcuni segmenti e il calo in altri.
Analizzando un orizzonte più ampio, è vero che i prezzi sono aumentati, ma le ragioni sono solide. Non si tratta di speculazioni, ma di trasformazioni profonde nel prodotto automobile. Nell’ambito di sicurezza e tecnologia dispositivi come gli ADAS e sistemi di infotainment hanno rivoluzionato l’auto rispetto a soli cinque anni fa. In merito ai costi produttivi, occorre considerare che energia, materie prime e logistica hanno subito rincari vertiginosi negli ultimi tempi. Infine, la domanda cambia, con i consumatori che scelgono sempre più i segmenti superiori.
Insomma, se stavate pensando che le case automobilistiche siano i “cattivi” del giallo, per UNRAE forse è il caso di cambiare idea e – come affermava Agatha Christie, una delle più grandi gialliste della storia – la verità è spesso più banale di quanto appaia. E per UNRAE, nel caso del mercato auto italiano, probabilmente anche meno drammatica!
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