MERCATO – Auto del futuro o futuro senza auto?

Il 2061. Un anno che oggi sembra appartenere alla fantascienza. In un contesto in cui tecnologia, sostenibilità e preferenze dei consumatori si intrecciano, proviamo a immaginare come sarà il panorama delle quattro ruote tra quattro decenni, dando per scontato che le auto piacciano ancora agli esseri umani e che gli esseri umani non si siano estinti per guerre o cambiamenti climatici.

Prepariamoci: il viaggio è pieno di curve, ma anche di belle speranze.

Immaginiamo di entrare in una concessionaria nel 2061: ce ne saranno ancora o tutte le vendite saranno effettuate on line? Va beh, ipotizziamo che gli showroon ancora esistano, e pertanto quali saranno le auto esposte? Una gamma di veicoli che mescolano lusso minimalista e tecnologia spaziale. Le preferenze dei clienti si orienteranno su modelli completamente personalizzabili, grazie a piattaforme modulari. Ogni auto sarà progettata per adattarsi alle necessità individuali: dalla configurazione degli interni alle specifiche tecniche.

Il concetto di proprietà tradizionale sarà superato. Gli italiani opteranno per abbonamenti flessibili che permettono di scegliere il veicolo più adatto per ogni esigenza, dalla city car ultracompatta al SUV da avventura. Secondo le previsioni del Centro Statistiche Asimov (il CSA, che ancora non esiste, ma sarà presto creato), il 78 per cento delle auto circolanti sarà condiviso attraverso piattaforme di mobilità on-demand.

In termini di design, le linee saranno influenzate da principi di aerodinamica avanzata e materiali intelligenti. La carrozzeria cambierà colore a comando, mentre gli interni offriranno esperienze immersive grazie a interfacce olografiche e assistenti vocali basati su intelligenza artificiale.

Se oggi il motore elettrico rappresenta l’avanguardia, nel 2061 potrebbe essere superato da tecnologie ancora più efficienti e sostenibili, vivremo in un’era post-elettrica. Gli esperti del CSA prevederanno una diversificazione delle alimentazioni. Innanzitutto finalmente avremo l’idrogeno verde: la sua filiera sarà ormai matura, con il 50 per cento delle nuove immatricolazioni che utilizzeranno celle a combustibile alimentate da idrogeno prodotto esclusivamente da fonti rinnovabili. E poi i biocarburanti sintetici, ideali per veicoli ad alte prestazioni e per mantenere in vita l’iconico parco auto d’epoca italiano. E ancora, le batterie a stato solido: con autonomie di oltre 2 mila chilometri e tempi di ricarica inferiori ai 10 minuti, queste batterie rappresenteranno un pilastro tecnologico. E che dire dei sistemi solari integrati? Molti veicoli saranno equipaggiati con pannelli solari ultraleggeri e ultrasottili ad altissima efficienza, capaci di alimentare le funzioni base dell’auto e ridurre ulteriormente l’impatto ambientale.

Nel 2061, il mercato italiano dell’auto sarà popolato da protagonisti noti e da nuovi attori. Stellantis (o chissà come si chiamerà allora…) tornerà a svolgere un ruolo centrale, grazie a nuovi manager e a una strategia incentrata su innovazione e produzione locale. I marchi italiani, come Ferrari e Lamborghini, evolveranno in icone di lusso sostenibile, offrendo supercar a zero emissioni che manterranno l’essenza del Made in Italy.

Accanto a loro, giganti tecnologici come Tesla, Apple e aziende cinesi si contenderanno il mercato con soluzioni di mobilità sempre più integrate e interconnesse. Anche alcune startup italiane giocheranno un ruolo cruciale, specializzandosi in nicchie come il restauro elettrico di auto classiche, nuove e impensabili forme di noleggio a ogni termine, o sviluppo di sistemi di guida autonoma avanzata.

La guida autonoma sarà una nuova normalità: sempre secondo il CSA, il 90 per cento dei veicoli sarà completamente autonomo, senza la necessità di un conducente umano, neppure solo per controllare. La guida manuale diventerà un’attività ricreativa, praticata in circuiti privati o su strade dedicate. Gli italiani, da sempre appassionati del piacere di guida, manterranno viva questa tradizione grazie a eventi e raduni vintage. La guida autonoma porterà benefici enormi: riduzione degli incidenti stradali del 99 per cento per le auto che la adottano, ottimizzazione dei flussi di traffico e maggiore inclusione per chi oggi non può guidare, come anziani e disabili.

La micromobilità urbana potrebbe affrontare ostacoli significativi entro il 2061. La sovrappopolazione delle città e la gestione inefficace dei dispositivi, come monopattini e biciclette condivise, potrebbero trasformare i centri urbani in giungle congestionate. Alcuni esperti ipotizzano che una cattiva regolamentazione e la scarsa manutenzione potrebbero rendere questi mezzi meno sicuri e meno attrattivi per gli utenti.

Inoltre, l’abuso di veicoli a bassissimo costo e la concorrenza sfrenata tra operatori potrebbero portare a un eccesso di offerta, con conseguenti problemi di abbandono e spreco. Senza interventi mirati per garantire infrastrutture adeguate e una gestione sostenibile, la micromobilità diventerà un capitolo mancato nella transizione verso un futuro urbano più verde.

Nel 2061, i mezzi pubblici saranno il cuore pulsante della mobilità urbana, integrati in un ecosistema tecnologico avanzato. Autobus, tram e treni saranno completamente autonomi e alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili, garantendo spostamenti sostenibili e sicuri. Unico neo, saranno praticamente blindati per evitare che la microcriminalità – vera piaga urbana dell’epoca – li danneggi e ne impedisca il servizio.

Grazie all’intelligenza artificiale, i mezzi pubblici saranno in grado di adattarsi in tempo reale alle esigenze dei passeggeri, modificando percorsi e orari in base al traffico e alla domanda, informando tempestivamente gli utilizzatori. Le stazioni diventeranno hub multifunzionali, offrendo servizi come spazi di co-working, aree di ricarica per dispositivi personali e negozi automatizzati.

Inoltre, i sistemi di pagamento saranno completamente digitali e integrati, consentendo agli utenti di accedere a tutti i mezzi di trasporto con un unico abbonamento universale, comodamente inserito nel chip sottocutaneo che tutti avremo e che conterrà ogni genere di informazione che ci riguarda. Questa rete intelligente ridurrà drasticamente i tempi di attesa e promuoverà una mobilità fluida e senza soluzione di continuità, trasformando il modo in cui viviamo le città.

Il mercato dell’auto italiano del 2061 sarà un mosaico affascinante di tecnologia, cultura e sostenibilità. Le auto saranno molto più di un mezzo di trasporto: diventeranno spazi personali, strumenti di connessione e simboli di un’era in cui mobilità e ambiente coesisteranno in perfetta armonia.

Tutto questo futuro ottimistico come un romanzo di Isaac Asimov potrà realizzarsi solo a condizione che i politici che guidano le potenze mondiali non decidano di annientarci tutti quanti con la solita guerra a livello planetario, nel qual caso ci troveremmo in un futuro negativo come nell’immaginario di Philip K. Dick… In ogni caso, prepariamoci: il viaggio verso il futuro è appena cominciato.

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