INTERVISTA – Franzetti: il dominio DS nell’ePrix? Un caso che andrebbe studiato
È il costruttore più giovane (è nato nel 2014) impegnato direttamente nella Formula E ed è anche il più vincente: ha vinto 16 dei 123 ePrix cui ha preso parte conquistando complessivamente 51 podi e, soprattutto, quattro titoli iridati, due a squadre e due per i piloti. Secondo Eugenio Franzetti, il manager italiano che da tre anni dirige la divisione Performance, quello della DS è un caso esemplare: “Credo sia quasi da studiare, sì”.
Come mai?
Il gruppo, all’epoca PSA, aveva creato un marchio con un posizionamento premium, naturalmente con una condivisione di piattaforme e motori, ma fin da subito con una gamma differente. Quasi simultaneamente è stato costituito il reparto motorsport e la scelta è stata di utlizzarlo come spinta per la comunicazione e la visibilità”.
E DS ha puntato sulla Formula E: soddisfacente?
“Siamo contentissimi. Sapendo che, all’interno del gruppo, DS sarebbe stato quello che avrebbe anticipato l’elettrificazione, la scelta è stata quasi scontata. È stato un passaggio estremamente interessante perché quando mi chiedono quanto incida il motorsport su immagine, ricerca e sviluppo, credo che DS sia un caso chiaro, che tra l’altro ci ha portati a essere il costruttore finora più vincente del mondiale elettrico”.
Possiamo andare un po’ più nel dettaglio?
“La Formula E ha contribuito molto sul fronte della ricerca e dello sviluppo: le esperienze accumulate con le monoposto Gen1 e Gen2 sono servite per sviluppare la gamma con la quale abbiamo presidiato finora il mercato, con la tecnologia ibrida e, con la DS 3, anche puramente elettrica”.
Adesso siamo arrivati alle Gen3 Evo, però.
“Ci arrivo, ci arrivo. Abbiamo lanciato la DS 8, che ha tutto nuovo, dall’architettura alla batteria, e che beneficia delle conoscenze che abbiamo accumulato proprio con la Gen3”.
E il ritorno di questi anni in Formula E?
“Per quanto riguarda l’immagine, gli indicatori sulla riconoscibilità ci dicono che in dieci anni il marchio è cresciuto tantissimo, considerando che è nato nel 2014. E anche per quanto riguarda la vendite siamo soddisfatti, ma è chiaro che se in due lustri perdi due anni per via della pandemia, per un costruttore ‘giovane’ significa molto”.
La Formula E è ancora molto indietro rispetto alla Formula, la supererà in futuro?
“Io credo che marceranno in parallelo. La F1 ha il suo posizionamento, molto chiaro. È planetario e più dedicato ai tifosi tradizionali e tradizionalisti del motorsport, mentre la Formula E è più innovativa, diversa, che cerca anche opzioni di intrattenimento differenti all’interno della stessa gara. Il mondiale elettrico ha però un pubblico più giovane e più femminile, meno legato alla tradizione del motorsport. Sono appassionati e interessati alla novità, che è quello che incarna la Formula E”.
Però la Formula E rincorre sempre la Formula 1…
“È un campionato che è appena entrato nella sua undicesima stagione… ci vuole tempo. In ogni caso ha già una notorietà mondiale ed è diffuso ovunque. Se ci fosse un ranking nel motorsport avremmo Formula 1 e MotoGP, e poi ci sarebbe la Formula E: in dieci anni non mi sembra poco”.
E l’Italia è uscita dal calendario…
“È uscita ed è un peccato, ma è in parte comprensibile perché credo si possa addebitare alla resistenza che il pubblico e i clienti italiani hanno ancora verso l’auto elettrica: non solo nel prodotto, ma anche nelle sue espressioni sportive. Il nostro Paese, però, è un mercato importantissimo e da italiano sostengo che dovremmo essere al centro delle manifestazioni più importanti”.
Ottimista o pessimista per un rientro?
“Per quest’anno non ci sono possibilità e mi pare difficile anche per la stagione dodici”
Quindi?
“La speranza è che rientri con le monoposto Gen4, che saranno auto ancora più spettacolari, con un’ulteriore crescita in termini di intrattenimento. L’Italia lo merita e il pubblico a quel punto sarà più interessato”.
Che cosa manca ancora alla Formula E?
“A mio avviso è già un prodotto estremamente interessante, diffuso, mondiale. Dobbiamo continuare a ‘coccolare’ il nostro pubblico e probabilmente corteggiare di più quello tradizionalista, perché il nostro è un campionato bellissimo da vedere, pieno di strategia”.
Torniamo alle monoposto Gen4, che debuetteranno nella stagione 13.
“Con le loro prestazioni mostruose potranno sedurre tutti. Gli ingegneri e i tecnici hanno subìto il fascino della Formula E: già i bolidi attuali sono sofisticati in un modo pazzesco”.
Sentiamo, quali sono queste prestazioni terrificanti?
“Ci saranno momenti in cui le monoposto potranno impiegare 600 kW: 250 davanti e 350 sulle ruote posteriori, vuol dire più di 800 cv in totale. A quel punto, con un peso che immagino sarà attorno agli 8/900 chili immagina che cosa sarà… con un rapporto peso-potenza di un chilo a cavallo. Ed è una monoposto che richiede un tipo di gestione diversa e molto efficace. E poi la trazione integrale cambia le dinamiche di guida…”.
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