SCENARIO – Più che frenare, il mercato dell’auto parcheggia a tempo indeterminato
Ormai lo hanno scritto tutti e ognuno l’ha commentato in modo diverso: il 2024 per il mercato dell’auto in Italia si chiude con un colpo di tosse e il motore che fatica a girare. In attesa degli ormai imminenti dati di vendita di gennaio, vale la pena ritornare sul risultato del 2024: le immatricolazioni si fermano a poco meno 1 milione 559 mila, giusto un filo sotto il 2023 (-0,5%), ma se si guarda al 2019 la batosta è bella pesante: un bel -18,7% e oltre 358 mila auto che semplicemente… non ci sono.
Dicembre, poi, ha pensato bene di peggiorare il quadro, registrando un bel -4,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le concessionarie hanno fatto il possibile con incentivi e super offerte, ma pare che gli Italiani abbiano preferito tenersi stretti i loro euro, forse per il caro vita, forse per aspettare che le auto inizino a volare – che è più probabile rispetto a un calo dei loro prezzi.
Eppure, in mezzo a tutto questo rallentamento, c’è una certezza assoluta: la Fiat Panda continua a dominare il mercato con un pelo meno di 100 mila immatricolazioni. Insomma, se c’è una cosa su cui gli italiani non transigono, è avere una Panda in strada. Segue la Dacia Sandero (60.380 unità) confermando che quando si tratta di scegliere un’auto, la parola d’ordine è “pratica ed economica” – lusso e sfizi possono aspettare tempi migliori.
Morale della favola? Il mercato auto è ancora in modalità “risparmio carburante” e chissà quando tornerà a pieno regime. Nel frattempo, la Panda nessuno sembra poter insidiare il prima della regina indiscussa da ormai molto tempo, la Panda!
Prezzi su, consumi giù: il perfetto equilibrio… al contrario
L’andamento del mercato dell’auto si inserisce in un quadro economico tutt’altro che brillante. Lo racconta bene Gian Primo Quagliano nel suo report mensile “Dati e analisi” edito dal Centro Promotor. Per Quagliano il rallentamento dei consumi è ormai un dato strutturale: a novembre le vendite al dettaglio hanno subito una contrazione sia per i beni alimentari sia per quelli non alimentari, in valore e in volume. Parallelamente, i prezzi continuano la loro corsa al rialzo, con l’indice nazionale dei prezzi al consumo che segna a dicembre un incremento dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua.
Anche il commercio estero arranca, con le esportazioni in calo del 2,7% e le importazioni giù del 3,2% rispetto al novembre 2023. Un trend che conferma una dinamica di rallentamento globale che incide direttamente sulla manifattura italiana. La produzione industriale mostra segnali contrastanti: se il dato congiunturale di novembre segna un piccolo +0,3% rispetto a ottobre, su base annua il calo resta pesante (-1,5%), segnando il ventiduesimo ribasso tendenziale consecutivo.
Economia in terapia intensiva e il 2025 parte con il freno tirato
Gli indicatori di fiducia riportano un quadro frammentato. Da un lato, gli operatori del settore auto registrano un recupero in dicembre: l’indice del Centro Studi Promotor risale a quota 29,80 dai minimi annuali di novembre (25,70). Dall’altro, i consumatori appaiono sempre più sfiduciati. L’indice Istat del clima di fiducia cala da 96,6 a 93,3 punti, con un peggioramento delle attese economiche generali e personali. In particolare, si deteriorano le opinioni sul bilancio familiare e sull’opportunità di risparmiare, segnali chiari di un’incertezza che frena la propensione agli acquisti importanti, come l’automobile.
Se c’era bisogno di un termometro per misurare la temperatura dell’economia italiana, il mercato auto lo ha fornito con estrema chiarezza. La lieve crescita della produzione industriale e il saldo ancora positivo della bilancia commerciale rappresentano spiragli di luce in un panorama complessivamente grigio. Tuttavia, senza una ripresa decisa della fiducia dei consumatori e senza interventi mirati per sostenere il settore, il rischio è che il mercato rimanga bloccato in una fase di stagnazione prolungata.
Il 2025 si apre con molte domande e poche certezze. Gli incentivi all’acquisto basteranno a invertire la rotta? La transizione elettrica riuscirà a spingere il mercato? La risposta arriverà nei prossimi mesi, ma una cosa è certa: senza una spinta decisa, la ripresa rischia di restare solo una chimera.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!