INNOVAZIONE – Nel blu, dipinto di… idrogeno
L’idrogeno blu si propone come soluzione ponte nella transizione energetica del settore automotive. Nonostante i costi significativi questa tecnologia potrebbe facilitare il passaggio verso una mobilità più sostenibile, specialmente nel trasporto pesante
Nel contesto della transizione energetica, l’idrogeno blu si sta affermando come una soluzione intermedia tra i combustibili fossili e le energie rinnovabili. Questa tecnologia, che si basa sulla produzione di idrogeno tramite Steam Methane Reforming (SMR) con Carbon Capture and Storage (CCS), potrebbe rappresentare un’opportunità per il settore automobilistico, in particolare per il trasporto pesante e i veicoli commerciali.
Nello scenario H2E, che prevede l’adozione dell’idrogeno blu, si stima l’installazione di 21 GW di capacità produttiva entro il 2030, con un’espansione fino a 62 GW entro il 2050. Questo potrebbe facilitare la disponibilità di idrogeno per il settore automotive, contribuendo alla riduzione delle emissioni senza dover attendere la piena maturazione delle tecnologie a idrogeno verde.
Tuttavia, uno dei rischi principali associati all’idrogeno blu è il cosiddetto “effetto lock-in”: la dipendenza a lungo termine dal gas naturale potrebbe ostacolare il passaggio all’idrogeno verde, rallentando la completa decarbonizzazione del settore dei trasporti.
Implicazioni economiche per il settore auto
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda i costi della transizione. Secondo uno studio di settore, lo scenario basato esclusivamente su idrogeno verde con importazioni (GH2E) comporterebbe un incremento dei costi di sistema del 2,77% – circa 14 miliardi di euro all’anno – mentre lo scenario completamente autosufficiente (SSGH2E) comporterebbe un aumento del 3,36%: 17 miliardi di euro all’anno.
Nel settore automotive, questi costi potrebbero tradursi in prezzi più elevati per i veicoli a celle a combustibile (FCEV) e in una maggiore necessità di investimenti infrastrutturali per la distribuzione dell’idrogeno. Tuttavia, considerando la portata della trasformazione energetica, questi costi risultano relativamente contenuti rispetto ai benefici a lungo termine in termini di riduzione delle emissioni e indipendenza energetica.
L’impatto sulle rinnovabili e sulla mobilità
Per garantire una transizione efficace, sarà necessario un massiccio sviluppo delle energie rinnovabili. Nello scenario H2E, si prevede l’installazione di 2.284 GW di fotovoltaico, 570 GW di eolico onshore e 150 GW di eolico offshore.
L’esclusione dell’idrogeno blu richiederebbe un ulteriore incremento del 17% per il fotovoltaico e del 39% per l’eolico offshore. Questo pone una sfida importante per il settore automobilistico: senza un’adeguata espansione della produzione di energia pulita, l’idrogeno verde potrebbe non essere disponibile in quantità sufficiente a supportare un’adozione su larga scala nei trasporti.
L’importanza dello stoccaggio per il trasporto
Un elemento chiave per il successo dell’idrogeno nel settore auto è la capacità di stoccaggio. Secondo le previsioni, sarà necessaria una capacità di stoccaggio sotterraneo di circa 2,2 TWh entro il 2030, con una crescita fino a 50 TWh entro il 2050. Le caverne saline rappresentano una delle soluzioni più promettenti per immagazzinare idrogeno in grandi quantità, garantendo un rifornimento costante per le stazioni di rifornimento di idrogeno (HRS) destinate ai veicoli a celle a combustibile.
Conclusioni e prospettive future per l’automotive
Lo studio evidenzia alcune considerazioni fondamentali per il futuro del settore. L’idrogeno blu potrebbe facilitare la transizione verso un’economia dell’idrogeno, ma presenta rischi di dipendenza dal gas naturale. L’adozione dell’idrogeno nei trasporti richiederà ingenti investimenti infrastrutturali, sia per la produzione che per la distribuzione. Un sistema basato esclusivamente su idrogeno verde necessiterà di un’espansione massiccia delle energie rinnovabili e dello stoccaggio. La cooperazione tra governi e industria sarà essenziale per sviluppare un mercato dell’idrogeno competitivo ed efficiente.
Il settore automobilistico si trova dunque di fronte a una sfida cruciale: bilanciare le esigenze di decarbonizzazione con la necessità di infrastrutture affidabili e sostenibili. Il successo della transizione dipenderà dalla capacità di integrare le diverse tecnologie disponibili, sfruttando l’idrogeno blu come soluzione di medio termine senza compromettere gli obiettivi climatici a lungo termine.
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