ACCADDE OGGI – L’auto cinese che stupì Nixon
Nel suo storico viaggio in Cina nel 1972, il presidente USA non si aspettava di rimanere colpito da un’auto comunista. Eppure la Hongqi CA770, simbolo del lusso di Stato cinese, si rivelò all’altezza delle limousine occidentali
Se c’è una cosa che il presidente Richard Nixon non si aspettava durante il suo storico viaggio in Cina iniziato il 21 febbraio 1972, era di rimanere impressionato da un’automobile comunista. Eppure, appena atterrato a Pechino e mentre saliva sulla maestosa Hongqi (si pronuncia “hong-chi” e significa “Bandiera rossa”) il presidente USA dovette ammettere che i cinesi la sapevano già lunga in fatto di auto di rappresentanza.
La Hongqi CA770 – questo il nome completo del modello – era la punta di diamante dell’industria automobilistica cinese. Prodotta dalla First Automobile Works (FAW) di Changchun, rappresentava il massimo del lusso orientale su quattro ruote. Con i suoi imponenti 5,98 metri di lunghezza e 1,99 metri di larghezza, la limousine cinese non aveva nulla da invidiare alla Lincoln Continental che Nixon era abituato a utilizzare negli spostamenti statunitensi.
Mix di stili e tecnologia per l’auto di Stato cinese
Il design della vettura era un affascinante mix di stili: la parte anteriore si ispirava chiaramente alle Rolls-Royce degli anni Cinquanta con una caratteristica griglia cromata sormontata non dal classico Spirit of Ecstasy ma da una stilizzata bandiera rossa illuminata. La fiancata con le sue linee tese ricordava invece le limousine sovietiche ZIL, mentre il posteriore mostrava influenze delle Cadillac statunitensi.
Sotto il cofano, la CA770 nascondeva un poderoso motore V8 da 5,6 litri, capace di erogare 215 cavalli, più che sufficienti per muovere i suoi 2.700 kg di peso con la dignità richiesta da un’auto di Stato. L’interno era un trionfo di lusso comunista: legni pregiati, pelli raffinate e un sistema di aria condizionata che doveva fare i conti con l’ampio abitacolo.
La vettura era dotata di caratteristiche all’avanguardia per l’epoca: vetri elettrici, sedili regolabili elettricamente, un sistema di interfono per comunicare con l’autista e, naturalmente, un complesso sistema di filtraggio dell’aria per proteggere gli occupanti da eventuali minacce chimiche o biologiche.
Un’auto degna del presidente
La visita di Nixon – avvenuta un paio d’anni prima dello scandalo Watergate – segnò un progresso significativo nel processo di normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese. Fu la prima volta che un presidente statunitense si recò nel Paese, allora in forte contrapposizione con gli USA.
Durante il viaggio di Nixon, la Hongqi si dimostrò all’altezza del suo compito. Le sue sospensioni morbide assorbivano perfettamente le imperfezioni delle strade di Pechino, mentre l’isolamento acustico permetteva conversazioni riservate tra il presidente americano e i suoi ospiti cinesi.
La storia vuole che Nixon, abituato al lusso americano, rimase piacevolmente sorpreso dalla qualità della vettura cinese. Si dice che abbia commentato con Henry Kissinger: “Forse non condividiamo la loro ideologia, ma dobbiamo ammettere che sanno come costruire una macchina di rappresentanza”.
Lusso e diplomazia a braccetto
Oggi le Hongqi CA770 sono considerate preziosi pezzi da collezione. Ne furono prodotte solo 847 unità tra il 1966 e il 1981, destinate esclusivamente ai più alti funzionari del governo cinese e agli ospiti di Stato. La vettura che trasportò Nixon è ancora conservata nel museo della FAW a Changchun, testimone silenzioso di uno dei momenti più significativi della diplomazia del Ventesimo secolo.
Quella visita del 1972 non solo aprì la Cina al mondo occidentale, ma dimostrò anche che, quando si tratta di automobili di lusso, l’ideologia conta meno del comfort. E la Hongqi, con la sua bandiera rossa illuminata sul cofano, continua a rappresentare un affascinante esempio di come l’automobile possa essere strumento di diplomazia, oltre che mezzo di trasporto.
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