Addio Ivano Beggio, “inventore” dell’Aprilia

L’Ospite di Autologia: Beppe Donazzan, giornalista.

Se n’è andato Ivano Beggio, 73 anni, fondatore dell’Aprilia, uno dei marchi motociclistici più famosi al mondo.

“L’Aprilia cos’è? A tutti coloro che, ancora, me lo chiedono, rispondo che Aprilia  è un’azienda che ama sognare ma che subito dopo programma, investe e lavora in gruppo per realizzare il sogno”, mi disse Beggio in un’intervista. La formula di un successo planetario.

A percorrere la storia di questa piccola azienda, diventata realtà grande in nemmeno vent’anni, le parole di Ivano Beggio, il Presidente, agitatore di sogni, assumono valore particolare.

Successi sportivi e crescita da Guinness dei primati: 180 miliardi delle vecchie lire nel 1992; 590 nel 1995; oltre 1000 miliardi nel 2000. Per Aprilia Sport&Produzione sono legati indissolubilmente, filosofia impressa soltanto nei marchi-mito delle competizioni motoristiche. A due e quattro ruote. Come la Ferrari.

A metà degli Anni Ottanta Ivano Beggio chiese ad alcuni analisti della Bocconi di Milano di analizzare il futuro, di scoprire se ci fosse spazio per un nuovo costruttore di motociclette che non fosse giapponese. Gli avevano consigliato di cambiare strada.

Beggio non li ascoltò. Rivoluzionò il mondo degli scooter con i colori, decise la sfida della pista scoprendo i più grandi talenti, Max Biaggi e Valentino Rossi, tanto per citare due nomi. L’Aprilia diventò tanto grande da battere e far piangere i costruttori giapponesi. Poi a metà del Duemila la cessione al Gruppo Piaggio.

Ma questa è un’altra storia.

 

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