ALONSO-HAMILTON, la solitudine dei numeri uno

Fuoriclasse unici nel loro genere, due cavalieri dell’asfalto tanto fenomenali quanto diversi, che con le proprie gesta hanno tracciato strade sempre più distanti tra loro, per due carriere che sono giunte ormai agli ultimi capitoli.

Oggi, Lewis scende in pista per cercare di aggiudicarsi l’ottavo titolo mondiale, Alonso lotta come un leone per una quindicesima posizione: due storie diametralmente opposte, con un principio comune, da compagni di squadra.

Dopo il titolo mondiale-suicidio del 2007, Lewis e Fernando hanno intrapreso percorsi profondamente opposti, accomunati dallo sconfinato talento e passione. È giunto il momento, a 14 stagioni da Interlagos 2007, di pesare il fascino di queste due leggende scritte da autori sublimi, non considerando il solo palmares, ma il numero di emozioni che hanno saputo generare.

Il freddo confronto in numeri sarebbe impietoso: Lewis è il pilota più vincente nella storia della Formula 1, con 96 vittorie, 98 pole position e 7 Corone iridate, come Michael Schumacher; la domanda che tutti prima o poi si sono posti è scontata e semplice: Hamilton vale 5 titoli mondiali più di Alonso? Neppure la mamma di Lewis risponderebbe sì. Campione unico, esaltante come pochi, capace di sorpassi mozzafiato e rimonte impronosticabili, Fernando è tra i più grandi di tutti i tempi per talento e temperamento. Dal giorno in cui Senna ha raggiunto il Cielo, nessun pilota ha saputo, nel corpo a corpo, far esaltare gli appassionati come Alonso: un inimitabile animale da gara.

La grandezza di Lewis, invece, sta nell’aver rasentato la perfezione innumerevoli volte, sfoggiando qualità da semidivinità, come baciato dal cielo: gare leggendarie, capolavori strategici, miracoli su piste allagate e giri da qualifica, appunto, alla Ayrton Senna. Ciò che rende Alonso e Hamilton così diversi è quindi rappresentato dalle decisioni: ciò che scegli è ciò che diventi. L’incapacità decisionale di Fernando l’ha indotto a rifiutare sedili presto dominanti (Red Bull prima dell’era Vetteliana) o accettare offerte rivelatesi posteriormente umilianti (le ultime 4 stagioni in McLaren), il tutto condito dalla straordinaria e al tempo stesso struggente esperienza in Rosso. Mentre Alonso era in preda a tormenti e frustrazioni, Hamilton elevava se stesso a un livello superiore: dopo la cocente delusione del mondiale 2016, Lewis è diventato un pilota nuovo, di una costanza e impeccabilità fuori dal comune… dal 2017 in poi, Lewis è risultato imbattibile, a discapito, soprattutto, di un Sebastian Vettel incapace di reggere la sfida, nonostante Ferrari iper competitive tra le proprie mani.

Oggi abbiamo il privilegio di riaverli entrambi in pista, per una stagione che si preannuncia spettacolare per svariati motivi, ma la magica speranza è che il Cielo e la rivoluzione regolamentaria ci regali nuovamente, nel 2022, selvaggi duelli tra Lewis e Fernando, gli eroi del vento. (Foto: automotorinews)

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