“Amilcare Ballestrieri….Belin che artista”

La recente festa a sorpresa, organizzata per gli 80 anni del noto pilota sanremese Amilcare Ballestrieri, è diventata quasi un evento rallystico. Tra gli oltre 150 ospiti, c’erano gli attori più noti della scena rallystica degli anni 70′ e 80′. Piloti, navigatori, direttori sportivi, meccanici, giornalisti, semplici amici, che hanno dimostrato il loro affetto ad un incredulo e commosso Amilcare. Qualcosa di sicuramente straordinario, osservando quali sono i rapporti umani tra i piloti di oggi, di qualunque categoria, dalla pista ai rally.
Nella storia delle corse automobilistiche, alcuni piloti sono diventati leggendari, per le loro imprese epiche, svolte in un epoca in cui chi correva in automobile era già comunque un eroe, vedi Nuvolari, Ascari e Fangio. I piloti moderni diventano famosi a suon di vittorie, hanno milioni di followers che li invidiano per i loro soldi, per i loro yachts  e per le loro donne. Saranno dimenticati subito, quando non saliranno più sul podio e gli sponsor li abbandoneranno. Pochi  i casi di quelli che sono rimasti dei miti, qualche volta anche per il loro tragico destino: Alboreto, Villeneuve, Senna e Schumacher.
Il successo pubblico di Hamilton e Vettel non dipende dalla loro personalità, ma dalla capacità degli addetti stampa di ricollocarli nei network giusti, dopo le loro vittorie. Raro è il caso di Valentino Rossi, ma quello delle due ruote è un mondo con una diversa umanità, vedi l’intramontabile Giacomo Agostini.
Tra i piloti di oggi l’antagonismo è esasperato, non c’è voglia e interesse di fare gruppo, di fare amicizia. Qualche sorriso e qualche spruzzo di champagne sul podio e poi tutto finisce lì, ognuno nel suo albergo e guai a farsi vedere in giro. Questo vale anche per i piloti dei rally, che invece una volta, dai mostri sacri del mondiale a quelli più “umani” dei campionati nazionali, erano famosi tanto per le loro vittorie quanto per le loro scorribande, anche notturne. Una sana voglia di stare insieme, condividendo una passione, fatta di rischio, ma anche di tanti momenti di evasione.
Alla festa di Amilcare si è respirata ancora questa umanità. Sicuramente ha contribuito il “personaggio Ballestrieri”, che con la sua semplicità, la sua ironia e la sua saggezza ha saputo conquistarsi la stima dei compagni di squadra, il rispetto degli avversari e l’affetto dei tifosi. Chi non ha potuto partecipare ha voluto comunque comunicare con lui. Luca Montezemolo ha trovato il tempo, durante  il consiglio d’amministrazione Alitalia, per fargli un’affettuosa telefonata ricordando i bei tempi in cui erano compagni di squadra in Lancia. Cesare Fiorio, dalla Puglia, ha ribadito ad Amilcare che lui era stato un pilota determinante per i successi della squadra HF.
Sono arrivati a Sanremo per festeggiarlo, i suoi compagni di squadra e navigatori della Lancia, dell’Alfa Romeo e della Opel , per le quali è stato portacolori, vincendo gare prestigiose come il rally di Sanremo, la Targa Florio e il Campionato italiano nel 73′.  Ma anche tanti avversari, hanno voluto esserci per dimostrargli la propria ammirazione.
In un libro, il cui titolo identifica il personaggio, la sua natura e le sue origini liguri “Amilcare Ballestrieri….Belin che artista” , sono state raccolte le testimonianze di tutti quelli che hanno vissuto le avventure e le imprese di Amilcare, da dentro e da fuori dell’abitacolo, lungo le strade che l’hanno visto impegnato prima in sella alla MotoBi, poi alla guida della Fulvia, della Stratos, dell’Alfetta GT e della Kadett.  Tanti aneddoti e curiosità che spiegano quale umanità e spirito d’amicizia ci fosse in quei tempi indimenticabili.
Da non perdere.

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