Analisi critica della Ford Mustang MACH-E GT: quando l’elettrica entusiasma

Una volta si diceva fatta l’Italia bisogna fare gli italiani. Adesso si può dire fatta l’auto elettrica, bisogna fare la mobilità elettrica. Perché costruire una vettura, ad alte prestazioni, per giunta, è relativamente facile. Anzi, si risparmiano pure pezzi rispetto a una tradizionale termica. Il problema, poi, sta nelle infrastrutture inesistenti, nei tempi di ricarica e nelle colonnine ad alto Kw che costano anche 150 mila euro e in giro non se ne vedono tante. E allora, tuffiamoci nella vettura elettrica ad alte prestazioni che è reale, tangibile e guidabile.

Perché poi la guardi, l’analizzi. Ci giri intorno alla scoperta dei segreti e poi ti chiedi: ma è veramente tutta elettrica? Perché di fronte a Ford Mustang Mach -E GT i dubbi vengono e sono pure tanti. La linea è moderna, filante ed elegante per un SUV di quelle dimensioni. Gli interni sono rifiniti bene, materiali di pregio e accostamenti eleganti. Lo spazio, poi, enorme e disponibile sia per i passeggeri sia per il vano bagagli. Poi accendo il quadro, vedi l’enorme schermo centrale con tutte le funzioni, metti il cambio in D girando la rotellina a centro consolle e vai. Premi il pedale dell’acceleratore e ti senti fiondato nel futuro.

Il sibilo fa molto film di fantascienza, ma poi arriva una spinta dietro la schiena che lascia senza parole. La motricità elettrica da 487 CV e da 0 a 100 all’ora in tre secondi e sette decimi è vera, reale, non si inventa niente. E’ tutto sotto quel cofano di Mustang Mach -E GT e con la coppia di 860 Nm a disposizione, un valore mostruoso per qualsiasi altra vettura tradizionale, si ha coppia e guidabilità come non mai. Riassumendo, la mobilità elettrica è di là da venire, ma fare le auto elettriche è già realtà.

Più facile costruire una vettura, ricca di dotazioni e contenuti, piuttosto che modificare in sana pianta un concetto generale. Ford è riuscita a mostrare che si possono fare vetture di questo livello, riservate a pochi e con tutti gli elementi disponibili, dalla sicurezza al confort, dai contenuti alle rifiniture. Il problema? Che se avessero deciso di fare questa Mustang Much – E con un motore tradizionale, Ford sarebbe stata travolta dal successo di vendite. Ovvero, sembra quasi un peccato dover avere una simile bellezza relegata alla sola motorizzazione elettrica. Un esercizio di stile, forse, di esasperazione di quanto è possibile fare con i motori elettrici. Di sicuro Mustang Mach – E GT merita molto ma molto di più dei numeri da pochi intenditori che l’avranno.

Perché di fronte a certi risultati, non si può che apprezzare il prodotto, anche se la massa è tale che in curva chiede cautela (i 25 quintali si sentono), se arrivi in frenata al tornante, devi ringraziare Brembo per l’impianto che controlla una mole simile, la trazione integrale che ti toglie dai guai all’occorrenza e la sicurezza di base che ti permette di godere di certi ritrovati tecnologici. Dotata di una batteria extended range da 88 kWh (utilizzabili) di serie, la Mustang Mach-E GT consente una guida sportiva, con un’autonomia fino a 500 km tra una ricarica e l’altra.

E la possibilità di ricaricare con una potenza fino a 150 kW consente di ottenere una media di 99 km di autonomia con soli 10 minuti di ricarica e di passare dal 10% all’80% della capacità della batteria in circa 45 minuti. Il tutto a un prezzo di circa 75 mila euro, 6700 in più della versione standard. Nemmeno troppo viste le prestazioni. Ma resta il dubbio: perché un gioiellino così farlo solo elettrico? Perché le Case sono obbligate da questa rivoluzione calata dall’alto e non scelta dal mercato, ovvero dalla base.

E si sa che le rivoluzioni, per funzionare, devono partire dal basso per cui obbligare le Case a questi investimenti e a produrre vetture del genere, potrebbe essere il suicidio dell’industria automobilistica con migliaia di persone lasciate a casa senza lavoro. Dal problema ambientale a quello sociale, il passo potrebbe essere breve.

Una volta messisi al volante tocca poi alla vettura fare il resto. Le accelerazioni brucianti non lasciano spazio al dubbio: è un missile con tanta coppia e prestazione. Il problema, semmai, è saperla controllare perché quando arrivi in curva non è che ti attacchi al cambio in scalata e freni, qui devi dedicare tutta l’attenzione a San Brembo che ci mette una pezza con l’impianto frenante da Gran Premio. Perché i 25 quintali ci sono tutti, il peso delle batterie lo senti in appoggio e nella tenuta di strada e quel sibilo pronto, con una risposta al pedale dell’acceleratore bella pimpante, fa sì che queste auto siano dedicate a chi ha una idea ben precisa di cosa sono i limiti e di come guidare certi mezzi.

Occorre anzi ripensare la guida in senso lato, servirebbe una autoscuola dedicata per capire come usare una elettrica, che rispetto alla tradizione è ben altra cosa. Per tenuta di strada dovuta al peso, per le prestazioni e la mancanza di sistemi tradizionali, come scalata e freno motore, praticamente inesistenti qui. Il risultato totale è bello gradevole, forse troppo. Se non fosse per quel sibilo nelle orecchie che fa tanto risonanza magnetica in ospedale e qui, sui campi magnetici, sarebbe il caso di approfondire la cosa visto che degli inquinanti allo scarico si sa tutto o quasi, nel campo dell’elettrico è tutto nuovo.

Risultato finale? Una bomba d’auto, bella e spaziosa, rifinita bene con tatto e classe, prestazioni da gran turismo in un vestito da Crossover o Suv chiamatela come vi pare. Tanta roba e 500 km di autonomia. Che sono tanti e pochi, dipende da come la si usa e per cosa serve. Ford ha mostrato che si possono fare auto elettriche di alto livello, che ci sia una mobilità elettrica in grado di farle usare al meglio, quello un altro discorso.

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