Annunci sullo stop ai diesel: teatrini di persone incompetenti e a tutt’altro interessate

La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha annunciato che dal 2024 saranno vietate le vetture diesel nel centro di Roma. Lo ha detto a un vertice sull’ambiente di Città del Messico al quale ha partecipato mentre nella sua città venivano chiuse le scuole per una nevicata che è servita appena a imbiancare la capitale senza tuttavia riuscire a nascondere i cumuli di immondizia che fanno ormai parte del panorama romano.

A parte la botta di ottimismo preelettorale che ha indotto la prima cittadina di Roma a considerarsi ancora tra sei anni, dando per scontato di essere nel 2024 alla guida della giunta capitolina, c’è da chiedersi che titolo ha una sindaca di sparare decisioni che presuppongono una competenza tecnica e una legittimità di intervento in materia: l’una e l’altra molto discutibili se a lei accreditate. Ma oggi tutto fa spettacolo: promesse, minacce, proclami. E’ una gara a chi la spara più grossa. Viviamo in un paese in cui continua ad essere di grande attualità, dopo quattro secoli, il messaggio barocco di Giambattista Marino: “E’ del poeta il fin la meraviglia…”.

La Raggi avrebbe avuto molte altre ragioni per tentare di meravigliare i suoi concittadini, più immediate e più urgenti. Ma ha scelto il tema del diesel per poter, come ha sottolineato, battere tutti sul tempo. Ora, a parte questa fuga in avanti, il problema dell’ambiente e, legato ad esso, quello delle emissioni di gas da parte delle auto, esiste. Se ne parla in tante altre sedi, alcune competenti altre di meno. In questi giorni si è dato fuoco alle polveri in Germania, anche perché essendo un paese tra i primi produttori al mondo di auto, la questione è vista anche da un versante che non è solo quello ambientale ma economico, benchè si voglia dare la sensazione del contrario.

Il problema ambientale esiste e non è nato ieri. Se proprio lo si vuole risolvere è bene cominciare affrontando la questione del metodo. Non è questa una materia da consegnare alla fantasia di qualche sindaco o governatore di regioni. E non è neppure il caso di lanciarsi in annunci stabilendo date e traguardi come stanno facendo alcuni grandi gruppi del settore. In questo modo si aggiunge solo confusione al solo scopo di rinviare sine die la soluzione del problema, cosa che del resto avviene da anni con il balletto sulle emissioni e con gli impegni che poi vengono disattesi con qualche manovra legale e quando non basta con furberie palesemente illegali. Sarebbe più giusto partire dalla convinzione che la questione dei propulsori diesel va affrontata in modo corale, a livello europeo, e con la diretta partecipazione dei singoli governi, delle aziende e di esperti. In alternativa sono possibili soltanto teatrini di persone incompetenti e a tutt’altro interessate.

1 commento
  1. Autologia
    Autologia dice:

    Non so se ci sono o ci fanno. Ma il dubbio che la filosofia delle dichiarazioni a corto raggio, quelle che dopo qualche tempo puoi ritrattare o addirittura negare di aver fatto, abbia attecchito anche oltre i confini italiani è sempre più forte. Non solo dalle nostre parti si è cominciato infatti a fare dichiarazioni roboanti che con buona probabilità hanno lo scopo principale di far salire i profitti di borsa in stile Tesla, ma vanno riviste alla luce del prossimo futuro, economico e sociale.
    In questo caso parlo di Volvo, che per bocca dell’ad Håkan Samuelsson ha dichiarato di non prevedere più alcun budget per lo sviluppo di motori a combustione (peraltro solo a benzina, sinora) poiché l’evoluzione dei suoi modelli avverrà in campo puramente elettrico. Attenzione, però. Leggendo tra le righe si coglie che ciò non significa che, dato che dal 2019 a ogni modello sarà affiancata la versione new age, il motore a benzina sparisca dai listini. Sì, perché le ibride faranno ancora la parte del leone, mentre i motori, tutti a 3 o 4 cilindri (quindi belli economici da produrre pur turbo), ridurranno il loro peso percentuale nel costo complessivo dei modelli visto che i propulsori elettrici costano molto meno. Siamo alle solite, ovvero al wishful thinking più smaccato. Sull’onda di una sorta di fanatismo continentale che ricorda l’Inquisizione, si moltiplicano le dichiarazioni di biasimo produttivo nei confronti dei motori a combustione, con il Diesel nel ruolo di untore e a favore di una elettrificazione di massa che è e sarà un miraggio per almeno altri 20 anni. Gli immensi problemi da risolvere a questo proposito, rete di ricarica, alimentazione della stessa, smaltimento degli accumulatori a fine vita, costo del litio sul mercato mondiale, sono bazzecole, noiosi ronzii che ostacolano la corsa con entusiasmo verso il sole dell’elettrificazione di massa. Ma voglio proprio vedere chi e con quanti soldi potrà comprarsele, ‘ste auto elettriche, e soprattutto andarci in giro davvero.
    Tratto da auto-thrill.blogspot.it di Roberto Lucchetti

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