Arrivano in Italia i biocarburanti, nuovi supereroi della mobilità

I biocarburanti potrebbero essere una delle tecnologie chiave per la transizione energetica e la decarbonizzazione del settore dei trasporti. Questi combustibili, ottenuti da fonti rinnovabili come oli vegetali esausti e grassi animali, offrono un’alternativa sostenibile ai carburanti fossili, riducendo le emissioni di gas serra fino al 90 per cento lungo il loro ciclo di vita. In particolare, il diesel rinnovabile HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) sta emergendo come una soluzione di punta per settori difficili da elettrificare, come i trasporti pesanti e l’aviazione.

In questo contesto, il gruppo finlandese Neste – leader mondiale nella produzione di biocarburanti – segna un passo importante con l’ingresso ufficiale in Italia. Grazie a una partnership con l’azienda trentina Firmin, da gennaio 2025 il diesel rinnovabile 100 per cento HVO sarà distribuito nel nostro Paese, inizialmente tramite una rete dedicata al mercato B2B e in alcune stazioni di servizio nel Nord-Est.

L’Italia è una delle maggiori economie europee e presenta obiettivi di decarbonizzazione ambiziosi, sostenuti da una normativa avanzata” ha affermato Carl Nyberg, senior vice president Commercial di Neste. Il riferimento va al Decreto Legislativo 199/2021 e ai successivi decreti attuativi del 2023, che obbligano l’immissione in consumo di biocarburanti, generalmente usati in miscela.

Il gruppo finlandese è già attivo nel mercato italiano dal 2016, quando siglò un accordo con Tamoil per la distribuzione del suo diesel rinnovabile in blend. Ora, con questo nuovo accordo punta a consolidare la propria presenza con una distribuzione diretta, seguendo un modello che valorizza la collaborazione con partner locali.

Neste può contare su una capacità produttiva di 5,5 milioni di tonnellate di biocarburanti, che salirà a 6,8 milioni entro due anni grazie all’espansione delle raffinerie di Rotterdam e Singapore. Tra le principali materie prime utilizzate ci sono oli esausti da cucina e residui di grassi animali, ma il gruppo sta esplorando anche colture innovative, coltivate su terreni degradati con tecniche di agricoltura rigenerativa.

Per il settore aereo, Neste guarda con interesse al regolamento RefuelEU Aviation, che obbligherà le compagnie europee a utilizzare almeno il 2 per cento di Sustainable Aviation Fuel (SAF) entro il 2025, con un obiettivo del 70 per cento al 2050. Sebbene al momento questo carburante non è ancora disponibile sul mercato italiano, l’azienda prevede di arrivare a una capacità di 1,5 milioni di tonnellate di SAF, sufficienti a soddisfare i volumi iniziali richiesti.

L’adozione di biocarburanti non si contrappone all’elettrificazione, ma la integra. “Mentre l’elettrificazione è essenziale per alcune aree – sostiene Nyberg – non è una soluzione praticabile per i trasporti pesanti, aerei e marittimi. Qui, i biocarburanti giocano un ruolo fondamentale”. Il manager di Neste auspica così un ripensamento delle normative europee sul bando dei veicoli a combustione interna.

Con una combinazione di innovazione, espansione produttiva e collaborazioni strategiche, Neste punta a guidare la transizione verso un futuro a basse emissioni, offrendo soluzioni concrete per la decarbonizzazione dei trasporti, in Italia e nel mondo.

Con l’arrivo del diesel rinnovabile, anche l’Italia ha un nuovo protagonista sostenibile, pronto a rivoluzionare il modo in cui pensiamo ai carburanti. Una sorta di supereroe poco appariscente che, mentre il mondo discute di elettrico e idrogeno, lavora sotto il cofano delle nostre auto e, come ogni eroe che si rispetti, non salva solo la giornata ma cerca di proteggere anche il pianeta.

Image Copyright: Neste Media Desk

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