Audi apre una strada cui andranno tutti dietro

Le automobili che costano poco non interessano più perché non si guadagna abbastanza. Ha cominciato l’Audi che ha appena annunciato che eliminerà gradualmente i suoi modelli più piccoli concentrandosi sulle auto di lusso. Ma è soltanto l’inizio di una valanga.

L’Audi non sarà sola tra i marchi che hanno in listino soprattutto vetture premium, perché l’obiettivo obbligato è fare più profitti. Lo ha chiarito nei giorni scorsi l’amministratore delegato del brand Audi Markus Duesmann con queste sintetiche parole « Abbiamo deciso di interrompere la produzione della A1 e non ci sarà nemmeno un modello successore della Q2. Limiteremo la nostra gamma di modelli verso il basso e la espanderemo verso l’alto.»

Andare oltre gli annunci significa anche capire che cosa sta succedendo dietro le quinte dei grandi gruppi automobilistici. Fino a tre anni fa, quando la scelta della transazione ecologica era ancora una possibilità e non ancora un obbligo, si facevano i conti con un mercato europeo che macinava vendite e si avviava verso nuovi record. In quel momento tutti puntavano sui numeri, l’obiettivo era invadere i mercati. Adesso invece il panorama si è incupito, le concessionarie vanno alla ricerca di possibili clienti anziché essere prese d’assalto da orde di curiosi nei giorni delle porte aperte.

La scelta obbligata di arrivare a proporre esclusivamente vetture elettriche significa affrontare un quinquennio (ma basterà?) di investimenti esagerati sapendo per contro che i risultati commerciali in questi cinque anni saranno ridotti al lumicino. Un salasso con cui tutti dovranno fare i conti per non saltare per aria prima che il nuovo corso diventi a sua volta redditizio. Invadere la scena con milioni di nuove vetture non è quindi un affare perché il rischio di avere i piazzali pieni è troppo alto.

Meglio, economicamente parlando, ridurre la produzione e ancor prima limitare i modelli a quelli che rendono di più. Questo significa per i marchi premium che devono restare in offerta soltanto quei modelli su cui si guadagna davvero.

Nel caso dei marchi generalisti invece corrisponde a smaltire quello che c’è già in casa e non proporre più le utilitarie dai minimi margini sostituendole se possibile con delle versioni SUV alternative che hanno oggi più appeal sui consumatori e che permettono migliori margini.

«Ci aspetta un lustro lacrime e sangue – mi confidava giorni fa un big dell’auto mondiale – e bisogna limitare al massimo i danni. Anche per questo tutti hanno tirato un bel sospirone quando si è materializzata la crisi mondiale dei microprocessori. Mancavano i pezzi così si sono potute ridurre, se non addirittura fermare, le produzioni in tanti stabilimenti. Niente vetture nuove parcheggiate in attesa di clienti che oggi sono pochi, e aiuti statali per le maestranze messe in cassa integrazione.»

Quindi?

«Dobbiamo far passare la nottata in attesa di giorni migliori. Intanto si investono cifre da capogiro per passare alla nuova frontiera elettrica imposta dalla politica. Nel frattempo ci sveneremo – per dirla ancora con la gola profonda – e siamo preparati al rischio. Ma non a un rischio che vada oltre il tempo previsto, altrimenti saranno guai per tutti e faremo in quel momento la conta dei sopravvissuti.» (blog.quattroruote.it)

 

1 commento
  1. Luca Di Grazia
    Luca Di Grazia dice:

    Cari miei: eccoci alla scoperta dell’acqua calda, il signor Krantz dice nel 2022 quello che dicevano i suoi omologhi americani negli anni ’60…😂😂😂😂😂🏁🏁🏁🏁🏁

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