Aumentano gli incidenti perché si usa il telefonino, colpa di una cultura che non c’è

“Gli incidenti mortali sono in notevole aumento sulle strade italiane, con un picco nello scorso mese di luglio, in particolare nella fascia oraria notturna”. I dati rilevati da polizia e carabinieri evidenziano che si sono già contati 972 morti nei soli primi 7 mesi dell’anno in corso (contro i 952 dello stesso periodo del 2014).
Dopo un lungo periodo di successi, con i bilanci che addirittura dal 2001 avevano sempre segnato una costante diminuzione delle vittime sulla strada, la situazione in Italia, insomma, è tornata a peggiorare. E il mensile “Polizia Moderna” – che ha analizzato nel dettaglio i dati raccolti tra le forze dell’ordine – osserva che “agli eccessi di velocità e ai conducenti irresponsabili e fuori di sé per alcol o droghe si aggiunge oggi un ulteriore elemento di distrazione, quello legato alla tecnologia, che distoglie l’attenzione dalla guida per fare contemporaneamente anche altro: messaggiare, scrivere email e addirittura scattare selfie”.
Colpa degli smartphone, verrebbe da dire, che ci stanno rapidamente cambiando e condizionando la vita portandoci, come nei casi degli incidenti stradali, addirittura fino alla morte.
Ma, in realtà, non sono i telefonini che dobbiamo mettere sul banco degli imputati. E neppure la tecnologia in generale. Tanto meno quelle case che ancora tardano a offrire di serie certi dispositivi, perché sono convinto che anche se i più semplici bluetooth o i più complessi sistemi di integrazione telematica con gli smartphone fossero resi obbligatori, il problema resterebbe in tutta la sua gravità.
Sono, infatti, i comportamenti di noi automobilisti che vanno condannati. O meglio, di quegli automobilisti che per ignoranza, imperizia, impazienza, indisciplinatezza e quant’altro mettono in pericolo la propria e la vita degli altri già semplicemente tenendo in mano un telefonino mentre stanno guidando. O, comunque, che guidano (e continuano a guidare) compiendo operazioni che portano pericolosamente a distogliere l’attenzione altrove.
Se queste, insomma, sono le vere nuove motivazioni degli incidenti stradali più gravi in Italia, non mi sembra che ci siano grandi novità: il problema, anche questa volta, è culturale. Ma di una cultura che, purtroppo, non c’è.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *