AUTODAFÉ del 25 settembre 2015
C’è chi fa il pompiere e chi butta benzina sul fuoco.
Subito vi comunico che non farò parte di nessuno dei due schieramenti.
Dalle rane dalle bocche larghe, a chi si sente Savonarola, in questi giorni ho letto e sentito di tutto e il fatto triste è che non ci ho capito nulla.
Ma non penso di essere il solo.
Sono deluso che nessuno abbia ricordato come ad ogni movimento corrisponde inquinamento: sia dell’uomo, sia del cavallo, sia della mucca, e naturalmente di un’auto, ma anche di un aereo… e di un treno!
Quindi se bene vogliamo all’ambiente a questo punto fermiamoci tutti.
Ho letto alcuni affermare che il Diesel è un malato terminale.
Mi domando allora: ma chi usa una Golf Diesel incriminata cosa può pensare, di avere un’auto insicura o di essere la causa dell’inquinamento globale?
E che futuro si può immaginare un padre di famiglia che lavora, per esempio, a Bari nel centro dove vengono prodotti i sistemi common rail ?
E che ne sarà di una tra le più importanti raffinerie del Vecchio Continente di gasolio per autotrazione presente in Italia (Saras) ?
Ma soprattutto mi chiedo: in questa faccenda è sotto attacco il motore a gasolio, perché tutti tacciono e nessuno ne prende le difese?
E quando si parla di auto elettriche perché non si dice chiaramente da dove arriva l’energia e quanto costa all’ambiente produrla?
In questo CASINO alcuni sono convinti che la bolla si sgonfierà senza scoppiare, altri che tutto si debba alla guerra intestina fra manager nel Gruppo VW che ha portato alle dimissioni di chi era stato messo nel mirino, nel segno di “di muoia Sansone e tutti i Filistei!”
Il pericolo è, che con un attacco mediatico così violento, stile “sbatti il mostro in prima pagina”, dopo il terremoto arrivi lo tsunami che distrugga definitivamente il prodotto automobile e tutto il suo mondo.
E allora è la nostra categoria che deve reagire e fare finalmente un po’chiarezza senza creare mostri o vittime, ma indirizzando chi deve ri-scrivere le regole in modo corretto in modo da non favorire sempre e solo “il mercato”, ma una volta tanto, il consumatore e quindi…tutti noi.
Ancora qualche considerazione:
PS 1 Ricordo che i valori di emissione nel passaggio tra euro 5 e euro 6 per i Diesel prevedevano un taglio degli NOX dell’80%. Forse è da chiedersi se si è esagerato. Inoltre si valuti se in altri settori si è arrivati a tanto. Ad esempio, le emissioni degli aerei non mi sembra che abbiano avuto riduzioni così elevate così come quelle delle navi.
PS 2 Solo pochi giorni fa la Merkel si vantava al salone di Francoforte dell’industria automobilistica tedesca che era premiante per l’economia del suo Paese. Arrivò a chiedere addirittura che si facesse carico degli emigranti, assumendoli. E adesso cosa succederà?
PS 3 Si parla molto dei test di omologazione e delle ibride: ma perché nessuno racconta che anche i dati di quelle vetture sono discutibili? E poi perché si tace sulla durata limitata dell’efficienza batterie che porta a consumi, se non si sostituiscono, non più con valori come nel ciclo d’omologazione?
PS 4 Le elettriche per tanti sono sugli scudi: ma dopo 7 anni le batterie perdono efficacia. Il loro smaltimento, cosa comporta? Anche come dispendio di energia e quindi inquinamento?
PS 5 Ricordo il detto “chi troppo vuole nulla stringe”. Dall’auto da 3 litri per 100 km, la Lupo, al missile da 1 litro ogni 100 km, VW nell’ultimo ventennio ha sempre avuto un vero chiodo fisso sulla riduzione dei consumi e delle emissioni. Tanto ha voluto e fatto che alla fine è…inciampata.
Insomma, di argomenti tanti ce ne sono, ma come l’automobile viene messa sotto la lente sarebbe finalmente il momento che non rimanesse la sola. Perché in questo “caso Volkswagen” emerge chiaramente che dentro ci sono tutti. E’ arrivato quindi il momento di chiarirsi le idee per un futuro migliore e soprattutto chi si occupa di comunicazione deve imparare a essere un po’ più diligente pensando e informandosi bene e non buttando sassi in uno stagno dove già la quiete non si sa cosa sia.
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