Biden e Putin, una passione in comune, l’automobile

Summit molto atteso quello in programma il 16 giugno in Svizzera fra il 46° presidente statunitense Joe Biden e l’omologo russo, Vladimir Putin. Noi ovviamente non parleremo, in questa sede, di politica internazionale ma della passione che entrambi hanno per l’auto. Biden stravede per la sua cabriolet Chevrolet Corvette Stingray datata 1967 e avuta in regalo dal padre Joseph, sales manager in una concessionaria del Delaware. Un gioiellino da 350 cv, motore V8, cambio meccanico a 4 rapporti, allora era stimata 5.600 dollari.

Va ricordato che il presidente Usa è cresciuto in un ambiente familiare dedito al commercio delle auto e questo spiega perché sin da ragazzo si è innamorato della quattroruote a cominciare dalla Pontiac Tempest. La predilezione per le auto finirà per avere ripercussioni sul mercato automobilistico Usa con un Biden che vede favorevolmente la trazione elettrica.

Il piano, annunciato, in campagna elettorale è quello di realizzare entro il 2030 i punti di ricarica in America (oggi se ne contano 87.700, contro i 200.000 nell’Unione Europea). Un chiara accelerazione del processo di elettrificazione, sgravi fiscali voluta da Obama ma poi abolita da Trump.

Oggi un automobilista riceve 7.500 dollari di tax credit se acquista una vettura con la…spina. Si parla di 400 miliardi di dollari d’investimenti pubblici per aiutare la transizione dai combustibili fossili alle energie rispettose dell’ambiente. Secondo l’agenzia Reuters, Biden ha in mente di introdurre limiti alle emissioni inquinanti: dal prossimo anno al 2025 le auto di nuova immatricolazione dovranno ridurre del 4,9% gli scarichi di C02 mentre in California grazie agli attuali obiettivi si spiega l’exploit di Tesla.

Al presidente Putin piace sedersi al volante di auto, moto (Harley-Davidson con la quale ha partecipato ad un raduno di biker), camion (Kamaz) e perfino si è esibito su una monoposto di F1, una Renault F26 nel 2006, quando non è impegnato in eventi ufficiali nei quali viene ospitato in vetture blindate.

Il presidente russo predilige i modelli di produzione sovietica come la Zaz-968, modello che gli fu regalato dai suoi genitori e che si può ammirare oggi a San Pietroburgo. Vettura prodotta in Unione Sovietica trail 1972 e il 1980, con linee che ricordano quella della Nsu Prinz:  cilindrata di 1197 cc, 42 cv. Nel 2005 fu visto al volante di una Gaz 21 Volga con cambio automatico in attesa del vertice con il presidente Usa, George Bush jr.

Per le battute di pesca, Putin, utilizzava una Lada Niva 4×4 (Vaz 2121) costruita a Togliattigrad con componentistica Fiat, aveva un motore 1.6 Ovh oppure un 1.7 a iniezione elettronica oppure un diesel Peugeot 1.9. Ha avuto nel suo garage anche un prototipo Yo-Mobile spinto da un motore bifuel benzina e metano da 20 kW. Poi la concept Mercedes Benz F600 Hygeniuns ad emissioni zero con un motore elettrico alimentato da celle combustibili all’idrogeno oltre che da una batteria agli ioni di litio ed ancora una Mercedes Classe S Pullman, poi sostituita da una Aurus Senat S700, limousine di oltre sei metri blindata e sviluppata insieme a Porsche, motore V8 powertrain elettrico, 4,4 litri, 590 cv, cambio automatico a 9 rapporti, peso attorno alle 7 tonnellate.

In precedenza c’era anche una Aurus Senat L600, supercar presidenziale prodotta da un istituto di ricerca russo in collaborazione con la casa automobilistica Sollers. In una recente visita ufficiale a Roma nella quale ha incontrato Papa Francesco e il presidente Mattarella, il capo del Cremlino aveva una limousine Aurus Senat nera supercarrozzata. Interni chic, con rivestimento di pelle bianca sulle poltrone, radica di legno lucida, cockpit con tre schermi LCD.

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