Il boss della VW suona la sveglia, ai suoi e non solo
Il boss della VW, Herbert Diess, suona la sveglia. Lo ha fatto in un discorso ai suoi manager, ma in realtà le sue parole riguardano tutto il mondo dell’auto. Vediamone i concetti principali, con un nostro commento finale.
(1) Il boss della VW: andiamo troppo piano, così è dura farcela
Sulla Volkswagen aleggia la sindrome Nokia. Ovvero il timore che il colosso di Wolfsburg faccia la fine di quella che era il leader mondiale nei telefonini. Salvo non capire che i cellulari stavano diventano veri e propri computer portatili. Lasciando così il campo al successo planetario di Apple con gli iPhone.
“Il grande interrogativo è: siamo abbastanza veloci? Se continuiamo a questa velocità, sarà dura farcela“. La sfida è duplice: battere i competitors nell’auto elettrica, come Tesla, ma anche i giganti dell’hi-tech che stanno investendo cifre enormi sull’auto a guida autonoma. Convinti che non sarà più il ferro, ma la connettività a far guadagnare nella mobilità del futuro.
(2) Il boss della VW: l’era dei costruttori di auto è finita
“L’era dei classici costruttori di auto è finita“, ha scandito Diess. E Volkswagen deve cambiare pelle, da produttore di auto tradizionali a fornitore di veicoli connessi e a guida autonoma. Ma questo richiede taglio dei costi ritenuti inutili (soprattutto in Germania) e investimenti enormi in tecnologia, elettronica e software. Oltre che in batterie, per rispettare norme anti-inquinamento sempre più restrittive.
L’auto simbolo del nuovo corso elettrico Volkswagen, la ID.3.
E richiede una trasformazione da azienda pesante, complicata, in un’azienda snella, reattiva. “In fin dei conti questo è il più grande cambiamento che la Volkswagen abbia mai affrontato“, ha chiosato Diess. Un cambiamento epocale, ma restando un’azienda che fa profitti.
(3) Basta inseguire la grandeur dei volumi
Il nuovo corso richiede anche un cambio di mentalità. Ovvero: smettere di inseguire le classifiche dei costruttori che vendono più auto. Per concentrarsi invece sui margini di guadagno.
Diess ha citato il caso della Bentley, non proprio in positivo.
E qui Diess, con brutale sincerità, non si è sottratto a un esempio in casa propria: ““Guardate per esempio la Bentley, con le sue 10.000 auto vendute. Sarebbe stato un numero più significativo se il guadagno fosse stato superiore allo zero. Per essere del tutto onesto, avrei preferito 5 mila consegne, la metà, ma con un margine del 20% e più”.
(4) L’idrogeno messo da parte, investimenti tagliati
C’è la convinzione in Volkswagen che per almeno un decennio la tecnologia dell’idrogeno fuel-cell non sarà competitiva nelle auto. Quindi, secondo quanto riferisce la Reuters (clicca qui), gli investimenti in ricerca e sviluppo saranno tagliati. E anche le risorse destinate a progetti come MOIA, per gli shuttle cittadini a guida autonoma, verranno diminuite. Fino a quando? “Fino a quando non si saranno verificati i pre-requisiti per una maggiore profittabilità“, ha sentenziato il boss della VW.
SECONDO NOI. Diess dimostra una lucidità disarmante. E chiede all’azienda simbolo del made in Germany un cambiamento epocale. Roba da far tremare i polsi, anche per i posti di lavoro che una trasformazione del genere può mettere a rischio. La Volkswagen non farà la fine di Nokia, ma certo il decennio che ha davanti si presenta come il più impegnativo della sua storia. Bello da raccontare, un po’ meno per chi deve guidare la nave.(vaielettrico.it)
Nessuno, credo. Non almeno di mia conoscenza. Top!
Già. Quale altro costruttore europeo ha questa lucidità?