Che pena l’Auto nel Mobile

Lasciamo stare i contenuti, spesso auto-castranti (in tutti i sensi). Come quelli di un famoso marchio di vetture molto trendy, così trendy che ha indicato la propria idea di mobilità del futuro: un monopattino. Da suicidio insomma, ma contenti loro…

Restiamo ai fatti. Quelli dicono, senza possibilità di smentita, che un vero Salone dell’Auto in Italia non c’è più. Ma anche che in realtà uno verosimile si è appena svolto a Milano in questi giorni. Troppo costoso e poco remunerativo organizzarne uno con tutti i crismi? Molto meglio sfruttare “a schiena” quello del Mobile allora. Impresa non difficile, ma in alcuni casi dai risultati deprimenti.

A parte chi ha colonizzato via Montenapoleone stabilendovi in vetrina il proprio quartier generale, spendendo – pare – più di una fortuna (ma quelli sono tedeschi, possono permetterselo, forse), altre situazioni sono parse imbarazzanti. Una vetturetta piazzata qui, una là, tre metri quadrati (non di più, per carità) presi a nolo dal designer di turno, tra due lampadari fosforescenti, tre tartine (fredde), un’installazione futuribile (e incomprensibile) e il gioco è fatto. Un fiorire di “eventi” pieni di nulla, di grandi serate concluse spesso ancor molto prima che venisse sera. Ma nessuno se le è fatte mancare. Le automobili c’entravano come i cavoli a merenda. Infatti è stato un grande successo. Forse è il momento di farsi qualche domanda.

1 commento
  1. Rino Drogo
    Rino Drogo dice:

    Come sempre vige la logica: l’importante è essere presenti. E’ ovvio che però, in un ambiente in cui dovrebbe essere protagonista il design e l’arredamento, sia difficile strappare un ruolo di prima fila.

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