CONTRO STILE – LA NUOVA LANCIA YPSILON: OCCASIONE MANCATA

Leggere la storia della Lancia (lo consiglio vivamente) e delle sue leggendarie automobili è come immergersi in un romanzo di una vita fatta di passioni e di avventure.

Vincenzo Lancia, famoso pilota automobilistico dell’epoca, utilizza con grandissimo anticipo sui tempi (oggi sarebbe dominio assoluto del marketing) la fama del nome e di “nobile eroe” delle corse.

Con l’amico Claudio Fogolin nel 1906 fonda la Lancia.

Il Conte Carlo Biscaretti di Ruffia inventa il marchio araldico che rappresenta al meglio l’azienda nascente, includendo in campo blu, nome, volante e bandiera. Una sintesi perfetta. Il sangue blu di Lancia non si discute.

Fin dai suoi esordi la Lancia ha sempre rappresentato la nobiltà dell’automobile italiana e con Alfa Romeo quello spirito creativo e coraggioso che appartiene solo a quelle persone che si spingono oltre l’ignoto. È persino troppo facile ricordare, vestite da eminenti maestri carrozzieri come “mannequin” dell’alta moda, le più celebrate autovetture Lancia innovative, esclusive e affascinanti.

Mi riferisco alle Dilambda, Astura, Aprilia, Aurelia, Flaminia, Flavia, Fulvia, Delta, Stratos, Thema, Dedra…

Dopo un periodo meno felice, con Kappa e Thesis, è opportuno, però, cancellare dai ricordi quelle degli ultimi anni: le rarissime, grottesche e inutili Chrysler “travestite” da Lancia.

La Ypsilon

La piccola Ypsilon, in piena controcorrente, tiene il passo e con grande successo! Da “sopravvissuta”, diventa il solo modello conclamato dal pubblico Lancia. I suoi punti di forza sono il concetto Luxury-Chic e il suo Design che si aggiorna di modello in modello, pur restando, tra alti e bassi, sempre unico e di grande personalità.

Nel 1985 la prima Y10 disegnata da Adriano Piovano al Centro Stile Fiat, diretto da Mario Maioli, sostituisce l’intrigante e fortunatissima Autobianchi A112. Sui mercati internazionali è proposta con il marchio Lancia.

Nel 1995 viene affidato il compito di creare la nuova Y al Centro Stile Lancia. A capo c’è Enrico Fumia, proveniente da Pininfarina, che aumenta l’aurea consolidata di modello Luxury – Chic, con uno stile nuovo e inaspettato, oltre che molto personale. La sua teoria degli incroci di linee e del “quadrifrontale” è assolutamente vincente.

Seguono per vent’anni tre serie di Y, ( 2003- 2011- 2023), sicuramente più convenzionali ma ben riuscite, grazie al lavoro di Mike Robinson, Flavio Manzoni e Marco Tencone, molto bravi e coerenti nel difficile compito di miscelare l’identità di prodotto con quella di un Brand in costante disarmo.

Con l’arrivo dei francesi di Stellantis l’incoscienza ha il sopravvento sul coraggio e prende forma un evidente tentativo di ripartenza. Il risveglio, però,  è di quelli traumatici, a volte necessari, ma spesso esagerati, con l’obiettivo di ritrovare spinta e vigore. Sono anni complicati sia per il tentativo di cambiamento energetico in atto e sia perché il mercato globale è molto affollato, specialmente dai marchi “new entry” cinesi.

Jean-Pierre Ploue’, responsabile del Design Lancia, presenta la concept car Pu+Ra HP come “manifesto” del futuro Stile Lancia e propone alcune soluzioni estetiche, rivoluzionarie, ma molto discutibili, che smarriscono e  perdono quella essenza di eleganza retro’- snob, radicata nella storia della Marca torinese.

Risulta evidente la volontà di essere unici e di non mescolarsi con gli “altri”, però manca clamorosamente la fusione tra identità di Prodotto e di Marca, indispensabile per ritrovare lo spirito Lancia e per tornare con continuità a far parte della nobiltà perduta.

Ypsilon 2025

Premetto che Ypsilon non è solo un nome di successo, ma soprattutto, con questo nuovo modello, è una vera grande opportunità di ripartenza per Lancia. Non ho intenzione quindi di emettere  un giudizio definitivo, che può essere frettoloso e superficiale, ma mi limito a una breve analisi di carattere generale.

A mio avviso, la nuova proposta di Ypsilon, considerando comunque le forti comunanze di piattaforma con altri Brand del Gruppo Stellantis, è sovradimensionata (una lunghezza che da 3.83 arriva a 4.08 mt. Con un + 25 cm) e rischia di essere intesa come appartenente a un segmento superiore. Faccio notare che la” mitica Delta” era lunga solo 3,90 mt.

La fiancata è certamente pulita e senza decori inutili o linee ridondanti, ma non si integra bene con il frontale e il posteriore. Già “stravisto” in tutte le salse il montante posteriore.

Per quanto riguarda l’interpretazione della calandra Lancia, rivedo il concetto del frontale già proposto sulla Opel Experimental Concept 2023.

Se nell’intenzione le tre linee sintetizzano, il lontano ricordo del frame attorno alla classica griglia “radiatore”, la scritta   L   A   N   C   I   A   per esteso è ridondante e stonata. Sarebbe stato meglio tornare al passato e inglobare l’emblema, ricco di storia, nella nuova interpretazione della mascherina. I gruppi ottici annegati nel “front nose” sono privi di personalità e quasi dimenticati.

Il posteriore sembra meno complicato dell’anteriore e trovo interessanti, al contrario di quelli anteriori, i gruppi ottici circolari (…citazione Stratos). Per quanto riguarda la grande scritta   L   A   N   C   I   A   vale lo stesso discorso del frontale.

3 commenti
  1. Giovanni Perrone
    Giovanni Perrone dice:

    Sottoscrivo tu quello detto dal grande Walter Da Silva.
    Il mio Sogno é De Meo come AD Stellantis e ritorno di Walter Da Silva come capo Design Stellantis Europe

  2. Stefano d’Amico
    Stefano d’Amico dice:

    Walter de Silva è un signore, lo è sempre stato e lo è anche nei suoi giudizi.
    Chi ha vissuto l’automobile italiana, nella professione come nella passione, non può che rammaricarsi del declino di quella che fino a pochi anni fa era ancora un’eccellenza del nostro Paese. Lo stile del saper fare italiano.
    Uno stile unico e immediatamente riconoscibile e non solo nelle auto, ma anche nella moda, nell’ eleganza sociale, nel fare impresa. I gruppi stranieri, ormai padroni del campo, cannibalizzano i nostri marchi illustri, quelli che hanno fatto auto illustri, dalle storie leggendarie e ricche di genio, per assorbirne ogni appeal e farlo proprio restituendo al mercato prodotti non più facilmente riconoscibili ma assolutamente conformi a tutti gli altri.
    La tristezza sarà solo di chi ha vissuto altri tempi ed altri entusiasmi per l’ormai generale e diffuso appiattimento, le nuove generazioni …. si adatteranno.

  3. Giovanni Maria Cucca
    Giovanni Maria Cucca dice:

    Siamo stati colonizzati cerebralmente dai francesi che applicano la locuzione latina (noi che li abbiamo tirati fuori dalle capanne) MORS TUA VITA MEA. Abbiamo gente senza palle, politicamente e industrialmente!!

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