CONTRO STILE – NISSAN Hyper Concept 2023…Marketing obbedisco!

Premetto che non voglio entrare nel merito della filosofia o di una verosimile strategia di NISSAN per i suoi modelli futuri. Le mie riflessioni qui esposte si basano solo sul mero senso estetico e sulla semantica cha trasmette qualsiasi prodotto iconografico (… libro, sedia, pentola, scarpa, nave, e via dicendo…), compresa l’automobile.

Ricordiamoci che storia e cultura, tecnica e tecnologia, omologazioni e normative, dinamica e superfici, si fondono in una sola disciplina; un vero e proprio mix di contenuti e significati che regolano l’esistenza del Car Design.

Il Design e lo Stile sono l’asse portante di questa disciplina unica, sono la felice sintesi di eleganza, che definisce l’organizzazione del visibile, e che, attraverso l’estetica con le sue infinte variabili, da un senso alla forma, aprendo ogni cuore e ogni mente.

Ho tentato di darmi una risposta sull’origine della idea di Nissan che sta alla base di questi cinque Hyper Concept. Cercando un’ipotetica ispirazione estetica, per i modelli presentati, nella cultura e nell’arte giapponese, ho notato un possibile legame, sia pur debole o anche solo un “pensiero”, con gli Origami.

Origami (dal  giapponese oru – piegare e kami – carta)  

Con questo termine si intende l’ARTE di piegare la carta e, sostantivato, l’oggetto che ne deriva. Nella visione formale che Nissan propone però non c’è spazio per la geniale geometria poetica degli Origami. Anzi, linee e superfici appaiono casuali, uno scenario un po’ caotico dove il Marketing prova un’illusoria strategia “drogata” e dove Storia e Cultura sono confinati al margine del progetto.

Il Design è chiaramente usato e manovrato come uno strumento per dare una risposta appariscente e superficiale a chissà quali strani algoritmi.

Obbedisco!

I cinque Concept si rivolgono ai cosiddetti “influencer”, agli artisti digitali, ai “fashion victims”, al mondo del web, ai video giochi… in una sola parola all’universo umanoide della superficialità e del solo apparire.

Liberano attraverso l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata, una creatività senza profondità di pensiero, all’opposto di quella introspezione umana che ricerca il risultato solo attraverso i limiti e i vincoli estremi.

Il risultato, seppur virtuale, comunica senza alcun dubbio un delirio formale che rinuncia in modo categorico e assoluto di affrontare i temi più difficili, complessi e articolati della mobilità di oggi.

Un’idea falsata, come una tempesta perfetta, provocata soprattutto dall’uso dei social network come linguaggio alternativo al ragionamento e un impoverimento della cultura. Tutto ciò suscita in me un certo presentimento, e cioè che moriremo di questo approccio al Design…… per poi rinascere con una nuova definizione dello stesso, che ancora non conosciamo.

Il pallone  è rotondo!

Vogliamo per caso giocare con la palla quadrata?

 

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