CONTRO STILE speciale GINEVRA

La data ufficiale di apertura alla stampa e agli operatori del settore era fissata tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo. Sempre più o meno la stessa, credo più per scaramanzia che per una vera scelta di opportunità.

Oggi i vasti saloni del Palexpo sono preda dei Brand cinesi con i loro modelli elettrici: una miscela di tentativi di stupire e giochi estetici avventurosi.

Per Ginevra, dopo 5 anni, un risveglio da incubo. Non sono presenti le aziende mondiali più importanti. Si salva, unico baluardo europeo, il Gruppo Renault che con la sua storia e il suo condottiero Luca De Meo stravince una sfida improbabile con la “world Premiere” della bella R5 E -Tech e con la Scenic, vincitrice del prestigioso riconoscimento Car of the Year 2024

Si sente una eco lontana, lontanissima di Stellantis sulla Marca FIAT, altrimenti nessun acuto e nessuna nota di rilievo degna di menzione, a parte il concept Pininfarina Enigma GT …enigmatica di parola e di fatto.

Dal1976 al 2018 (cancellato il 2020 causa della pandemia) non ho mai saltato un’edizione del Salone di Ginevra: quarant’anni di vero “pellegrinaggio”: dapprima come giovane apprendista del car design, e successivamente un appuntamento imprescindibile e assolutamente non delegabile, da quando ho ricoperto le massime cariche dello stile di Alfa Romeo e del Gruppo VW.

Per molti anni Torino, Francoforte, Detroit, Parigi o Tokio sono stati, per le case automobilistiche, eventi strategici importanti ma privi di quella particolare emozione che solo l’idea di pensare di andare a “Ginevra” è in grado di trasmettere.

Ogni volta era come partire per una nuova avventura e ritrovarsi sempre di fronte a uno “stargate” verso l’ignoto.

Il “salotto” elegante dell’automobile accoglieva con una particolare “allure” imprenditori, top manager, straordinari progettisti, famosi stilisti, campioni del volante, grandi firme del giornalismo, star dello spettacolo in un grande abbraccio. Li miscelava, li confondeva e li univa fino a creare uno spettacolo inimitabile, perché Ginevra rappresentava un Club esclusivo, dove l’auto era protagonista nel creare emozioni e sogni.

Le Marche con i loro prodotti, le anteprime, le show car, le proposte bizzarre davano origine a una performance competitiva, dove tutti gli attori recitavano alla pari, condizionati da un regolamento molto chiaro, restrittivo, a volte persino molto rigido.

Ginevra è un colpo di teatro… lo è sempre stato.

C’è il modello del Carrozziere famoso che non arriva… È in ritardo, perché hanno finito di lavorarci soltanto la notte prima e c’è neve al traforo del Monte Bianco.

C’è l’attesa nervosa di chi vorrebbe svelare e di chi aspetta la novità.

C’è la sorpresa di un incontro ravvicinato inaspettato.

Ci sono mille lingue che si accavallano.

C’è l’intervista programmata o l’”imboscata” di qualche giornalista.

Ci sono gli intrighi e i colpi di mercato dei “car men”.

Ci sono le vite complicate di donne e di uomini che si dividono tra famiglia e azienda.

Ci sono gli amori che incominciano e finiscono.

Ci sono le feste, dopo la faticosa giornata al Salone, quasi sempre a casa degli altri!

Ci sono le presentazioni e le conferenze stampa dei modelli “world premiere “che rimbombano nelle teste di tutti da uno stand all’altro. Spesso non si riesce a comprendere che cosa dicono… tanto ci sono i formidabili PR con le loro cartelle stampa, che sistemano tutto.

Ginevra era tutto questo.

Ginevra andava oltre a una semplice esposizione di automobili.

Ginevra era una sinfonia di parole dette e non dette.

Ginevra era un’unica misteriosa favola fatta di emozioni e sensazioni che vibravano al chiuso dei padiglioni.

Ginevra era…avanti indietro tutto il giorno, come una trottola.

Che magnifica fatica era Ginevra!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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