Diesel sotto accusa: 10 ragioni per assolverlo
Costa meno della benzina e permette percorrenze superiori a parità di prestazioni
Oggi produce anche meno CO2 e resta una delle opzioni migliori in concessionaria
Sul banco degli imputati
Tempi davvero grami per le auto alimentate a gasolio. Uno scenario impensabile solo fino a pochi anni fa e che oggi assume i contorni di una vera e propria debacle. Perché il gasolio sporca, inquina ed è responsabile di inenarrabili disastri ambientali. Esageriamo? Nemmeno tanto se pensate alle accuse che gli rivolge il mondo della politica il quale, tra l’altro, non fa nulla per affrontare in modo responsabile il problema dell’inquinamento. Accuse che disorientano sempre di più automobilisti e opinione pubblica. Senza dimenticare il fatto che parecchie Case automobilistiche contribuiscono ad alimentare l’incertezza annunciando la fine della produzione dei diesel nei prossimi anni. Fin qui la cronaca. Ma una domanda sorge spontanea anche a chi non è un tecnico del settore. È davvero tutta colpa del diesel? È giusto che il gasolio paghi un conto salatissimo finendo nel dimenticatoio? Secondo noi, e soprattutto stando all’opinione di moltissimi esperti, no: il diesel ha ancora tanta strada da percorrere per diversi motivi. Ebbene per inquadrare meglio la situazione, li abbiamo riassunti in dieci brevi consigli, dieci buone ragioni per offrire una chance in più al diesel.
Motore Euro 6dTemp, poco inquinante
Oggi, una vettura a gasolio Euro 6 dTemp emette il 95% in meno di NOx (ossidi di azoto) rispetto al passato e il 96% in meno di PM (particolato). Percentuali impressionanti che fanno capire quanta strada abbia percorso questa motorizzazione negli ultimi dieci/quindici anni. Casomai il vero problema è lo svecchiamento del parco circolante: in Italia 37 milioni di automobili hanno un’età media di 11 anni. Incentivare e agevolare l’acquisto di vetture nuove gioverebbe quindi all’ambiente in modo significativo.
Senza diesel, più CO2
Nei primi mesi del 2019, nonostante il forte calo delle immatricolazioni diesel, la quantità di CO2 (anidride carbonica) immessa nell’atmosfera è cresciuta in modo esponenziale. Segno evidente che per ridurre le emissioni entro gli obiettivi previsti per il 2030, si dovrà necessariamente riprendere in considerazione lo sviluppo di questi propulsori.
Polveri sottili: dalle auto solo il 3%
Il famigerato PM, appunto le polveri sottili. L’abbiamo appena accennato ai punti 1 e 2: ebbene i nuovi diesel ne emettono quantità bassissime. Secondo gli ultimi studi, le emissioni di PM dagli scarichi delle auto virtuose proviene solo il 3-4% del totale delle polveri. Il 90% e più, forse non lo sapevate, ha molti padri: riscaldamento domestico, rotolamento degli pneumatici, impianti frenanti, attività industriali e così via.
L’auto a benzina consuma di più
I motori a benzina da sempre raggiungono potenze specifiche maggiori, ma richiedono più carburante. In parole povere consumano di più ed emettono quantità superiori di CO2, accentuando effetto serra e riscaldamento globale. Non solo: in virtù dei recenti progressi del diesel, dallo scarico di un benzina escono più PM di un moderno TD. Ecco perché anche i motori a benzina vengono ora equipaggiati con filtro antiparticolato GPF. Un aspetto quest’ultimo che pochi sottolineano.
I limiti di altre fonti
A questo punto il sospetto che la discriminazione del diesel sia motivata soprattutto da faide di carattere politico/economico, prende sempre più corpo. Perché a oggi non esistono soluzioni socialmente sostenibili per utilizzare altre fonti di energia rispetto a quelle convenzionali. Ad esempio, se acquistate una diesel di ultima generazione è certo che la vostra vettura rientra facilmente nei limiti previsti dalle normative europee.
Non ti lascia mai a piedi
Il futuro passa per l’elettricità. È, dicono, il rimedio perfetto per guarire tutti i mali che affliggono il nostro pianeta. Vero ma solo in parte, perché se è incontestabile che un’auto elettrica non inquina, è altrettanto innegabile che la produzione e la distribuzione di questa energia genera inquinamento. Inoltre, specie in Italia, mancano del tutto o quasi le infrastrutture: chi acquista un’auto elettrica dovrebbe essere consapevole del fatto che ogni gita fuori porta, ogni imprevisto sul percorso potrebbe rivelarsi fatale. Lasciandovi senza corrente a 30 chilometri dalla colonnina di rifornimento più vicina. Problemi che con un’auto normale, a gasolio tanto per fare un esempio, non dovreste mai affrontare.
Prezzi più bassi dell’elettrico
Sempre a proposito di auto elettriche. Una vettura a zero emissioni ha costi di acquisto decisamente elevati: problemi di ricarica a parte, sono pochi quelli che possono permettersi un’elettrica oggi in Italia. Molto più economico cercare la soluzione in modelli più convenzionali, magari in una turbodiesel di ultima generazione: costa molto meno. In più il concessionario vi farà ponti d’oro proponendovi incentivi e agevolazioni. E magari vi inviterà anche fuori a cena.
Il miglior compromesso, oggi
La difesa del diesel non deve essere ovviamente una chiusura totale verso le altre soluzioni o motorizzazioni. Semplicemente, allo stato attuale della tecnologia, il gasolio rappresenta un’eccellente alternativa, un valido compromesso che può permetterci di raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 previsti per il 2030: 40 % in meno (se non 50% secondo le ultime indicazioni del Parlamento Europeo) rispetto ad oggi.
Perfetto per le lunghe percorrenze
Il gasolio costa meno della benzina e permette percorrenze superiori. Due motivi sufficienti per prendere in considerazione questo tipo di alimentazione. Da sempre infatti una delle caratteristiche vincenti del gasolio è la sua relativa economicità: predilige i trasferimenti a lungo raggio dove fa valere le eccellenti doti di passista con consumi inferiori a parità di prestazioni.
Il più affidabile
Affidabilità. Alle soglie del 2020 questa voce assume forse minor importanza rispetto a qualche anno fa. Vero è però che i motori a gasolio tollerano carichi di lavoro gravosi molto meglio di altre motorizzazioni. Se sottoposti a controlli regolari e a normale manutenzione, garantiscono percorrenze straordinarie e una vita senza problemi. Quanto basta per farci almeno un pensierino. (motori.corriere.it)
Speriamo se ne accorgano presto di queste ragioni perché sono validissime, il Diesel non può morire così
Ha iniziato una certa Hidalgo a Parigi poi seguita a breve da Monaco di Baviera e mi pare Amburgo: da ultima Roma . Per farla breve le quote rosa a livello di sindaci non fanno nulla per capirci qualcosa: magari qualche consiglio da parte di qualche ingegnere (uomo ovviamente) potrebbe fare del bene a codeste teste malate. Pare che la BMW abbia evidenziato una previsione di decine di migliaia di licenziamenti a causa dell’ostracismo del Diesel: coraggio sindaco prepari una bella mensa a casa sua e soprattutto eviti di occuparsi degli scarichi industriali e da riscaldamento.