E-kerosene, il carburante del futuro è pronto al decollo, ma l’Europa resta a terra
Al salone del Bourget, tra jet futuristici e acrobazie aeree da far girare la testa, si respira profumo di progresso.
O, almeno, si dovrebbe.
Perché mentre i motori ruggiscono e i visitatori sognano voli sempre più verdi, una verità meno spettacolare si fa strada tra gli stand: l’Europa, e in particolare la Francia, rischiano di perdere l’occasione d’oro di guidare la rivoluzione dell’e-kerosene, il carburante di sintesi che potrebbe tagliare le emissioni dell’aviazione di oltre il 90%.
Secondo una nuova analisi di Transport & Environment (T&E), l’Europa detiene attualmente una posizione di leader nella corsa all’e-kerosene, grazie a oltre 40 progetti su larga scala in fase di sviluppo. Con un potenziale produttivo di 3 milioni di tonnellate l’anno – circa il 5% del fabbisogno europeo attuale di carburante per aerei – il Vecchio Continente sembra avere le carte in regola per diventare una potenza del carburante sintetico. E la Francia è in pole position, con ben 0,8 milioni di tonnellate previste: la regina dei cieli decarbonizzati.
A sostenere questa dinamica è la normativa europea ReFuelEU, che impone obiettivi di utilizzo di carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF) nei prossimi anni. Ma, come spesso accade, tra il dire e il fare c’è di mezzo… il capitale. Nessuno dei progetti identificati da T&E è oggi in fase di costruzione, e solo quattro sono a uno stadio avanzato. La ragione? Il solito, vecchio problema: i soldi.
Ogni impianto richiede tra 1 e 2 miliardi di euro di investimento. In totale, si parla di almeno 10 miliardi da mobilitare entro il 2030. Tuttavia, i meccanismi di finanziamento europei non bastano, e le grandi compagnie petrolifere, che pure spendono cifre astronomiche per i fossili, sono al momento assenti ingiustificate nella partita dell’e-kerosene.
A oggi, sono le startup a portare avanti i progetti più promettenti – come dimostra il recente investimento dell’americana Infinium – ma queste non dispongono delle risorse necessarie per far decollare un’intera filiera industriale.
“La legge europea ha avviato una rivoluzione – afferma Jérôme du Boucher, responsabile del settore aviazione di T&E Francia – Ma senza decisioni finali di investimento, gli obiettivi 2030 rischiano di restare sulla carta. Servono stabilità normativa, finanziamenti pubblici mirati e capitale privato. In altre parole: servono scelte coraggiose, adesso”.
Nel frattempo, la concorrenza si muove. La Cina ha già annunciato oltre dieci progetti su larga scala, e gli Stati Uniti stringono i primi grandi accordi commerciali. Insomma, mentre l’Europa discute, il resto del mondo agisce.
La partita dell’e-kerosene non si gioca solo su tabelle e obiettivi, ma sul futuro stesso del volo e della transizione climatica. L’Europa può ancora essere protagonista, ma deve scegliere se restare in pista a esitare o se spingere sull’acceleratore della transizione. Perché se il carburante del futuro è già pronto a decollare, non possiamo permetterci di arrivare in ritardo… al nostro stesso volo.
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