Fca tra voci e fake news: dalla vendita di Alfa Romeo e Maserati a un’alleanza con Psa
Fca prepara la cessione di Alfa Romeo e di Maserati? Studia un’alleanza con Psa che di marchi ne ha già quattro (Peugeot, Citroën, DS, Opel)? In queste ore di voci sul futuro di Fiat Chrysler ne circolano tante. Alcune ai limiti della fake news. Certo che se dovessero rivelarsi veri i rumors che circolano in questi giorni, gli sviluppi sarebbero davvero interessanti. Del resto dopo la morte di Sergio Marchionne, sostituito al vertice di Fca da Mike Manley (nella foto), qualche cambiamento è da mettere in conto nel Gruppo italo-americano.
Si è fatta avanti, infatti, l’ipotesi che Fca sia sul punto di cedere il brand Fiat, che potrebbe percorrere una strada indipendente, magari sotto l’egida di un Gruppo europeo. Mentre i due marchi premium del Gruppo, Alfa Romeo e Maserati, per ottenere il massimo del valore si separerebbero dal resto della galassia di Fca rimanendo però produttori indipendenti di vetture premium, sia pure con una significativa presenza di azionariato ex-Fca.
Nozze, ma con chi?
A quel punto il Gruppo Fca potrebbe fondersi con qualche costruttore europeo. Il candidato sarebbe Psa, ipotesi non del tutto credibile al momento, o piuttosto fondersi con General Motors come lo stesso Sergio Marchionne aveva tentato in passato di realizzare. La scelta di associarsi ad un brand americano si spiegherebbe sulla base dei dati finanziari della società, visto che il 97% del profitto del terzo trimestre è stato realizzato proprio negli Stati Uniti grazie alle vendite delle Jeep Wrangler e delle Ram 1500. A quel punto sarebbe naturale cambiare anche la denominazione del Gruppo da Fca in JeepRAM.
L’ipotesi più credibile resta Hyundai-Kia
Staremo a vedere. Ma i rumors hanno del fantasioso. L’ipotesi più credibile circa una possibile fusione in vista da parte di Fca, resta ancora quella con il Gruppo Hyundai-Kia, il vero partner ideale per capacità finanziarie e piani di sviluppo futuri anche nell’ambito dell’elettrificazione oltre che della guida autonoma.
Sono questi ulteriori punti a favore di un’ipotetica alleanza tra le due case automobilistiche che riguarderebbe anche i veicoli commerciali.
I prodotti del colosso coreano non temono la concorrenza in fatto di tecnologia, di stile e di qualità. A Hyundai e Kia manca però immagine di marca e per costruirla ci vogliono anni e tanti soldi.
Invece Fca ha marchi di peso ma pochi soldi, piattaforme datate e tecnologicamente nulla di paragonabile a Hyundai che in magazzino vanta architetture modulari e ogni tipo di powertrain. Fca ha più marchi che modelli, mentre Hyundai più modelli che marchi.
Infatti un patto tra Hyundai e Fca potrebbe fare del bene a entrambi. Da una parte i coreani dispongono di piattaforme moderne (più attuali e sofisticate di quelle di Fca), motori di concezione moderna, soluzioni green che spaziano dall’ibrido all’elettrico, dal gas fino all’idrogeno.
Inoltre i coreani esibiscono una gamma di modelli di ultima generazione che Fca, invece, ha in portafoglio marchi di grande rilevanza: Jeep, Alfa Romeo e Maserati in primis. Hyundai invece vanta una copertura commerciale globale (Hyundai e Kia sono forti anche negli Usa), centri di ricerca e di design in tutto il mondo (come quello tedesco di Rüsselsheim in Germania, nella cittadella di Opel) e fabbriche diffuse globalmente, anche in Europa (a Žilina in Slovacchia e a Nošovice nella Repubblica Ceca).
Insomma, i presupposti di sinergie tra i brand americani, italiani e coreani ci sono. gruppo Hyundai Motor, attualmente al quinto posto nella classifica mondiale dei costruttori, potrebbe diventare il primo car maker del mondo fondendosi con Fca. La possibilità di un eventuale interesse del gigante di Seoul era apparsa da tempo, quasi un anno fa, su alcuni media specializzati nell’automotive e non appare priva di senso logico, al contrario della sola cessione di Jeep ai cinesi paventata nei rumors della scorsa estate.
Da sottolineare che Hyundai Motor Company, che come accennato sopra controlla anche Kia, fa parte di un chaebol (cioè un megagruppo multisettoriale) che ha accesso facilitato non solo a grandi risorse finanziarie, ma anche a tecnologie di punta (robot industriali ed elettronica, ad esempio) e persino (questo è un punto chiave) a materie prime come l’acciaio. Hyundai Steel, che è integrata in Hyundai Motors, è una vera major dell’acciaio. Avere la materia prima in casa è un grande asset per una casa automobilistica.
Inoltre un settore dove Hyundai è forte è quello delle auto elettriche alimentate da fuel cell, un campo dove è attiva soprattutto Toyota e che anni fa sembrava essere promettente, ma finora gli sforzi delle case si sono scontrate con le difficoltà nel produrre e stoccare l’idrogeno. E questo potrebbe essere anche un assett in più in un ipotetico patto con Fca. (ilsole24ore.com)
Se non è troppo tardi; meglio tardi che mai. E’, o sarà inevitabile.
A mio parere Si sarebbe dovuto vendere l’Alfa Romeo alla VW; incassare 2 miliardi di euro (questo il prezzo che Piech avrebbe pagato facendo un grande affare) e far rinascere Lancia (per la quale il prezzo sarebbe stato ridicolo) investendo in prodotti, rete e rinascita del brand di lusso.
Chiunque, con un pizzico di realismo e razionalità, avrebbe potuto vedere che far rinascere Alfa Romeo avrebbe richiesto almeno 10 anni e grandi investimenti e che per Maserati lo sforzo richiesto sarebbe stato ancora maggiore. Tempo e investimenti che non era disponibili in quegli anni. Invece si è puntato a far finta che i sogni potessero diventare realtà, a parlare al proprio ombelico e pensare che duecento geniali ingegneri avrebbero potuto fare concorrenza a migliaia di progettisti e fornitori tedeschi, inglesi giapponesi e…coreani ben più avanti in termini di tecnologia, fornitori, rete commerciale e assistenziale.
Marchio e storia hanno un valore enorme ma senza qualità, credibilità, servizio e strategia a medio e lungo termine, non vai da nessuna parte. Bentley e Rolls-Royce sono rinate quando VW e BMW ci hanno pompato miliardi, creato nuovi prodotti e investito in rete e marketing per anni.
Fa. molto male vedere affidare un figlio amato a genitori adottivi perché quelli naturali non hanno saputo farlo crescere.