Fenomeno 500, nonnetta con numeri da record nel mondo

È difficile da spiegare agli analisti dell’auto il perché e il percome la Fiat 500 a dispetto dei suoi quasi 12 anni di vita riesca a rimanere un fenomeno di vendite in giro per il globo, ma così è. La chiusura dei dati relativi all’anno 2018 dice che la nonnetta ha ottenuto il suo secondo miglior risultato di sempre con una quota del 15% nel suo segmento in Europa, pari a quasi 200 mila pezzi.
La creatura di Giolito, con il design fresco e a quanto pare pure

intramontabile, è stata la più venduta su 11 mercati del Vecchio Continente ed è salita sul podio in altri quattro a riprova che il made in Italy ha ancora un senso e un sapore. Quello che più inorgoglisce è che a dispetto di un’età che per altri modelli sarebbe fatale, è che l’80% delle vendite si contano fuori dai confini italiani (ben 100 i mercati nel mondo) e questo aggiunge stupore a stupore.
Fino a quando si potrà andare avanti? La domanda è lecita, ma la risposta è complessa. Già due anni fa, in occasione del decennale del grandioso lancio mondiale a Torino con un ritorno mediatico che lasciò tutti a bocca aperta, in tanti profetizzarono un declino rapido e doloroso. Al contrario i numeri sono cresciuti e l’accoglienza da parte dei compratori è rimasta caratterizzata dallo stesso entusiasmo.
Il suo messaggio mi pare comunque chiaro: se si azzecca il prodotto le soddisfazioni arrivano puntuali. E per prodotto si sottintende l’insieme dei valori: la guidabilità, i motori, le finiture e il glamour che è qualcosa che va oltre alla bellezza e tocca corde che saltano il cervello e puntano direttamente al cuore.
Un mix così è davvero raro, soprattutto da una ventina d’anni in qua dove l’auto intelligente, affidabile e con un ottimo rapporto qualità/prezzo è stato il mantra di tutti i costruttori. Nel mare delle auto grigie metallizzate la 500 si è imposta con tutta una gamma di colori sfacciati, è uscita dal coro delle auto con un bagagliaio che era puntualmente il più capiente della categoria per proporne uno che è meglio lasciar perdere, costava più della media e spesso offriva meno gadget della media, però era perfetta per chi cercava proprio una cosa così, unica e godibile.
Sostituirla non sarà facile, probabilmente sarà anche impossibile perché certe cose non nascono a tavolino o dentro un computer. Però adesso che Marchionne è entrato in un oblio quasi sorprendente, uscito da tutti i discorsi e da tutte le celebrazioni con una velocità che sgomenta, ricordare che dietro al concepimento della 500 ci sia stato anche il canadese, che per tutti non era certo un “car guy”, mi pare giusto ricordarlo. Era la vettura che citava sempre con più passione aggiungendoci un sorriso che la diceva lunga. La spinta (anche economica) che diede a Luca De Meo perché l’anteprima mondiale potesse lasciare il segno di una Fiat che stava uscendo dal coma profondo in cui l’aveva trovata appena quattro anni prima, fu un segnale forte e forse lo era stata anche la decisione di farla diventare la prima auto elettrica del Gruppo. Alla gente, persino agli appassionati, queste cose sfuggono, ma agli addetti ai lavori no. E parlano chiaro così come stanno ancora parlando i numeri. (viamazzocchi.quattroruote.it)

2 commenti
  1. Filippo
    Filippo dice:

    Bell’articolo. Sulla 500 ci sarebbe da parlare per ore. Costa più di una Panda e di una grande Punto ultima serie (vetture più pratiche ma meno emotive). Ultimamente ne ho guidate due (una di 6 anni fa circa e una nuova, stesso motore 1.2) e la cosa che mi ha sorpreso è l’essenzialità di questa vettura, veramente piccola (io guido abitualmente una Grande Punto) e la sensazione di stare su una “scatoletta”. Vero, la nuova versione ha diverse cose in più (schermo touch ecc ecc) ma i sedili sono essenziali e lo spazio interno veramente ristretto. Penso che il marchio Fiat, a livello di utili per vettura, stia in piedi solo grazie a questo modello (i cui costi base sono stati ammortizzati da anni). Un vero fenomeno di costume, anche per quanto riguarda la versione Abarth (sempre vendutissima, al punto da aver affossato la grande Punto Abarth). Peccato il ruolo al quale è stato destinato Giolito…dopo un successo del genere avrebbe meritato di più.

  2. Gian Marco Barzan
    Gian Marco Barzan dice:

    La rinata Fiat 500, anche se non se ne fa menzione nell’articolo, fu in gran parte merito di Lapo Elkann.

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