Autotrasporto, se si ferma è l’apocalisse

Cinque giorni di blocco dell’autotrasporto e il Paese piomba nell’apocalisse.

Si esagera?

Basta provare, ma sarebbe meglio non farlo.

C’è un video di pochi minuti, http://motori.ilgiornale.it/paese-black-se-il-trasporto-merci-si-ferma/  che potete vedere anche sul magazine online Fuorigiri de ilgiornale.it, che descrive giorno dopo giorno quello che potrebbe accadere se tutto il sistema dell’autotrasporto si fermasse. Un monito a chi continua a ignorare questo settore.

E di allarmi, purtroppo, se ne continuano ad aggiungere: dall’esigenza di rinnovare il parco automezzi (il 63,1% è ante Euro 4) al rischio che il mondo della logistica perda competitività, dalle infrastrutture obsolete e pericolose alla fuga all’estero delle aziende italiane, fino al continuo aumento sulle nostre strade di camion guidati da autisti stranieri (costano meno) e agli investimenti in questo comparto che devono essere sostenuti.

Intanto il mercato ha preso una brutta china e per l’anno in corso la previsione è di un calo tra il 15 e il 20%, dopo il -10% segnato nel 2018.

«La politica non ascolta», ha ribadito Franco Fenoglio, presidente di Unrae Veicoli Industriali, all’ultima riunione del Tavolo nazionale sulla sicurezza stradale. Eppure, in Italia, il trasporto su gomma pesa per l’85,5%, rispetto a una media europea del 76,4%. Il sistema italiano, dunque, è molto malato e chi dovrebbe cercare di guarirlo non ci bada. E se il «paziente», in questo caso l’autotrasporto, finisse in coma?

Il video in questione parla chiaro. Giorno 1: chiusura dei centri per il riciclaggio dei rifiuti; farmacie a corto di medicinali; non operatività dei servizi di soccorso e anti-incendio. Giorno 2: rifiuti domestici e dei ristoranti ammucchiati nelle strade; si ferma la produzione industriale; negli ospedali solo interventi urgenti; nei negozi scarseggiamo frutta, verdura e carne; isole ecologiche e cassonetti strapieni. Giorno 3: fine delle scorte alimentari; chiusura dei ristoranti; esaurimento del gasolio nei distributori. Giorno 4: surgelati esauriti; stazioni di servizio a secco; stop per la maggior parte del trasporto pubblico; mancanza di carta. Giorno 5: niente più cibo nei supermercati; i fanghi della depurazione riversati nei laghi e nei corsi d’acqua; aria irrespirabile nelle città. Il video è a disposizione dei rappresentanti della politica.

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