Ferrari che perde in pista vince in Borsa e sul mercato: prime foto del Purosangue

La Ferrari che continua a vincere, nonostante il Covid e la crisi, è quella che produce auto, anzi auto da sogno. Anche il terzo trimestre di quest’anno maledetto ha infatti dato dei risultati positivi e il titolo ieri a Piazza Affari è schizzato a 168,3 euro con un +7,06%. La Ferrari perde in pista, ma vince in Borsa e in strada.

L’amministratore delegato, Louis Camilleri, definisce i risultati «robusti, in particolare in termini di performance dei ricavi». Ferrari ha chiuso il trimestre con un utile netto di 171 milioni, l’1% in più dello stesso periodo del 2019, con ricavi netti per 888 milioni, in calo del 3%, ma con gli incassi del core business +2,6% grazie alle consegne delle Ferrari Monza SP1 e SP2.

L’ebit aumenta del 6,4% o del 4,7% a cambi costanti rispetto all’anno precedente, raggiungendo 330 milioni con un margine del 37,2%. L’ebit di 222 milioni cala del 2% e il free cash flow industriale è di 77 milioni. Le consegne totali sono 2.313, in diminuzione di 161 vetture rispetto all’anno precedente (-6,5%). Sul fronte delle vendite ha un peso il recupero di 500 unità delle 2mila perse a causa delle 7 settimane di stop della produzione per il Covid-19. Inoltre va considerata la scelta di privilegiare alcune aree geografiche rispetto ad altre, come dimostrano la crescita del 12,7% della regione Emea e la flessione del 34,7% delle Americhe e del 25,2% della Greater China.

Il miglior mix di prezzo garantito dalle Monza SP1 e SP2 consente di compensare i minori volumi. «In assenza di qualsiasi potenziale conseguenza di una recrudescenza dell’epidemia da Covid-19 – spiega Camilleri agli analisti – siamo fiduciosi che raggiungeremo il massimo delle nostre linee guida precedentemente indicate per l’intero anno».

Ferrari rivede così la guidance 2020 intorno al limite superiore di quella delineata il 3 agosto, a condizione che l’operatività non subisca l’impatto di ulteriori restrizioni dovute alla pandemia. Si prevedono ricavi netti superiori a 3,4 miliardi, un ebitda adjusted di 1,125 miliardi, un ebit adjusted di 700 milioni e un free cash flow industriale intorno a 150 milioni. «Ferrari – aggiunge Camilleri – ha un portafoglio ordini da record con un basso livello di cancellazioni». Ordini che a ottobre superano del 30% la media mensile del primo trimestre. In Cina grande successo della Roma, con il 50% di ordini in più rispetto a quelli registrati a suo tempo dalla Portofino.

E adesso si aspetta il Purosangue, il primo suv della Rossa, di cui cominciano a circolare foto rubate (via @thedrive e @laragazzadelmotorsport). Purosangue che comunque non verrà presentato prima del 2022, anno dell’annunciata riscossa sportiva. Tutto questo implica, secondo l’ad, «un quarto trimestre molto forte, con livelli record in termini di volumi, ricavi ed Ebitda». La Ferrari fa i conti con le nuove misure di contenimento della pandemia in Europa, in particolare nel Regno Unito dove gli showroom sono chiusi. Qualche modello ha subito un rinvio, ma il quadro sarà più chiaro quando verranno presentati i conti dell’intero anno. «Il 2021 – assicura Camilleri – sarà comunque positivo». (topspeedblog.it)

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