Dopo Parigi anche la Ue vuole invitare i Paesi membri a fissare a 30 km/h il limite di velocità massima nei centri storici

Intanto in Italia l’idea della capitale francese viene imitata da Perugia – BUONI PROPOSITI, MA IN ITALIA POSSONO FUNZIONARE SOLO SE C’E’ CHI CONTROLLA –

Per migliorare la sicurezza in città e ridurre le emissioni inquinanti il Comune di Perugia intende fissare a 30 km/h il limite di velocità dei veicoli a motore nelle aree urbane. Un provvedimento che ricalca una scelta già fatta nei mesi scorsi da Parigi.

In effetti abbassare i limiti di velocità in città può contribuire, anche notevolmente, a ridurre gli incidenti. E, forse, può dare un aiuto a ridurre i livelli d’inquinamento. Ma, se gli automobilisti non rispettano i divieti e se non ci sono controlli, è tutto inutile. Soprattutto in un Paese come l’Italia.

A Parigi, sulle strade urbane, il 30 agosto scorso il limite dei 50 km/h è stato fatto scendere a 30. E – a parte il malumore delle aziende specializzate in consegne che si sono viste costrette a rallentare i ritmi dei loro fattorini e un aumento dei costi per i clienti dei taxi perché i tempi di percorrenza sono inevitabilmente lievitati – non ci sono stati problemi di sorta, né grandi lamentele.

Gli incidenti, soprattutto quelli che coinvolgono i pedoni e i ciclisti, sono diminuiti. I tamponamenti dimezzati. E c’è perfino chi sostiene di respirare aria più pulita.

Il successo è stato tale che anche altre città francesi hanno già imitato l’esempio di Parigi. E la Commissione Europea è ora pronta ad emanare un invito a tutti i Paesi membri a introdurre limiti di velocità a 30 km/h al posto dei 50 in tutte le aree urbane, o quantomeno nelle zone a più alta densità abitativa e in quelle con elevato numero di pedoni e gente in bici. Una risoluzione in tal senso è stata già approvata il 6 ottobre scorso dal parlamento europeo con 615 voti favorevoli, 24 contrari e 48 astensioni.

La decisione del Comune di Perugia di abbassare i limiti di velocità in alcune aree urbane a 30 km/h non fa, quindi, che anticipare quella che presto sarà una direttiva per tutti i Paesi e per tutte le città europee. E per questo non può che essere accolta con piacere. Ma c’è una perplessità che nasce spontanea: una scelta del genere, in una città italiana, riuscirà a dare gli stessi effetti che sta dando a Parigi e in altre località francesi?

In Francia, infatti, la cultura degli automobilisti è ben diversa da quella degli automobilisti italiani. La segnaletica, per esempio, è rispettata scrupolosamente. I controlli da parte delle forze dell’ordine sono serratissimi. E chi sgarra viene sanzionato pesantemente. Rischia l’arresto perfino chi è recidivo a violare i limiti di velocità. Ovvio, quindi, che i francesi non abbiano esitato a rispettare i nuovi limiti. Ma in Italia, dove tuttora i controlli della velocità nelle aree urbane sono una rarità e l’uso dei bassi limiti di velocità è servito solo a ridurre le responsabilità di certi enti che li applicavano per ovviare alla presenza di fondi stradali dissestati, gli automobilisti sono pronti a fare altrettanto?

1 commento
  1. LEONARDO LIBERO
    LEONARDO LIBERO dice:

    Nel più benevolo dei casi, è l’ennesima riprova dell’ignoranza dei decisori in materia di energia e di auto termiche. Le quali, a ridotta velocità, nei centri storici devono usare le marce basse, consumando più carburante e produrre maggiore inquinamento ANCHE per la minore efficienza dei motori.
    A parte questo, rimane il fatto che la maggior parte degli inquinanti da traffico veicolare non è prodotta di motori, ma dal logorio dei pneumatici e delle pastiglie dei freni. Nel meno benevolo di casi, è l’ennesimo regalo fatto dai Pubblici Poteri ai petrolieri

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