FORMULA E – Show a Jeddah: Nissan detta legge, Barnard ruba la scena
L’ePrix di Jeddah ha visto il dominio del powertrain Nissan, con Oliver Rowland che conquista la vittoria nel secondo round e la leadership del campionato con 68 punti. Weekend caratterizzato dal PitBoost al venerdì e da spettacolari rimonte al sabato. Due podi per il giovane Taylor Barnard della McLaren. Nissan domina anche la classifica costruttori con 130 punti
Con un primo, due secondi e un terzo posto il powertrain Nissan è sicuramente quello che si è rivelato più adatto al Croniche Circuit, il tracciato permanente di Formula 1 rimodulato per la Formula E (3.001 metri) che per la prima volta ha fatto tappa a Jeddah. Con un primo e un terzo posto e con quattro monoposto a punti venerdì e tre sabato, anche le monoposto del gruppo Stellantis schierate dalla DS Penske e da Maserati hanno dimostrato di trovarsi a proprio agio sulla pista saudita, dove il mondiale elettrico è tornato per la settima volta.
Duelli, strategie e colpi di scena
I grandi protagonisti sono stati tre: Maximilian Günther, il tedesco ingaggiato dalla squadra franco americana, e i due piloti britannici Oliver Rowland e Taylor Barnard. Günther perché nella giornata di venerdì ha centrato il bottino pieno (pole, successo e giro veloce) riuscito finora solo altre due volte nelle precedenti 10 stagioni. Una volta a Sébastien Buemi e una a Daniel Abt. Sabato, il tedesco ha invece sbagliato subito e al primo giro ha tamponato Antonio Felix da Costa (Tag Heuer Porsche), costringendo entrambi al ritiro. A fine gara è andato sportivamente a scusarsi ai box della scuderia di Zuffenhausen.
Rowland ha rischiato di vincere entrambi gli ePrix: in quello di venerdì, il primo con il PitBoost, la ricarica ultrarapida obbligatoria che movimenta la corsa e consente di mettere a punto nuove strategie, è stato sorpassato proprio da Günther solo all’ultima curva. Sabato si è riscattato andandosi a prendere la quinta affermazione in carriera nel mondiale elettrico dopo aver gestito bene non solo gli Attack Mode, ma anche l’energia. Richiamato lo scorso anno dall’italiano Tommaso Volpe che guida le operazioni di Nissan in Formula E, Rowland si è issato al comando della classifica generale con 68 punti, tutti ottenuti nel 2025, perché nell’esordio stagionale di dicembre a San Paolo era andato in bianco.
Il ragazzo terribile che infiamma la Formula E
Taylor Barnard – il più giovane del mondiale con i suoi 20 anni – è salito due volte di fila sul podio e sabato ha conquistato anche la sua prima e imperiosa pole con la monoposto arancione della Neom McLaren, cliente di Nissan. Alla sua prima vera stagione “elettrica” (aveva esordito lo scorso anno a Monaco perché Sam Bird si era infortunato a una mano un paio di ore prima della partenza e aveva poi disputato entrambi gli ePrix di Berlino, andando due volte a punti), Barnard è al suo terzo podio stagionale. Misurato nelle parole, concreto in pista e “affamato” quanto basta, il ragazzino lanciato nell’area planetaria da Ian James sta ripagando la sua fiducia: è secondo nella classifica individuale e la sua prima affermazione non sembra lontana.
Rimonte record e sorprese in classifica
Le tre classifiche – piloti, squadre e costruttori – premiano i portagonisti del fine settimana arabo che ha consegnato alla storia del campionato nuove strategie con il PitBoost di venerdì e regalato emozioni con tre grandi rimonte di sabato. Sono state quelle di Jake Dennis, che al volante della 99x electric della Porsche impiegata dalla Andretti è risalito dal 19° al quarto posto, di Nick Cassidy (Jaguar Tcs), passato dalla 17° alla quinta piazza, e di Stoffel Vandoorne con la Tipo Folgore della Maserati, partito ultimo nonostante il terzo tempo in qualifica (ha dovuto scontare una penalità perché il suo estintore non era collegato correttamente), è arrivato sesto – sempre a punti in questo campionato.
A Miami, dove si correrà dopo due mesi di pausa l’ePrix numero 5 , Rowland si presenterà con 68 punti, 17 in più rispetto a Barnard. Poi da Costa a 39 e Günther a 37. Fra le squadre la Nissan comanda grazie ai soli punti di Rowland, perché la seconda guida, Norman Nato, non ha ancora mosso il tabellino. Alle sue spalle ci sono la cliente Neom McLaren (67), la Tag Heuer Porsche (64) e la DS Penske (63). La casa giapponese ha un vantaggio impressionante nel trofeo costruttori, vinto la pasata stagione della Jaguar: è già a quota 130 e vanta un margine di 47 lunghezze su Stellantis e di 50 sulla Porsche. La casa britannica è quarta a 58 e paga non solo le prestazioni sottotono di Cassidy e di Mitch Evans, ma anche quelle incolori dei due piloti della Envision, la squadra cui fornisce le monoposto: Sébastien Buemi e Robin Frijns hanno collezionato appena sei punti (tutti ascrivibili all’elvetico), gli stessi della Cupra Kiro, peraltro motorizzata Porsche, seppur con il powertrain della scorsa stagione e con due guide indubbiamente meno esperte. Sempre ferma a quota zero la Lola Yamaha, al suo debutto assoluto, anche se assieme alla esperta e vincente scuderia tedesca Abt.
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