Guai avere due auto a Roma. Una storia vera

L’Ospite di Autologia, Enrico Ognibeni, esperto di Comunicazione

Sapevate che chi abita a Roma e vuole un permesso per parcheggiare sulle strisce blu nella propria zona di residenza, può ottenerlo solo se è proprietario di una sola vettura? È proprio così: un vero assurdo, sancito dalle deliberazioni della Giunta Comunale n.183 del 16 gennaio 1996 e n.1459 del 7 maggio 1996 e successive modifiche e integrazioni.

Il fatto risulta ancora più incomprensibile se si pensa che l’adesivo posto sul parabrezza, ovviamente, può fare riferimento solo ad un’autovettura e solo quella potrà parcheggiare liberamente nella zona a pagamento. Quali timori, dunque, sussistono per redigere una norma così restrittiva, che, fra le grandi città, solo Roma applica?

La pedante applicazione di questo criterio da parte degli Uffici Mobilità dell’ATAC, l’Azienda di trasporti romana, porta a degli assurdi, che non ammettono deroghe  e di cui vi parlerò nel seguito.
A e B sono due sorelle che guidano l’una la vettura dell’altra. A risiede a Roma e B a Torino. La motivazione è semplice: B è proprietaria di una vecchissima SMART che difficilmente sarebbe stata in grado di affrontare 700 chilometri di viaggio per arrivare a Torino, mentre A è titolare di una TOYOTA Aygo di recente acquisizione. A quel punto A dice a B: tu prendi la mia macchina e io, che giro solo per Roma, mi tengo la tua. Richiedono il comodato d’uso, previsto per legge, e così, guidando l’una la macchina dell’altra, in esclusiva, si recano a chiedere i permessi di parcheggio nei rispettivi centri di residenza. Nessun problema a Torino dove il permesso viene rilasciato “a vista” dalla STA, ma a Roma non sentono ragioni: quella è la norma e quella va messa in atto. Alle rimostranze di A, che trova incomprensibile, non potendo usare altra macchina che quella della sorella, che la titolarità di un altro mezzo le precluda il diritto di parcheggiare in zona blu vicino a casa, l’inflessibile sportellista fa orecchie da mercante e replica che quella è la norma e quella va applicata. Né la richiesta di spiegare il motivo di una deliberazione così assurda trova ascolto: lo chieda al Comune. Figurarsi, hanno detto no alle Olimpiadi e si sono “filati” quanto sappiamo il Presidente del CONI, quali possibilità avrò io di essere ascoltata? Forse risolverei – pensa A – con due passaggi di proprietà, ma 800 euro sono poco meno del valore della macchina che sto guidando, ne vale la pena? E così, nell’impossibilità di fare qualcosa, subirò quest’ingiustizia e mi darò da fare per cercare ogni giorno quei rarissimi spazi liberi, non a pagamento, dove lasciare la macchina che guido.
Un ennesimo sopruso verso un cittadino privo d’ogni mezzo per difendersi.

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