Ibride meglio delle elettriche, ma vendite ancora deludenti

L’Ospite di Autologia: Tommaso Tommasi.

Se il mercato europeo delle auto elettriche continua ad essere una specie di fantasma che si aggira nei Paesi del Vecchio Continente (58.582 immatricolazioni, pari allo 0,5% dell’intero venduto dell’anno 2014 in Europa Occidentale) rendendo gli incrementi percentuali il ridicolo nel ridicolo ( +51,7%, ma solo 19.958 vendite aggiuntive), non è che le ibride stiano andando molto meglio. Certo, i numeri sono almeno a 6 cifre e non a 5 (196.790 vetture targate, sempre per l’intero 2014, in crescita del 14,6% con valore di quota sul totale delle vendite dell’1,6%)   ma siamo lontani anni luce da quel che dovrebbe essere la diffusione di motorizzazioni ecologiche, delegate a rendere più respirabile l’aria nella quale ogni giorno siamo immersi. I numeri , rilevati dalla AID Newsletter, mettono dunque sul tappeto un problema che è ancora tutto da risolvere. Perché nei fatti, l’offerta di auto ibride e ibride plug-in (queste ultime la soluzione più vicina alla possibilità di circolare sulle strade urbane in modalità solo elettrica) non fa parte di molti listini, a parte quelli della Toyota e della Lexus. Le vetture dei due marchi del colosso giapponese, che per primo ha creduto nella soluzione mista motore termico-motore elettrico, beccandosi persino qualche ironica battuta di top manager le cui Case ora si affannano a proporre la medesima tecnologia cercando di recuperare il terreno perduto sul fronte commerciale, in effetti sono le uniche protagoniste del piccolo mercato con numeri almeno degli di rispetto.

In ogni caso, evitando di parlare delle vetture elettriche che diventeranno argomento di conversazione solo se la Apple nel 2020 manterrà la promessa di scendere in campo con una sua vettura a batterie, oggi si deve ancora registrare l’assenza della soluzione ibrida su vetture alla portata di tutti, unica eccezione la Yaris, che comunque non è regalata. Per dirla in modo sintetico, dunque, l’ibrido si diffonderà esprimendo una quota significativa delle vendite mondiali garantendo il suo contributo all’ecologia solo quando uscirà dall’aureo ghetto delle premium o comunque delle auto che non si offendono ad essere chiamate di massa.

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