Ieri oggi e domani

In meno di dieci giorni ho guidato un’automobile eccezionale, per il presente; sono stato nel futuro, nel centro prove della Bosch; mi sono concesso una mattinata al Concorso d’Eleganza Villa D’Este, splendidamente organizzato da BMW, per non dimenticare il passato.

In meno di dieci giorni ho viaggiato dal presente al futuro e dal futuro sono rimpiombato nel passato.

Ho scoperto così che la nuova Audi Q7 con carrozzeria in alluminio e nuovo pianale, che con le dovute modifiche servirà tutti i futuri SUV del Gruppo, è un’auto eccezionale e che l’ingegneria ha fatto passi da gigante. Come comfort, come tenuta di strada è il mio nuovo punto di riferimento. E aggiungo solo che sarebbe bellissimo che ad ogni nuova generazione di vetture ci fosse un salto in avanti così percepibile. Mi ha davvero sconvolto la tenuta ma anche il perfetto isolamento della scocca. Per quanto riguarda invece le quattro ruote sterzanti, che anche la Q7 offre oltre a diverse BMW e alcune Renault, rimango della mia idea: vanno bene per chi non cerca le massime prestazioni in curva e vuole agilità, ma se si impegna l’auto è meglio non averle. Il motivo è presto detto: le correzioni in appoggio inducono alle medio o alte velocità delle variazioni che non consentono di ben percepire il limite dell’auto. Quindi su un percorso tipo Bologna-Firenze diventano assai poco appaganti se si vuole viaggiare svelti e in più stressano chi guida perché impongono correzioni di traiettoria tutt’altro che piacevoli.

In Bosch invece ho avuto conferma su quanto continuo a sostenere: ci vuole più attenzione nella comunicazione. Bisogna saper valorizzare la professionalità. In particolare ho letto tanto sulla guida autonoma con titoli che annunciano rivoluzioni, ma come ha ben chiarito Bulander, il numero uno del maggior supplier al mondo, un conto sono gli aiuti al guidatore sempre più numerosi, un altro è la guida totalmente autonoma, che non tanto facilmente arriverà a breve, sia per problematiche legali, sia per tutto quanto sta attorno al sistema, precisione GPS e cartografia, ma anche radar e sensori vari. Parlare con Bulander è stato piacevolissimo per la sintonia immediata anche sul tema della mobilità di domani e i conseguenti scenari futuri, oltre che per la sua chiarezza. A domanda, ad esempio, sui vantaggi che la legislazione europea sia più severa sull’inquinamento rispetto a quelle americana e asiatica ha sostenuto che ciò permette al Vecchio Continente di poter vendere tecnologia, così da generare posti di lavoro e ovviamente denaro. Mettendo sulla bilancia i vantaggi e gli svantaggi (le auto europee con sistemi più evoluti costano di più) appare quindi chiaro che questa strada non va abbandonata, seppur per i consumatori non sia tanto premiante economicamente. Inoltre abbiamo anche parlato del progetto Google Car, perché Bosch è fornitore anche loro, è sempre Bulander la vede come una opportunità oltre che una potenziale rivoluzione pari a quella della telefonia.

Presente, futuro ma anche passato. A Villa d’Este sul lago di Como è stata protagonista la storia. Su questa manifestazione che da anni è sotto l’ombrello di BMW non si può dire che meraviglie: per la location, per l’organizzazione, per le vetture esposte anche se…pochissime erano in condizioni originali. La maggioranza era rifatta, tra l’altro alcune bene, altre meno all’occhio attento. Scandaloso poi che alcune auto presentate avessero penumatici moderni quando esistono quelli classici.

Mi sono segnato una BMW M1 con meno di 10 mila km all’attivo e una spettacolare Ferrari con il suo interno, che oltre al profumo, dispensava emozioni a guardalo e toccarlo, perché vero, mai toccato e rifatto. Una goduria per olfatto e tatto. A Villa d’Este ho trovato Lapo che da tempo non vedevo in splendida forma (anche se la sua California non era all’altezza del suo estro e si poteva risparmiare il poco elegante arrivo al cancello di cui hanno malignato su tutto il web), ma soprattutto mi sono divertito tantissimo. Con un gruppo di conoscenti del Vecchio e Nuovo continente, tutti appassionati e beati loro collezionisti di auto spettacolari, ci eravamo organizzati dei giochi: una sorta di caccia al tesoro all’auto per noi più intrigante, per quella più curata, per quella più originale…per quella con la soluzione tecnica più particolare, per quella che aveva il dettaglio interno più elegante. A tempi stabiliti ci dovevamo trovare davanti a quella che rispondeva secondo noi al tema. E con sommo stupore ogni volta ci siamo trovati in tanti davanti alla stessa auto. Ma perché vi domanderete racconto questo? Semplicemente perché siamo arrivati a pensare che l’automobile d’epoca debba avere i segni del tempo. Quelle tutte restaurate, perfette… danno meno emozioni. Questo pensiero non è nuovo di certo, ma mi serve per dire che l’automobile è un generatore di emozioni che affina la sensibilità e la cultura. Quindi sia l’automobile di ieri, sia quella di oggi, sia quella di domani ha e avrà sempre un perché, anche se quando ci sarà l’elettrodomestico con le ruote che porta da A a B senza alcun intervento umano, se dotata di parola qualcosa pur sempre darà.

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