Contro Stile: In viaggio alla scoperta delle automobili contro lo stile
L’industria dell’Automotive nell’ultimo decennio è stata travolta da un vero e proprio tsunami.
L’entrata prepotente della Cina sui mercati, abbinata alle nuove strategie aziendali sempre più globali e orientate a motori ibridi o elettrici, oggi determina, nella fase di ideazione e in quella di sviluppo ingegneristico, forti cambiamenti in termini di priorità, processo e tempistiche.
Il disegno della carrozzeria ( esterni /interni ) ha subìto una sconfitta tecnico-culturale senza precedenti.
Le proposte di Stile, imprescindibili nella disciplina del Car Design, da parte di Brand affermati e di Start Up si susseguono rapidamente proponendo soluzioni estetiche orientate soltanto alle tendenze del momento.
Aggressività, arroganza e decoro eccessivo, associati a un basso livello culturale, sono i nuovi ideali degli “stilisti” che, con la complicità di un marketing sempre più prepotente determinano il “ testa coda” stilistico che stiamo vivendo oggi. A tutto ciò si aggiunge una buona dose di pigrizia intellettuale dei designer nell’affermare e difendere la propria personalità.
Uno scenario preoccupante, una tempesta perfetta, in cui Marketing e Comunicazione assumono la leadership e la fanno da padrone in modo eccessivo. Così, ogni aspetto formale viene esasperato con richieste di decorazioni additive, inutili e sconcertanti, mirate al solo apparire e a ottenere effetti speciali che troppo spesso affondano nel cattivo gusto.
GAC M8 2023 poche idee ma confuse
La prima tappa di questo viaggio ci porta in Estremo Oriente, in particolare in Cina, a Guangzhou, sede di uno dei più grandi gruppi della Repubblica popolare.
Ed è proprio qui che troviamo la GAC M8. La vettura di serie “made in China”, derivata dalla Space Concept 2022, è sicuramente un perfetto testimone di quanto affermo da tempo.
GAC Motor definisce, seguendo con grande devozione le indicazioni del Marketing, la nuova filosofia di Design “ Hi-Tech Industrial Aesthetics “ e il suo nuovo linguaggio stilistico “ semplice e puro”.
Si ispira al leone, animale che nella cultura cinese è simbolo di forza e superiorità.
L’espressione formale di tutto ciò che dicono si manifesta sul frontale con la “ Soaring Winds 2.0 grille “ e gli “ Eye Opening Headlights ”.
Siamo di fronte a un chiaro esempio dove la cultura e il linguaggio del Design vengono utilizzati e presi a prestito per coprire, se non addirittura seppellire in modo definitivo, la totale mancanza di un’idea creativa.
I protagonisti di questo scempio tendono a mettere in evidenza soltanto l’aspetto superficiale del Design, che in questi ultimi anni si è trascinato nella ambiguità, amplificando e giustificando ogni espressione fino a sconfinare nel ridicolo. La parola d’ordine, insomma, è apparire!
La GAC M8, definita da loro stessi “semplice e pura” è ….brutta, diciamolo pure.
Inutilmente appariscente, una vera accozzaglia di citazioni estetiche, prese a casaccio da Marchi storici, dalle loro autovetture ( …come Lexus – Rolls Royce – Cadillac ) e sparpagliate su una architettura banale e sproporzionata. Senza regole, poi, sono le proporzioni generali della vettura.
Il frontale con la sua calandra metà elettrodomestico anni 50 e metà “teiera liberty”, affiancata dai “ denti draculiani “ impietosi dei gruppi ottici, è sovradimensionato, gigantesco, persino grottesco. La cromatura luccicante della griglia è esasperatamente aggressiva fino a scadere nella volgarità.
La fiancata, pesante come un muro di cemento armato, mette in opposizione i due parafanghi con una piega “ origami “ senza un inizio e una fine. Completa il tutto l’inutile fragilità del montante posteriore, che si appoggia privo di volume e instabile sul corpo vettura. Le ruote sono troppo piccole di diametro rispetto alle grandi superfici che devono sostenere e “annegano” nella vastità della carrozzeria.
Il posteriore non rivela altro che un appariscente gruppo ottico sovradimensionato. Le innumerevoli sfaccettature di cui si compone ricordano una goffa armatura da torneo medioevale, senza però la grazia dei colori del casato.
Gli interni, sebbene ingarbugliati da una ulteriore strategia di design fantasiosa e difficile da comprendere, sembrano meglio imbastiti. Sicuramente costretti da una maggiore attenzione all’ergonomia e al comfort, anche se non disdegnano un’ eccessiva dedizione a decorazioni inutili e superflue.
Vorrei chiudere con una citazione di Giorgio Armani, ripresa da un’ intervista di Roberto Gervaso sul Corriere della Sera di molti anni fa ( 20 agosto 1980 ): ” Lo Stile è eleganza non stravaganza. L’importante è non farsi notare ma ricordare”.
Meditate gente…..
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