Intervista a Pierfrancesco Caliari, direttore generale Ancma

D: La mia prima domanda riguarda entrambi: nati negli anni ’60, abbiamo vissuto la moto quasi come una necessità, sia di indipendenza sia di emancipazione, inverni freddissimi e ben poco abbigliamento tecnico ci hanno accolto in quel mondo, cosa spinge ora un ragazzo, o una ragazza, a volere la moto?

R: direi che gli obiettivi sono cambiati e forse anche in meglio paradossalmente. Noi eravamo costretti oggi per loro è una vera scelta consapevole. Quindi non più una cosa che, per molti, si abbandonava con la maggiore età con lautomobile, ma una vera passione che poi durerà nel tempo. Certo oggi i costi per accedere alle due ruote sono molto più alti (patente, bollo, assicurazione, casco etc) ma la sicurezza e la consapevolezza di essere parte del traffico, sicuramente più importante di allora, ha reso tutti i neofiti più responsabili. Però il freddo che ho preso da ragazzo me lo ricordo ancora….

D: Davanti ai licei qualche moto si vede, chi le compra è autonomo o è spinto dal padre?

R: autonomo non direi anche solo per i costi della vita odierna…. Non so se ci sono genitori che incitino i figli ad andare in moto in città, penso che questo invece possa succedere in località più “tranquille” o con fini ludico sportivi.

D: esiste un pubblico adulto della moto? Intendo dire, per anni è stata anche moda, dalle  inglesi, poi alle Kawasaki tre cilindri, passando per le Honda Four, arrivando alle Harley Davidson per poi approdare ora alle BMW. Un ritratto del motociclista maturo del terzo millennio.

R: Un motociclista più consapevole e meno wild” forse. I tempi del motociclista brutto e cattivo” penso sia finito. Oggi la moto, non solo lo scooter, è diventata anche mobilità urbana quindi un mezzo di spostamento. La tendenza del momento sono le moto identificate come cross-over” cioè quei prodotti che ti consentono di viaggiare comodo ma anche di trovare quello spazio un po’ trasgressivo in fuoristrada che ti consente di pianificare uscite o viaggi su percorsi misti e che per come sono le nostre strade in città …. Vanno benissimo. Quindi siamo di fronte a motociclisti non più corsaioli o bad boys ma persone più consapevoli forse meno epici come iconografia.

D: anni or sono in autostrada sciamavano motociclisti in gruppo equipaggiati per viaggi a lunga distanza: esiste ancora il mototurista?

R: assolutamente si anzi è in crescita piena.

D: gli scooter hanno allontanato dalla moto o hanno avvicinato alle due ruote?

R: direi che ha avvicinato e specialmente ha avvicinato le donne che spesso costrette alle due ruote per motivi di commuting urbano hanno scoperto il piacere delle due ruote.

D: La MTB è la nuova moto da enduro o è il frutto della devirilizzazione del maschio attuale?

R: no direi che la MTB a pedalata assistita è un modo in più per divertirsi con le due ruote e anzi per fare certe cose in bici direi che ci vogliono gli attributi!

D: che spazio per la moto tradizionale?

R: direi lo stesso spazio che aveva prima ma in modo più consapevole per chi la usa e meno stereotipizzazione per chi la giudicava male prima.

D: Vedi un futuro dell’elettrico a due ruote? O forse più sui quadricicli?

R: lo vedo sulla mobilità specialmente urbana ma si farà spazio anche negli altri segmenti. Più lentamente però. Le due ruote sono un mezzo già sostenibile in termini di emissioni, spazio e tempi di utilizzo.

D: Come immagini il mondo della moto fra dieci anni?

R: un mondo più conviviale, più rilassato nelle prestazioni, più fruibile per disponibilità di prodotti a costi minori e spero sempre più sicuro passivamente sia per infrastrutture allaltezza dei motociclisti.

D: Il fuoristrada è una specie a rischio, dalle prealpi bergamasche, vivaio naturale, arriveranno campioni come Gritti nella regolarità o Galeazzi nel trial, ora con divieti e politici senza idee ma con la insana voglia di vietare…?

R: beh non direi a rischio anzi in grande aumento. Le voci di restrizioni sono state e sono fuori misura poiché a livello legislativo non è cambiato nulla. Poi è vero ci sono località dove lideologia supera il buon senso ma per fortuna sono limitate e siamo sempre pronti a difendere la libertà di culto”.

D: giovani in pista ne abbiamo? Valentino Rossi è stato un fenomeno trainante per i ragazzi che desideravano cimentarsi in competizione?

R: Si certo VR46 e Tony Cairoli sono stati e sono un grande volano per i giovani che vogliono iniziare questo sport in pista o in fuoristrada. E la FMI sta facendo un grande lavoro sui giovani.

D: Una considerazione finale, personale e sulla voglia di moto ?

R: Sono convinto che le due ruote nel prossimo futuro saranno sempre più protagoniste della vita di tutti giorni e dei momenti di ricreazione. Quello su cui bisogna continuare a tenere alta lattenzione è la ricerca continua della sicurezza delle infrastrutture. Solo questo ci permetterà di aumentare la voglia e la richiesta di due ruote in tutte le sue opportunità.” #usaledueruote

2 commenti
  1. Mauro
    Mauro dice:

    D’accordissimo su tutto. Aggiungerei solo una cosa: chi veramente fa qualcosa in Italia per aumentare la sicurezza passiva? Non FMI. Qualche Associazione sporadica, no profit, anonima, non sostenuta da Stato, Aziende, spesso non compresa dai motociclisti che preferiscono rimanere nell’ombra. Quindi, chi come noi si Comitato Coordinamento Motociclisti APS ( chi?) da undici anni segnala buche, pericoli stradali, ghiaia, cartelli penzolanti, cassonetti posizionati in curva, rallentatori fuori norma, facendoli sistemare, da chi potrà avere aiuti concreti? Da ANCMA?

  2. Filippo Zanoni
    Filippo Zanoni dice:

    Bell’intervista. Anche io ricordo il gelo preso in Vespa quando ero ventenne, fossi approdato 14enne al mondo delle due ruote motorizzate sarebbe stato meglio. Negli anni ’90 fuori da molte scuole superiori c’era una bella sfilza di moto stupende, poi il fenomeno si è attenuato, tra i più giovani la moto va solo nelle province. Negli ultimi 20 anni hanno le enduro stradali l’hanno fatta da padrone, grazie alla comodità e alla versatilità.

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