Facebook e la passione per l’auto

Ormai per i più giovani Facebook è roba da vecchi. I linguaggi e la comunicazione dall’avvio dei social hanno subito un’evoluzione incredibile, con il social network di Mark Zuckerberg che ha aperto le danze. Sono poi arrivati Twitter, Instagram e il più recente Tik Tok. Tutta l’evoluzione ha seguito la “regola” della velocità e della crescente importanza dei video e delle foto, soprattutto su Instagram e Tik Tok.

Facebook però ha mantenuto una sua importanza per chi lo sa usare bene: cosa che può avvenire nei gruppi dedicati ad argomenti specifici. Sono tantissimi e svariati: si va dalla passione per certe valli alpine alla vela. Se si ha la pazienza di cercare quelli più affermati si scoprono molte informazioni utili per coltivare la propria passione. Non fanno eccezione i gruppi di appassionati di vetture storiche dove, come in una rivista “virtuale” è possibile avere molte informazioni.

Ci sono gruppi piacevolmente “goliardici” come “Rust Boys” (11.669 aderenti) dove però sono concentrati tanti appassionati di vetture di tutte le epoche (molto competenti), fino a quello “amici della Collezione Lopresto” (3.240 aderenti) dove ci sono bei post sulla collezione del celebre collezionista di vetture italiane (e dei suoi amici). Una fonte di cultura dove ogni giorno si possono cogliere dettagli della storia dell’automobile. Ogni gruppo insomma declina in modo diverso l’interesse per le vetture storiche, d’epoca, oldtimer e youngtimer. Il tutto, è importante stabilirlo, con grande informalità.

Spirito che non è possibile trovare nelle grandi riviste come Ruoteclassiche,  La Manovella e Automobilismo d’Epoca. Le quali, per forza di cose, devono mantenere uno stile un po’ più rigido e puramente informativo. Col tempo però gli appassionati, soprattutto quelli nati dagli anni ‘70 in poi, hanno sentito la necessità di essere più spontanei, che talvolta si concretizzano anche nei raduni dove la “liturgia” prevede il classico giro e la conseguente sosta al ristorante (con tempi e itinerari stabiliti). Sono incominciati a diffondersi così i raduni informali (ma a questo dedicheremo un altro scritto). C’è da dire però che enti come l’ASI stanno cercando di attrarre giovani con apposite iniziative, uno sforzo apprezzabile condotto dal presidente dell’ASI Alberto Scuro e dall’apposita commissione.

L’ultimo nato tra i gruppi di appassionati, è “puntatacco” fondato da Filippo “bullit” Giardini a metà gennaio (ora ha già 307 aderenti). Giardini, restauratore lombardo, ha saputo prima aggregare con i post della sua pagina personale una grande quantità di amici grazie a contenuti sempre interessanti, in grado di dire sempre qualcosa di nuovo. Tutto corredato da foto. Molto precisi anche i resoconti dei suoi restauri (ultima una Ford Escort prima serie recuperata nel garage di un condominio romano). Oggetto dei post sono le vetture degli aderenti (dove ognuno si presenta), ma in futuro si animerà di sicuro con altri interventi. Il pregio (rarissimo su FB) di Giardini è quello di avere uno stile personale e la capacità di far esprimere tutti i simpatizzanti anche se non si condividono le opinioni sulla design o sulle soluzioni tecniche di certe vetture. Un sano confronto, utile a tutti per imparare: tra gli ultimi post quello sulla Mini bimotore che corse alla Targa Florio e una bella discussione intorno alla BMW Z3 Coupé, il van Chevrolet Astrovan V6 4X4 e varie “proposte” delle dune buggy. Non manca il canale Youtube (cercare Filippo Bullit Giardini) dove l’esperto dà vari consigli sulle vetture storiche o tratta argomenti ad esse inerenti.

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