La Stelvio va nella direzione opposta rispetto al concetto di guida autonoma

Vinceranno la passione e l’essenzialità?

Oppure a prevalere saranno le console delle automobili sempre più simili alla cabina di un aereo, tanti sono i tasti presenti?
Oppure, ancora, a entrare nelle grazie del pubblico sarà l’abitacolo-ufficio?
E la guida autonoma, quella che può fare a meno del pilota, già realtà sulla carta, ma la cui vera diffusione è ancora lontana?
In realtà, il problema principale da abbattere è quello della distrazione. E non solo per l’utilizzo indiscriminato dello smartphone mentre si guida.
Le fonti di distrazione sono tante. E i costruttori devono cercare di ridurle al minimo, eliminando soprattutto le funzioni di cui si può fare tranquillamente a meno.
Reid Bigland, il manager americano che Sergio Marchionne ha posto a capo dei marchi Alfa Romeo e Maserati (https://autologia.net/parere-degli-esperti-sul-cambio-al-vertice-maserati-alfa-romeo/), nel presentare Stelvio, primo Suv del Biscione, ha parlato chiaro: “Questa è un’auto creata per essere guidata e va nella direzione opposta rispetto al concetto di guida autonoma”. Un’affermazione coraggiosa e dirompente. In verità, Alfa Romeo Stelvio di tecnologie ne porta a bordo, incluse quelle che riguardano la guida assistita. Ma senza esagerare. Tutto è limitato all’essenzialità e alla semplicità. Perché a vincere devono essere il piacere della guida e la facilità di accesso alle funzioni previste.
La parola passa al pubblico. Le scommesse sono aperte.

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