“Doppietta e punta tacco La mia vita con La Volpe Argentata”

“Doppietta e punta tacco La mia vita con “La Volpe Argentata”: un divertentissimo libro che gode anche di due importanti prefazioni: quella di un grande giornalista, quella di Carlo Cavicchi, per anni direttore del noto settimanale Autosprint, poi del settimanale SportAutoMoto e infine del mensile Quattroruote – e quella di un’altrettanto nota conduttrice della RAI TV: Antonella Clerici.

Autrice ne è una nota romana, Prisca Taruffi che parla della sua vita con il padre, l’ingegner Piero – poi soprannominato “La volpe argentata”, uomo geniale del quale io (ancora giovane, 18enne, avevo già letto qualcosa di importante.

 

1) Prisca, cosa aveva fatto suo padre nel 1957

“Ha vinto l’ultima Mille Miglia su una Ferrari 315S, una barchetta alla quale – d’accordo con Ferrari (come spiego nel mio libro) – facendo applicare un parabrise supplementare in altezza, utile per tratti di guida in scia, dietro a chi lo precedeva”.

 

2) Si era anche fatto fare 2 solette d’amianto…

“Sì, a misura di piede, mettendole nelle scarpe per alleviare il calore del pianale sviluppato dal potente 12 cilindri della vettura. E quella Mille Miglia l’ha corsa senza un compagno, senza un navigatore: si era praticamente imparato a memoria tutto il percorso!”.

 

3) Suo padre era già noto da qualche anno, prima di quella Mille Miglia…

“Certo. Nel 1954 si era inventato il “TARF 500”, veicolo composto da 2 “siluri” affiancati, ognuno dei quali con 2 ruote – anteriore e posteriore – in totale 4 come per un’auto, dotato di motore motociclistico della Guzzi da 500 cc nel siluro di destra, mentre lui era seduto per guidare in quello di sinistra. Con il Tarf superò i 200 km orari sul circuito francese di Monthlery”.

 

4) E’ stato soprannominato “Volpe Argentata”. Perché?

“Se l’è meritato per le sue astuzia e bravura in gara, alla “Carrera Panamericana” che si correva in Messico. Ma anche per i suoi capelli argentei già all’epoca. Un soprannome datogli dai messicani: “El zorro plateado”, dal messicano, appunto, proprio “Volpe Argentata”!

Dopo aver letto circa il 1° quarto di pagine, è da leggere il capitolo nel quale Prisca descrive un suo obiettivo. Dice:”Uscire definitivamente dalla protezione della famiglia, un ambiente che ti circonda fin dai primi passi…”

 

5) Prisca, era già appassionata di motori, ovviamente con un padre così…Ma prima si è interessata a cosa?

“Alle moto. Sfogliando vedrete un paio di mie foto su un’Honda CB 400 e su una 650 CX: con la quale, partendo da casa, sono anche andata in vacanza in Grecia”.

 

6) Come si è avvicinata alle auto iniziando una carriera di tutto rispetto?

“Un mio amico dell’Ufficio Stampa di Vallelunga mi ha trovato una scuderia che mi ha offerto una vettura sportiva, una Renault 5Turbo. Papà mi ha accompagnata e sono scesa in pista da sola. Dopo qualche intraversata e un testa-coda gli ho chiesto di sedersi a fianco e fare qualche giro con me. Alla “curva Roma” – che precede il rettilineo del traguardo – io stavo iniziando ad accelerare quando papà ha messo il suo piede sinistro sul mio destro già sull’acceleratore e mi ha gridato:”Tieni giù, non mollare!”. La R5 è rimata in traiettoria, uscendo dalla curva molto velocemente. Insegnamento che non ho dimenticato”.

 

7) Nel 1984 ha debuttato in gara proprio a Vallelunga (ancora con una Renault 5 Turbo), dove giornalisti e fotografi aspettavano “la figlia della Volpe Argentata”.

“Sì. Accanto a mia madre c’erano anche Emanuele Pirro e papà. Il quale ha detto a mia madre: ”Non preoccuparti, la pista è sicura, l’ho progettata io”.

 

8) E i rally? Perché Prisca Taruffi non si limita alla pista…

“Nel 1989, al volante di una potente Ford Sierra Cosworth di Gruppo A mi sono laureata Campionessa Italiana Rally, affermandomi nelle classifiche femminili al siciliano “Targa Florio”, al Rally del Salento, al piemontese Rally della Lana, al veneto Rally di Piancavallo, ottenendo 2 piazze d’onore al Rally di Pescara e a quello di Limone Piemonte. Inoltre vice campionessa d’Europa. Ma, come leggerete, ho guidato anche altre marche e modelli: cito fra tutti le Lancia 037 Rally e Delta 4WD, ho fatto parte del “Team Rosa”, oltre ad essere stata una “test driver” e istruttrice per alcune marche automobilistiche e Direttore Tecnico per eventi Mercedes, Lotus, Seat Italia e per marche di pneumatici Bridgestone e Firestone”. Ma è stata anche opinionista TV Rai per il programma “Pole Position” commentando e dando il suo giudizio sui GP di Formula 1.

 

9) Nel settore gare cosa le è poi successo?

“Mi sono innamorata anche dei “rally raid”, disputati con vetture più moderne o prototipi sulle sabbie dei deserti. Ve ne cito uno: l’egiziano Rally dei Faraoni, con partenze e ritorni da e al Cairo”.

 

10) L’ultima partecipazione automobilistica?

“L’anno scorso, invitata alla rievocazione della Carrera Messicana e nominata “Grande Marshal” della gara, per la quale mi è stata trovata laggiù una bella e rossa Giulietta Sprint Coupé. E’ stato infatti ricordato papà, uno dei vincitori: ha disputato ben 5 edizioni!”

Concludendo, ricordiamo che Prisca Taruffi è anche una bravissima giocatrice di golf: sul libro spiega come e perché si è appassionata a questo sport (”Forse, dopo tanto rombo di motori, finalmente il silenzio…”). Nel 2017, al Circolo Golf Torino-La Mandria, si è anche laureata Campionessa Seniores d’Europa insieme alle compagne Dolores Coduti Lageard, Nicoletta Cacciatore Bolaffi, Rita Silva Boeri, Laura Montesi Benazzo, Pupi Alessi, Françoise Colmant, Serena Torrigiani, Elisabetta Fasolis, Alessandra Zoboli, capitanate da (ma non giocava) Elisa Roberta Tirante.

 

Voilà, prendetevi il libro, ne scoprirete delle belle: isola di Ponza compresa. Lei la definisce “la mia isola felice”, conosciuta fin da piccola, portata in vacanza dai suoi genitori!

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