Leggendo tra le righe di Ginevra

C’è chi pensava che un marchio storico come Lancia dovesse esserci, come sempre è stato, ma si è sbagliato…
C’è chi era convinto che un brand globale come Mini non potesse mancare nel Paese neutrale per eccellenza, ma si è dovuto ricredere…
C’è chi si è detto pronto per la rivoluzione della guida autonoma, ma ancora non ha avuto il coraggio di togliere il volante nemmeno su una concept…
C’è chi ha annunciato che venderà presto la prima auto che si aprirà e si avvierà solo tramite App e chi continua a pensare alle stampanti 3d nelle proprie concessionarie per la massima personalizzazione “real time”, ma pochi ne hanno parlato. A proposito di aria ferma: scena muta sull’auto elettrica, perché di modelli rivoluzionari con questa alimentazione nemmeno l’ombra, come nemmeno l’ombra di idee quantomeno diverse dal solito per la mobilità urbana…
Tanto di tutto, ma non tutto da entrare nella storia tra presenti ed assenti: questo il sunto emerso prepotentemente dall’edizione numero 86 del salone dell’automobile di Ginevra.
A proposito di pervenuti e non pervenuti: niente Ferdinand Piech, tanto Fabrizio Giugiaro, sornione.
Edizione strana, questa numero 86, ma non per questo avara di spunti.
In un mondo occidentale, dove la crescita è sotto zero, l’industria automobilistica spinge sull’allargamento della famiglia: BMW alla gamma M aggiunge quella IPerformance con soluzioni tecniche da mal di testa, poveri clienti e non solo loro (venditori e giornalisti sicuramente in primis); Ford insiste con Vignale, giustamente perché dall’Ovale Blu l’auto non è più nera da un pezzo, e la gamma Performance; Audi vuole mettere il turbo al reparto Quattro con l’arrivo di Winkelmann, a brevissimo ex presidente di Automobili Lamborghini. Da sottolineare anche che tante sono state le novità ma tutte molto, troppo simili.
Incredibile la concept VW T-Cross Breeze: un vero omaggio agli inglesi della Land Rover e anche un segnale ai cinesi, quasi a voler affermare che a copiare non sono capaci solo loro. Una moda questa dell’uniformità che genera mostri così simili che si fatica sempre più a riconoscere a chi appartengano. Idea: perché non si mettono tutte in un unico stand? Si risparmierebbe… A proposito di carrozzieri: Ginevra era la culla di Pininfarina, Giugiaro, Bertone… Nell’edizione 86 l’unica mano-matita-cervello che merita citazione è di Jozef Kaban di Skoda. La VisionS è una vera opera d’arte: finalmente i modelli Skoda non vivranno più nell’anonimato. Ha proporzioni, cura nei dettagli, un frontale e una coda tanto distintivi quanto i tagli di un’opera di Lucio Fontana. Flavio Manzoni non ce ne voglia, così come Ralph Gilles: loro sono altrettanto bravi, ma a Ginevra non hanno mostrato qualcosa di tutto loro. Peccato. Come sarebbe peccato non sottolineare che mai un salone di Ginevra ha avuto tante novità con il tricolore nell’anima. Per la gioia di chi non è un europeista convinto o non ha ancora capito che viviamo in un mondo globale dove non è importante il colore.
Infine una menzione a una persona trafelata: Rino Drogo. A Ginevra era intento a lavorare per il Motorshow di Bologna edizione 2016.
Buon lavoro a lui e a tutti.

5 commenti
  1. Gian Marco Barzan
    Gian Marco Barzan dice:

    La ringrazio per la sua cortese risposta, Marco Marelli. I miei più cordiali saluti.
    Gian Marco Barzan

  2. Autologia
    Autologia dice:

    Cortese Barzan,
    la GTC4 Lusso non è una Ferrari tutta nuova, bensì una evoluzione della FF lanciata nel 2011 opera di Pininfarina.
    La GTC4 Lusso è sì fatta dal Centro Stile Ferrari, ma l’opera non è tutta loro e non a caso ho scritto “…non hanno mostrato qualcosa di tutto loro…” perché appunto la base di questa vettura venne da altre menti e mani.
    Che sia più riuscita l’evoluzione GTC4 Lusso o che la FF non fosse da toccare, tutti ne possiamo discutere, ma del resto no.
    I miei più distinti saluti.
    Marco Marelli

  3. Gian Marco Barzan
    Gian Marco Barzan dice:

    Anch’io sono rattristato nel vedere Lancia assente sulla scena internazionale, ma non attribuirei tutto questo alla prima operazione convincente di rilancio dell’Alfa Romeo dal 1986 a oggi. Quanto al post di Marelli, fino a prova contraria la Ferrari GTC4Lusso è opera del Centro Stile del Cavallino Rampante diretto da Flavio Manzoni.

  4. Gabriele Mutti
    Gabriele Mutti dice:

    Io invece di una foto dello stanca al Valentino di Torino (!) avrei messo una foto dell’ultimo stand Lancia al Salone di Ginevra, mi sembra più consona all’argomento…

  5. SilvioB
    SilvioB dice:

    ma la cosa piu triste (e vergognosa) e non vedere proprio a Ginevra la LANCIA. uccisa, umiliata e deturpata da tutti quelli che erano i suoi aspetti da oltre 25 anni per la solita “honoris causas alfista” che non portera a niente. Ed è non meno rattristante ammettere cosa invece ne hanno fatto (in positivo) del marchio Skoda i concorrenti. Quello che non valeva un bullone di una Lancia.
    Auguriamoci abbiano il coraggio di vendere quel marchio.

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