LETTERA APERTA ad Aurelio Nervo, nuovo Presidente dell’ANFIA

La nomina di Aurelio Nervo alla presidenza di Anfia, l’associazione che rappresenta la filiera automotive italiana, mi porta a fare delle considerazioni, una sorta di bilancio di questo fine 2015.
Innanzitutto, buon lavoro e complimenti, con la consapevolezza che l’eredità che le lascia il suo predecessore, Roberto Vavassori, è molto delicata.
Chi l’ha preceduta si è dovuto confrontare con una crisi pesantissima, che ha messo in ginocchio aziende e concessionari che vivono sull’auto. La situazione è in fase di miglioramento, ma non bisogna illudersi che ormai ci si trovi fuori dal tunnel.
Le ripercussioni del “dieselgate” si faranno sentire (del resto il Gruppo Volkswagen, al centro del caso, deve ancora ricevere il conto finale dei costi da sostenere). E poi incombe la possibile ulteriore stretta sulle emissioni che costringerebbe i costruttori a scaricare sui consumatori parte delle spese supplementari da affrontare.
Anfia si è data e si dà molto da fare a livello europeo, insieme ad Acea, l’associazione dei costruttori del Vecchio Continente, per cercare di limitare al massimo nuovi danni a un settore impegnato a risalire la china.
Di lavoro, come vede, ce ne è molto. E il suo sarà un mandato ultra impegnativo. Mi permetto, a questo punto, di rinnovare l’invito alle associazioni di categoria di unire gli sforzi allo scopo di portare all’attenzione del governo, attraverso un’unica forte voce, uno o due problemi di rilievo, insieme alle possibili soluzioni, e lottare insieme affinché siano recepiti e portati in Aula.
C’è, a esempio, la proposta di sgravi formulata da tempo da Unrae, l’associazione degli importatori, che non aspetta altro che la spinta decisiva. Potrebbe magari essere aggiornata in base alle proposte delle altre associazioni e, quindi, condivisa come proposta del settore automobilistico italiano.
A prevalere devono essere esigenze e interessi di tutti. Inutile ricordare, poi, che il “dieselgate” lascerà il segno e che la vita per le motorizzazioni a gasolio, nonostante i drastici tagli a scarichi ed emissioni, sarà sempre più dura. La tendenza, a mio parere un grave errore, è di non trattare pubblicamente questo problema, come se non esistesse o fosse una cosa di poco conto.
Succede in convegni e in commenti al mercato da parte del settore. Parlarne, vuol dire spiegare e cogliere anche l’occasione di difendere gli investimenti che i costruttori continuano a fare a favore dell’ambiente e, ovviamente, della sicurezza.
Quindi, affrontare il tema in modo costruttivo. Nascondersi dietro uno spillo, lo ripeto, è un errore e non fa altro che suscitare dubbi e sollecitare insinuazioni.
E’ successo, in ordine di tempo, nei giorni scorsi in occasione di un convegno dedicato al mercato e alla mobilità futura che si è svolto a margine del lancio del nuovo Motor Show di Bologna.
Le presenze erano autorevoli, tutto il settore delle quattro ruote era rappresentato, ma non una parola, un accenno, una domanda, uno stimolo sul tema che quotidianamente è sulle pagine dei giornali di mezzo mondo. Spero proprio che non capiti più.
Ecco, Presidente Nervo, alcune mie riflessioni sullo stato dell’arte di un settore che vale quasi il 2% del pil italiano, dà lavoro a oltre 1,2 milioni di persone ed è trainante per la produzione industriale del Paese.
Queste sono le carte che dovete giocare.
Un vero patrimonio che il governo deve prendere seriamente in considerazione. E non solo con le solite parole di circostanza.
Buon lavoro e più coraggio!

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