Montecarlo: non è (più) un rally per gli italiani

L’86° Rally di Montecarlo ha dato una radiografia del rallismo italiano. Non troppo entusiasmante a livello della rappresentatività tecnica, ma confortante a livello umano.

Due sole auto con marchio italiano si sono presentate alla partenza: 2  Fiat Abarth 124. Scomparse dalla scena prima di metà gara. Quella di Nucita – Vozzo alla 11.ma speciale per problemi elettrici e quella dei francesi Ciamin – De la Haye alla 12.ma per noie al turbo.

Non per fare i nostalgici, ma se si torna indietro con la memoria ai tempi delle Lancia Fulvia, Stratos e Delta, o delle Fiat 131 Abarth viene da impallidire. Che non solo erano presenti in forze con i team ufficiali, ma anche con piloti privati di buon rilievo che si piazzavano nelle zone alte della classifica. Al punto che il Principato sembrava un feudo italiano.

Per fortuna a livello umano almeno sei equipaggi italiani alla partenza li abbiamo visti. E, scomparso quello di Nucita – Vozzo, autori di belle prove finché sono rimasti in gara con l‘Abarth 124, gli altri cinque sono riusciti a concludere la gara ( quest’anno difficilissima, anche se il Montecarlo facile non lo è mai ) e con validi piazzamenti.

Al quattordicesimo posto Sciessere – Zanella con la Citroen DS 3 R5, con prestazioni costanti e senza errori importanti nonostante fossero al loro debutto monegasco in chiave di apprendistato internazionale.

Al sedicesimo posto Villa – Michi, con la Ford Fiesta WRC, hanno tratto frutto dalle loro precedenti esperienze ( quattro ) nel Rally più importante del mondo uscendo benissimo dal primo approccio con la Fiesta WRC.

E così pure per Brazzoli – Beltrame con la Peugeot 208 R2 al 20° posto. Brazzoli è una vecchia volpe del rallismo con i suoi 52 anni, ma ha lottato con i giovani  leoni francesi e costretto al ritiro l’emergente francese Franceschi che guidava una Ford Fiesta R2. Un ottimo avvio per la sua partecipazione a sei gare del Mondiale WRC 3.

Ed infine il 43° posto  per la coppia Covi – Ometto su Peugeot 208 R2 ed il 47° per Coti Zelati – Barbaro sulla Citroen DS3 R3. Risultati che onorano la storia di un pilota, sia esso un professionista o una amatore. Finire un Rally di Montecarlo è sempre un fiore all’occhiello da esibire con orgoglio.

Si, perché il Montecarlo è il Rally che sancisce sempre il valore dei partecipanti: dal vincitore Ogier con la Ford Fiesta WRC e al suo quinto successo consecutivo e con 3 macchine diverse, fino all’ultimo dei classificati. Un Rally che ha visto una lotta accanita per il successo offrendo quindi un vero spettacolo. Un Rally che mantiene il suo fascino pur in un’epoca che aveva un poco abbandonato l’interesse del grande pubblico per la specialità, ma che ora sta proponendo un nuovo modo di partecipare alle emozioni della gara attraverso Internet. Quest’anno si è potuto vedere, ammirare e vivere tutto il rally, da dentro e da fuori attraverso i nuovi percorsi del web.

Un Rally che propone il valore tecnico delle auto in gara. E quindi il valore d’immagine che quella Marche possono vantare. Peccato che nessun marchio italiano ne possa approfittare!

roncomontecarlo

2 commenti
  1. Roberto
    Roberto dice:

    Intanto Gianmaria Aghem ha vinto il Montecarlo Historique, non a caso cn una Fulvia coupë 1.216 cc…

  2. Franco Liistro
    Franco Liistro dice:

    In un mondo di ciechi ha vinto uno che almeno da un occhio ci vede. Ogier ha vinto già nella prima prova, saranno mica campioni dei piloti che dopo sei km buttano alle ortiche una vittoria a Montecarlo (Neuville). Dobbiamo accotentarci delle briciole. Tranquilli, tra qualche giorno da Abarth sarà annunciata la seconda edizione del Trofeo 124… dopo il flop della prima edizione ci sara’ il bis? Non si pretende che si torni ai successi del trofeo A112 o della Fiat Uno ma almeno qualcosa di decoroso sì. Mission impossible !!!

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