Oggi ho ucciso mia madre
Alfa e Ferrari, due marchi e due storie. Prima avversarie, poi sorelle. Il logo dell’Alfa Romeo ben posizionato sul vestito dell’ultima Ferrari nata per correre a Maranello ha aperto cassetti pieni di ricordi. La SF 15-T, la monoposto del 2015 che nello stesso tempo è l’ultima di Montezemolo e la prima di Marchionne, si è presentata con il biscione vicino al cuore (il motore di una vettura), là dove fino allo scorso anno c’era la scritta Fiat. Un posto d’onore. Una scelta commerciale, visto che il 2015 sarà l’anno del grande rilancio dell’Alfa con l’arrivo dell’attesissima Giulia. Una scelta perfetta considerando l’amore che Ferrari e Alfa Romeo riescono comunque ad attrarre anche in anni che (sportivamente) molto fortunati non sono.
Una scelta che ci riporta indietro nel tempo a quando Enzo Ferrari, cacciato dall’allora fabbrica del Portello, iniziò la sua attività proprio facendo gareggiare delle Alfa Romeo. Ce ne sono ancora in giro in perfetta forma di Alfa con il logo Ferrari su cuore. L’ultima che ho visto si metteva in mostra al Concorso d’eleganza di Villa d’Este del 2010. Era una 6C 1500 presentata dal collezionista statunitense Mark Gessler, uno che se ne intende davvero (è presidente della Historic Vehicle Association in Usa). Mi è tornata in mente nei giorni della presentazione della nuova arma di Vettel e Raikkonen. E con lei mi è tornata in mente la storia alfista di Enzo Ferrari e la sua frase storica pronunciata il 14 luglio del 1951 quando per la prima volta una vettura che portava (finalmente) il suo nome vinse un gran premio di Formula 1 con Froilan Gonzalez: “Oggi ho ucciso mia madre”.
Enzo Ferrari che era il responsabile della squadra corse Alfa, fu licenziato dal Portello il 6 settembre del 1939 a causa di alcuni dissidi interni con altri dirigenti. Firmò una clausola che gli impediva di ricostruire la Scuderia Ferrari per quattro anni. Con la liquidazione (920 mila lire) si comprò tra l’altro il palazzo di Largo Garibaldi a Modena poi visse fino alla scomparsa. Ma in attesa di riaprire la sua Scuderia fonda la Auto Avio Costruzioni realizzando due vetture, le mitiche 815, le prime Ferrari, anche se ancora non potevano farsi chiamare così. Per vedere la prima Ferrari, di nome e di fatto, bisogna attendere il 1946 quando la 125 (1500 cc, 12 cilindri, 118 cv) esce dagli stabilimenti di Maranello che il futuro Ingegnere aveva acquistato nel 1943 sfruttando una legge di decentramento industriale con condizioni agevolate. Nel 1947 arriva la prima vittoria a Roma, alle terme di Caracalla. Ma è quando una Ferrari batte un’Alfa nel mondiale di Formula 1 che il delitto viene eseguito. La Ferrari ha ucciso l’Alfa. Il 1951 è infatti anche l’anno dell’ultimo Mondiale firmato Alfa. Dall’anno dopo comincerà l’era Ferrari… Della Scuderia Ferrari. Quella sigla SF che è tornata nel nome della vettura del 2015. E pensare che Ferrari all’inizio voleva chiamare Mutina la sua scuderia. Il nome latino di Modena era la sua prima scelta. Poi, per fortuna, intervenne l’avvocato Enzo Levi, il papà di Arrigo, che lo convinse a chiamarla Scuderia Ferrari. Grazie.
E adesso ricomincia la storia con Ferrari e Alfa ancora insieme per vincere. Speriamo.
L’Alfa è stat la mia prima azienda automobilistica e come tutte le prime cose ti rimangono sempre nel cuore, appunto quel cuore sportivo che nonostante tutto nessuno riuscirà ad uccidere ma semmai sopire… e chiudo con una grande banalità: pensa se l’Alfa l’avesse comprata la Ford o l’Audi…… mah!
due marchi che sono sinonimi di italianita’. Uno distrutto da tempo con tante promesse di rilancio mai mantenute, l’altro che in campo sportivo ha iniziato una fase calante che non possiamo immaginare quando finira’.
Sempre affascinante, ripercorrere la storia.
Che si ripete, oggi al contrario.
Speriamo nel futuro di entrambi i marchi!
Per gli amanti della Ferrari, ma anche dell’Alfa Romeo un bel parallelo fra passato e presente del vicedirettore della Gazzetta dello Sport, uno che sa
Grande storia quella di Alfa e Ferrari. Carino l’aneddoto del naming Mutina invece che Scuderia Ferrari. Grazie a Enzo Levi e grazie a te Umberto per questa attuale emozione. Speriamo bene…