Omaggio a Paolo Villaggio: la Bianchina “la macchina di Fantozzi!”

Anche noi di Autologia, nel nostro piccolo, vogliamo ricordare il grande Paolo Villaggio. Coerenti con la nostra missione di appassionati di automobilismo, non possiamo che farlo attraverso l’auto più famosa di Fantozzi, il suo personaggio più iconico: la Bianchina
La Bianchina è lo specchio su quattro ruote del suo proprietario, timido e vessato, in una parola, “sfigato”.
Spesso il successo di un film dipende dai particolari. L’aver scelto la Bianchina quel tipo di Bianchina, la versione Berlina 4 posti, prodotta dal 1962 al 1969, è stato un vero colpo di genio perché inquadra del personaggio, anche le sue velleità.
Infatti, Fantozzi non può permettersi che un’utilitaria, come si diceva a quei tempi, ma ha la modesta tignosa ambizione di averne una particolare: non la 500 di massa o la 600 più spaziosa ma banale.
Sceglie la Berlina 4 posti perché ha l’ambizione di essere un poco più ricercata. Infatti, costava di più delle Fiat pari grado.
A vederla oggi ai raduni d’auto d’epoca – è il pubblico che sbotta: “la macchina di Fantozzi!” – appare quello che in effetti è: bruttina e leziosa. Vuole e non può, con quel suo cristallo posteriore dritto contro il quale chi sedeva, male, dietro, sbatteva prima o poi la nuca.
Ben presto la vox populi dell’epoca definì questa versione “televisore” appunto per quel lunotto. Tra le Bianchine molto meglio erano considerate l’utile e anche armonica nelle linee la Panoramica, che tra l’altro poteva accogliere con relativa comodità quattro persone e un poco di bagaglio, e la sbarazzina Trasformabile o la Cabriolet che davvero era quel che doveva essere. Una vetturetta per sperare nel futuro allegra, colorata, amabile nella sua semplicità…proprio come Fantozzi.

Guarda anche: Auto e Cinema: primo tempo

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