(Più di) sette domande su Gigi Taramazzo in occasione del “Primo Memorial”

Sabato 12 ottobre alla Chiesa Anglicana di Bordighera si terrà il “Primo Memorial Gigi Taramazzo”, dalle 16.30 alle 19.30, con la partecipazione di esponenti del motorismo nazionale ed internazionale.

Ci è sembrato normale chiedere a chi lo ha conosciuto e ha vissuto intensamente a fianco di Taramazzo quegli anni di automobilismo nascente sulla Costa, una testimonianza e un ricordo, per meglio capirne la personalità sportiva e umana.

Grazie a Daniele Audetto per la premessa che segue e a Renato Ronco per le risposte alle domande

“Gigi Taramazzo non è stato solo un grande campione tra i migliori gentlemen drivers che erano parte della ristretta cerchia dei piloti molto richiesti dalle case ufficiali, ma è stato per noi giovani di Bordighera l’uomo che ci ha dato la passione per questo meraviglioso sport con le sue vittorie, la sua amicizia, i suoi racconti al Daniels che ci tenevano tutti rapiti in silenzio ad ascoltarlo, come l’averlo potuto seguire in molte sue gare in Francia e in Italia.

In verità la persona che ha iniziato molti di noi a carriere di successo nel Motorsport come piloti, navigatori, manager, giornalisti, tecnici, meccanici e molti appassionati.

Gigi: un vivido esempio di classe, signorilità e una dote naturale di pilota veloce e affidabile, apprezzato e stimato dai grandi Enzo Ferrari, Carlo Abarth, Cesare Fiorio, e pilastro della Scuderia delle Palme.

Sono felice che gli vengano riconosciuti gli onori che merita dalla sua Bordighera città di adozione grazie all’impegno di Renato Ronco e di Mario Argento.

Ciao Gigi, e grazie per i bei momenti che mi hai fatto passare al tuo fianco!”

1-Chi era Taramazzo come pilota? Contestualizziamo.

Gigi Taramazzo era un pilota gentleman nel vero senso della parola.

Correva macchine proprie molto prestazionali, grazie ai suoi mezzi che gli permettevano di ottenere il meglio.

Spesso rivendeva le macchine ai suoi colleghi o le comprava in società con qualcuno di loro, pur di avere sempre il meglio.

Ha gareggiato sia nei Rally che nelle gare in pista o in salita.

Le sue tante vittorie gli permisero la fiducia delle Case, dalla Ferrari all’Alfa Romeo, dall’Abarth alla Maserati o alla Lancia, che gli confidarono spesso le macchine ufficiali.

Era un pilota “solido” sia nel suo fisico che nella sua costanza di risultati.

La sua robusta costituzione gli permetteva di dominare il mezzo ed un impegno anche prolungato di guida ad alto livello.

2-Un aneddoto

La sua passione agonistica era talmente forte che a 19 anni si iscrisse e partecipò alla Mille Miglia con una Fiat 500C Topolino che con il trapano aveva bucherellato nel telaio e nella carrozzeria per alleggerire macchina.

Concluse la Milla Miglia – al 264.mo posto – ma premiato per il più giovane equipaggio con il suo amico Solari, che aveva una salumeria a Bordighera, stessa città di Gigi.

3-Quella volta che in F1 a Montecarlo…

Dopo i bellissimi risultati degli inizi nel 1958 decise di affrontare una gara di Formula 1 su offerta della scuderia Centro Sud di Mimmo Dei con una Maserati 250F.

Ma nei test del Gran Premio di Monaco andò a muro alla curva del Casinò e la sua esperienza in F 1 terminò lì.

E’ curioso il fatto che gli organizzatori di Monaco gli pagarono ugualmente l’ingaggio pensando che la sua presenza avrebbe portato pubblico della Riviera a Montecarlo. Evidentemente a quei tempi gli organizzatori reclutavano pubblico, la Formula 1 era ancora ai primordi.

4-Scuderia delle Palme e Gigi Taramazzo… l’importanza dell’ambiente circostante

L’ambiente in cui Gigi viveva ed esercitava la sua attività di imprenditore edile a Bordighera, la sua città di adozione essendo lui nato a Ceva, le sue prodezze ed i suoi successi aveva un’eco modesta.

Era conosciuto ed apprezzato in Italia e non solo ma nel suo “mondo”.

Quando invece a Bordighera prese vita la Scuderia delle Palme, realizzata da me e Daniele Audetto, a Bordighera ci si accorse che c’era in casa un campione e lui stesso fu felice di trovare un bel gruppo di ammiratori ed amici.

E fece parte ufficiale della Scuderia da quel momento.

5-Che tipo era Taramazzo fuori dalle corse ?

Una persona semplice, direi quasi umile, che non mirava a raccontare i suoi successi.

Frequentava alcuni bar locali, aveva alcuni amici più o meno coetanei ed ora molto onesto nell’espletare il suo lavoro, pur impegnativo, e consigliava sempre per il meglio i suoi clienti nel campo dell’edilizia.

Diciamo che era quasi timido nonostante le sue disponibilità e la sua notorietà.

Era una persona buona e sincera e schivo da comportamenti euforici o plateali.

Era spesso al suo bar preferito, il Nadia , e colloquiava con tutti .

Chi non lo conosceva non avrebbe mai immaginato che era il ricco imprenditore re delle corse in salita in Italia, Francia e pure Svizzera, o vinceva a Monza.

6-Stile di guida e stile di vita

Se pensiamo che nella sua carriera ha disputato 158 gare con 26 vittorie assolute e 63 vittorie di classe senza un incidente di cui si abbia memoria, possiamo affermare che aveva uno stile di guida saggio, anche prudente, come del resto era la sua vita quotidiana.

7- Ricordo di un rally vissuto insieme, tu come cronista lui come pilota…

Certamente un Rally dei Fiori a Sanremo, nel 1969, quando gareggiò con i colori della Scuderia delle Palme con una Porsche 911 preparata a Stoccarda perché era la vettura già del Campione del Mondo Rally Zasada.

Con lui la Scuderia poteva ambire alla vittoria nella classifica a squadre contro la Lancia.

Invece fu poi proprio Zasada, con la macchina nuova a doversi ritirare, e quel risultato svanì.

In quel caso io più che come cronista agivo da manager della Scuderia ed avevo tre bei cavalli da gestire: Zasada, Taramazzo e Palikovic, anche lui con una Porsche Stoccarda, e che aveva Audetto come navigatore.

8- Cosa avresti voluto dirgli che non gli hai detto ? O cosa gli diresti oggi ?

Oggi gli direi di osare di più: aveva una capacità di guida superlativa….ma lui non era un pilota professionista e quindi stava sempre dentro uno stile da vero “Gentleman Driver”.

9- È vero che “trattava direttamente con l’ingegner Ferrari come attestava una foto che Gigi teneva sempre nel suo portafoglio come una reliquia ?” 

Certo, il fatto che lui portava sempre nel portafoglio quella foto con Enzo Ferrari, il figlio Dino e lui Gigi con la Ferrari 750 Monza che aveva appena acquistato e che Ferrari gli volle consegnare di persona, dimostra tutte le qualità di Luigi Taramazzo detto Gigi.

Un uomo semplice, buono, ed un grande pilota.

10) Last but not least…

Infine voglio ricordare che il suo primo vero successo fu quando a 18 anni con una Moto Parilla 250 cc. vinse la gara di regolarità veloce “Roma- Parigi”.

Un’impresa con 26 ore di guida.

Era il segnale che stava maturando un campione.

 

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