Il primo che troverà un modo nuovo di divulgare l’automobile farà bingo

Sono stato al mio primo Salone di Parigi nel 1974, invitato dalla Lancia, e alloggiavo all’Hotel Vernet in Rue Vernet, un posto molto elegante e piuttosto fané che io, allora giovanissimo, giudicavo troppo vecchio per i miei gusti.
Ho ripensato a tutto questo mentre mi aggiravo, la scorsa settimana, per il Salone 2016. E mi sono chiesto: che cosa è cambiato da allora?
Stand con le auto esposte, le conferenze stampa di corsa dove dirigenti svogliati dicono le cose che già si sa che diranno, filmati che immancabilmente partono con tutto il volume su per poi scendere a livelli meno assordanti, le facce degli addetti ai lavori e quelle dei colleghi in processione.
Guardavo le auto, invece, molto differenti da quel tempo anche se un’occhiata superficiale potrebbe far credere il contrario, con le novità mescolate con la gamma prodotto quasi al completo.
Ho pensato quindi che nel 1980 era arrivato il fax, che fu una vera rivoluzione e adesso appartiene già alla preistoria; che il mondo in declino degli orologi di lusso si stava disfacendo a vantaggio dei prodotti giapponesi, invece arrivarono gli Swatch che ribaltarono tutto e curiosamente ridiedero linfa ai manifatturieri d’élite; che da dieci anni stanno spopolando gli smartphone che sono la vera rivoluzione al presente se non già al passato.
Per contro i Saloni sono sempre uguali, fedeli a perpetuare dei riti  come se attorno non fosse successo nulla. Mezzo secolo fa come se fosse ieri. Possibile? Tutto uguale a quando c’era Carosello in tv con Ernesto Calindri seduto al tavolino in mezzo ad un ingorgo a bersi il suo Cynar contro il logorio della vita moderna.
Tutto diverso il contenuto, sempre uguale il contenitore e la sua comunicazione. Fané come l’albergo di lusso in cui alloggiai quella prima volta, a pochi passi dall’Arco di Trionfo.
Dov’è l’errore? Fossi uno di quei manager che possono tutto nel mondo dell’auto me lo domanderei. E sono anche certo che il primo che troverà un modo nuovo di divulgare  l’automobile farà bingo.

2 commenti
  1. Giuseppe Broglia
    Giuseppe Broglia dice:

    Bravissimo Carlo Cavicchi, hai espresso in modo chiaro ma elegante i concetti legati alla presentazione dei nuovi modelli di automobile. Complimenti a te ed a tutti i tuoi collaboratori.

  2. Giancarlo Perini
    Giancarlo Perini dice:

    Pienamente d’accordo con Carlo. Lo penso da un lontano, assurdo, salone di Francoforte. Ho avuto un’idea valida ancora oggi ma non ha trovato ancora qualcuno che gli ha messo le gambe. Certo che una bella schiena (il cui disegno è immutato da millenni) resta molto attraente. E le Rolleiflex?

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