Quarant’anni fa a Cape Canaveral…

C’ero anch’io alla presentazione mondiale della Fiat Uno a Cape Canaveral, il 19 gennaio 1983. Sono trascorsi 40 anni da allora.

Questo modello riprendeva il nome di una Fiat del 1910. Era in pratica la 127 degli Anni ottanta della quale manteneva lo schema tecnico della trazione anteriore con motore trasversale. Il corpo vettura era però inedito: una berlina a due volumi, tre porte.

Sotto il cofano il 903 cm, 45 cv della 127, 140 kmh, sterzo a cremagliera, sospensioni anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ruote semi indipendenti.

Da evidenziare l’aerodinamica con un ottimo Cx, compreso fra 0,33 e 0,36. Il prezzo per la versione base, la 45 era di 7.344.000 lire.

Investimento intorno ai mille miliardi di lire per questo innovativo modello. E si diede subito inizio alla robotizzazione dei reparti di
assemblaggio, saldatura e verniciatura sia a Mirafiori che a Rivalta ma anche a Termoli. Design di Giugiaro molto accattivante.

Poi Umberto Agnelli, presidente di Fiat Auto e amministratore delegato del Gruppo Fiat insieme a Cesare Romiti, passarono il progetto di Giugiaro a Vittorio Ghidella, AD di Fiat Auto.

Fu deciso che la presentazione alla stampa del modello andava fatta in Florida a Cape Canaveral, dove c’era il Kennedy Space Center, il complesso della Nasa da cui spiccavano il volo i vettori per la Luna.

L’ufficio stampa e le PR Fiat di allora Simone Migliarino, Alberto Nicolello, Mauro Coppini, & C. prenotò un Boeing 747 Jumbo, per portare centinaia di giornalisti del settore auto negli Usa. Anche la campagna pubblicitaria ebbe gran risalto grazie al vignettista Giorgio Forattini e furono accolti con simpatia gli slogan “comodosa”, “risparmiosa”, “scattosa” e “sciccosa”.

Il test sulle strade della Florida fece subito apprezzare la razionalità del modello, con i satelliti ai lati del volante che ospitavano i comandi, con il sedile guida comodo, rivestito di tessuto. Il motore di 903 cmc era stato disegnato da Rodolfo Bonetto si chiamava Fire, acronimo di Fully Integrated Robotized Engine: era silenzioso, generoso, pronto ai richiami dell’acceleratore, le sospensioni assorbivano nel migliore dei modi le irregolarità del manto stradale, frenata sicura. Una Uno che registrò un successo incredibile non solo in Italia ma anche in Brasile, Polonia, India, Turchia, Filippine, Pakistan, Jugoslavia.

La produzione totale superò quota 9,5 milioni di unità. Un modello che fu in grado di tirare fuori dalla secca degli Anni ’70 una Fiat in crisi. La missione lunare di Ghidella ha funzionato alla grande visto che la Uno divenne prima auto dell’anno 1984. Un trionfo che evocava l’Apollo 11.

Vanno poi ricordate le nomine a “Vettura dell’anno” al salone di Marsiglia nel 1983 ed ancora in Irlanda e Norvegia, quindi Jugoslavia e Danimarca.

Nell’84 la Uno in Spagna fu nominata vettura femminile dell’anno, nell’85 veniva insignita del riconoscimento di “Etoile de Consommation” dalla rivista francese Femme d’aujord’hui e di quello di vettura più intelligente dalla rivista tedesca MOT. Da evidenziare che nel corso degli anni cilindrata e potenza sono sempre aumentati, dai 45 cv ai 105 cv della prima Uno Turbo.

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