Range Rover: l’auto che non c’era
Una storia curiosa, di tecnica e di personaggi coraggiosi e capaci di rischiare, che inventano un’auto unica, ignari di aver creato una nuova tipologia di veicoli
Quasi tutti i costruttori rivendicano di aver inventato la prima sport utility o si attribuiscono la primogenitura delle crossover, incuranti persino che le loro invenzioni siano prive di trazione integrale. Rover, che nel 1948 con la Land Rover 86, traendo buona ispirazione dall’iconica Willys MB (poi Jeep e madre di tutte le fuoristrada), apre una via europea che percorrerà esplorando nuove soluzioni. Sempre in anticipo sui tempi, alla fine degli anni 60 ha la visione di costruire l’auto che non c’è.
Berlina e fuoristrada
Charles Spencer King, ingegnere responsabile dei nuovi progetti Rover, chiamato semplicemente “Spen”, ha l’idea di unire il comfort e le doti stradali di una berlina Rover con le capacità fuoristradistiche delle Land. Per comprendere l’originalità della visione, occorre focalizzare su quanto siano distanti, addirittura antitetici, i due mondi, all’epoca. Lusso e comodità per le prime, spartanità essenziale da mezzi militari per le seconde, con velocità e tenuta di strada limitatissime. Spen, nipote dei fratelli Spencer e Maurice, fondatori della Rover nel 1948, lavora alle berline ma adora le Land: quando Rover ha bisogno di un nuovo prodotto, comincia a scatenare l’immaginazione.
Sguardo oltre oceano
Sembra non esistere un veicolo al mondo che si avvicini alle antitetiche idee di Spen, o quasi. Perché negli Stati Uniti, le evoluzioni Jeep sono cominciate molto prima. Alla metà degli anni ’60 gli ingegneri della Rover visitano l’America per raccogliere informazioni utili ad aumentare le vendite su quel grande mercato. Secondo i venditori, le 4×4 da tempo libero sono in crescita, richieste da clienti che amano la vita all’aperto, o che trainano un rimorchietto, desiderando un mezzo confortevole su strada e comodo anche in città.
Il mercato offre in realtà Jeep Wagoneer, Ford Bronco e International Harvester Scout: grandi wagon con trazione integrale inseribile (non utilizzabile quindi su strada), alte da terra e facili da guidare, con motori potenti. Secondo gli ingegneri britannici sono però auto lontane dalla mobilità fuoristrada di una Land Rover, come su strada da una Rover. E in Europa non esiste alcuna vettura del genere: perché, al momento, vendere negli Usa non è nemmeno nei piani, per le normative troppo differenti.
Quattro in una
L’obiettivo per la nuova auto, secondo Spen, è una vera 4×4 che offra comfort e prestazioni su strada pari a quelle di una berlina: Range Rover sarà un mezzo totalmente differente da qualsiasi altro. Raddoppiando le pretese, conterrà quattro veicoli diversi: berlina di lusso per l’impiego quotidiano, vettura ad alte prestazioni per i lunghi spostamenti, wagon integrale permanente da tempo libero per esplorare il mondo, fuoristrada capace di affrontare qualsiasi fondo.
Si attinge alla gamma in produzione: tra la Land 88 (i pollici del passo, corto, a tre porte) e la 109 (lunga), in Rover optano per la soluzione intermedia da 100. Acquistano da General Motors il motore 3.5 V8 (utilizzato per Buick) che montano sulla berlina Rover, studiano una trasmissione integrale con riduttore e cominciano a lavorare all’auto che deve essere molto più comoda di una Land senza rinunce offroad.
Station wagon 100”
Siamo nel 1966: il lusso non è ancora troppo nei progetti, prima ci sono l’audacia della tecnica e la mobilità. Il progetto si chiama “Station wagon 100 pollici”: Spen ha subito l’intuizione delle sospensioni con molle elicoidali di tipo automobilistico, mai viste su alcuna 4×4; carrozzeria in alluminio secondo l’esperienza Land Rover, motore in alluminio e quattro freni a disco. Idee che paradossalmente, trovano l’opposizione dei tecnici Land, incapaci di guardare troppo avanti. Persino i concessionari sono perplessi: come vendere una Land al prezzo di una Rover? Spen abbozza addirittura il profilo dei clienti: immagina ufficiali superiori dell’esercito, capi cantiere, proprietari di fattorie. E non solo: gli acquirenti saranno infatti inaspettatamente eterogenei.
Velar
Il nome Range, ideato dallo stilista Tony Poole, supera molte proposte, tra le quali le più resistenti paiono Panther e Leopard. Ma è preceduto da un depistaggio: i primi tra i dieci prototipi quasi definitivi da usare per i test, sono marcati Velar, acronimo codificato di “V-Eight Land Rover”, che richiama il verbo “velare, nascondere” in spagnolo e anche in italiano. Fino al 17 giugno 1970, quando nelle miniere di stagno di St. Agnes, in Cornovaglia è presentata alla stampa, la Range Rover Station Wagon: “veicolo più versatile del mondo”, capace di fondere “comfort Rover, robustezza Land e mobilità della trazione integrale”, dedicato a “professionisti e uomini d’affari che amano i grandi spazi, e che desiderano un veicolo progettato per un preciso scopo e non uno riadattato, l’originale e non un compromesso”, come recita la cartella stampa, è “la vettura per tutte le stagioni”.
Per trainare e su asfalto
Queste le doti enfatizzate dai cataloghi: rimorchietti, roulotte o barche senza differenza, mentre su strada la strana 4×4 può raggiungere i 155 km/h, una velocità eccezionale. E si comincia a parlare di “lusso in fuoristrada”. Dalla documentazione del tempo: “Va sperimentato di persona il brivido che si prova ad abbandonare la strada per attraversare un terreno irregolare senza dover rallentare e con una minima variazione della qualità di viaggio, per capire che la Range Rover è un veicolo molto speciale”.
Un personaggio che ha fatto la storia del marchio, Roger Crathorne (confidenzialmente chiamato Mr. Land Rover), è ingegnere durante lo sviluppo: ha scritto diversi libri ed è sempre stato affabile e disponibile, anche con noi giornalisti. Così rievoca i test del tempo: “Ricordo ancora la prima volta che ho guidato il prototipo sulla pista di prova: era brillante, ho toccato i 160 all’ora sulla pista, ed ho pensato, questo veicolo è straordinario, confortevole, veloce, una vettura dalle lunghe percorrenze brillante e spaziosa”.
Non solo asfalto
La vera sorpresa è la superiorità di Range rispetto alle Land, quasi uno smacco per l’onore delle inossidabili offroad più dure: l’escursione delle sospensioni è quasi doppia rispetto alle balestre di 88 e 109, e la coppia del motore è molto più sostenuta.
Già durante i test, Roger Crathorne con il progettista Geof Miller e altri collaudatori attraversano il Sahara tra ottobre e dicembre del 1969 con due prototipi, dal nord dell’Algeria al Tenerè nel Niger, per rientrare in Algeria e dirigersi nuovamente a sud nel Sahara. Hoggar, Tamanrasset, quindi le antiche vie carovaniere verso il Marocco, Marrakech e arrivo a Casablanca: uniche modifiche deliberate, le guarnizioni delle portiere, per ridurre la polvere nell’abitacolo. E oltre i deserti, scalate e guadi, fango e neve. Nulla può fermare una Range, come dimostra il raid dall’Alaska alla Terra del Fuoco, percorrendo 29mila km in novantanove giorni, tra il 1971 e il ’72.
La prima in assoluto
Range Rover, anche se strutturalmente è molto semplice, diviene per tutti la prima fuoristrada di lusso. Un lusso lontano dall’attuale, conquistato nel tempo, eppure capace di colpire con fascino irresistibile, anche con due sole portiere. Nonostante i rivestimenti in vinile e gomma, scelti per la facilità di pulizia: né legno né pelle, e nemmeno la moquette. Che si aggiunge con la scusa di rivestire il tunnel della trasmissione, per diminuire la rumorosità. E si riveste anche il bagagliaio, dove la protezione per gli attrezzi montati ai lati, è richiesta da Buckingham Palace: il metallo vivo potrebbe ferire i Corgi della famiglia reale.
Le meccanica
Motore V8 in allumino, da 3.5 litri con 156 CV: leggero e potente, è molto elastico e regge la trasmissione a soli quattro rapporti, più il riduttore e, volendo, l’overdrive: in questo modo possono diventare otto o dodici marce. Il differenziale centrale è bloccabile manualmente per la massima motricità fuoristrada, e la trazione integrale è permanente, con grande sicurezza su asfalto, anche bagnato o innevato. Configurazione che consente anche ponti più leggeri per l’equa distribuzione della coppia tra anteriore e posteriore. Telaio robusto e carrozzeria d’alluminio (esclusi cofano e bagagliaio), quattro freni a disco per una frenata, efficace.
Immagine
Il fascino di Range nasce dalla linea, resa aggraziata pochi istanti prima della produzione, e dalla postura di guida, elevatissima. L’insieme dei volumi pare eccedere con l’altezza del padiglione, che quasi espone in vetrina guidatore passeggeri. Seduti in alto e ai lati dell’abitacolo, percepiscono lo spazio interno come unico, al pari della visibilità sulla strada. Particolare che resterà per tutte le successive serie e prosegue tuttora.
Come si guida
Ho avuto la fortuna di provarla pochi anni dopo il lancio, usandola su strada e fuori: subendo immediatamente la seduzione della posizione di giuda e della visibilità, sentendosi sicuri su strada e apprezzando l’assetto eccellente per la marcia fuoristrada. Dove emergono la maneggevolezza, l’elasticità, il gran motore e l’escursione delle sospensioni. Meno entusiasmo per la frenata (buona per l’epoca ma non ottimale) e il rollio troppo accentuato (le barre stabilizzatrici arriveranno poi). Su tutto, il senso di guidare un’auto unica, al volante della quale appare un senso di esclusiva appartenenza, come di comoda inarrestabilità, il compromesso ideale tra strada fuori.
Altre esperienze
Negli anni a seguire, in occasione di eventi celebrativi attorno a Eastnor Castle, la tana dei collaudi Land nell’Herefordshire con il temibile percorso Jungle Track, ho guidato le più svariate Range, compresi i primissimi esemplari realizzati che gli appassionati riconoscono per i numeri di targa. Altre Range normali o speciali, o addirittura veicoli unici, sempre assistito dall’entusiasmo contagioso di Roger Crathorne.
Tutta nuda
Tra tutte, l’impressione più coinvolgente che mi ha permesso di capire l’essenza ricercata da chi ha voluto “inventarla”, è stata suscitata dalla più antica Range esistente. Una versione “naked”: solo il telaio e la meccanica con il sedile di guida e priva di carrozzeria. Condurla fuoristrada permette di vedere le ruote, osservando l’articolarsi delle sospensioni e ammirando il lavoro della meccanica. In un’esperienza unica.
La creatura che non c’era, è diventata un’icona come poche altre: immediatamente identificabile, è amata dai clienti, felici di guidare un’auto da regnanti, capace di essere – sempre, in tutte le evoluzioni – un’imbattibile fuoristrada a prova di avventure. Con stile inavvicinabile.
Alcuni felici possessori
Impossibile elencarli tutti: capi di Stato e regnanti, attori e industriali, calciatori e modelle. Tra i quali:
La Regina d’Inghilterra
Il Principe Carlo, la Principessa Anna, il Principe Andrea
Il Principe Ranieri di Monaco
Il Presidente del Gabon
James Bond in vari film
Le cantanti Madonna, che l’ha utilizzata anche al matrimonio, Britney Spears, Miley Cyrus, Gwen Stefani,
La Papamobile in Vaticano
Il comico Billy Connolly
I musicisti Paul McCartney, Bruce Springsteen, Johnny Cash, Rod Stewart,
Gli sportivi Mike Tyson, Michael Phelps, David Beckham, Greg Norman, Michael Jordan,
Gli attori Peter Sellers, con una speciale versione Wood and Pickett, Jane Fonda, Michael J Fox, Jennifer Aniston, Michael Jackson (fino al funerale con il convoglio di dieci RR nere), Bruce Willis, Jack Nicholson, Meg Ryan, Angelina Jolie, Pamela Anderson, Mel Gibson, Michael Douglas, Keira Knightley, Nicole Kidman, Tom Cruise, Hilary Duff, Eva Longoria, Rachel Bilson, Kiefer Sutherland,
Jeremy Clarkson, che ha dichiarato al The Sunday Times che RR è la vettura migliore del mondo
Il Sultano del Brunei, compresa una RR placcata in oro per le cerimonie ufficiali
Richard Branson, fondatore di Virgin
La stilista Sonya Kraus
…e molti, molti altri.
Cronologia Range Rover
1966 Inizio dei lavori sul prototipo, chiamato “la station wagon da 100 pollici”
1970 Lancio della Range Rover 2 porte, poi chiamata “Classic”
1971 Premio Royal Automobile Club per le eccezionali innovazioni tecniche
1972 Primo veicolo ad attraversare il Darien Gap in Centroamerica
1974 Traversata del Sahara da ovest ad est: 7.500 miglia in 100 giorni
1977 Vittoria alla Maratona Londra-Sydney, categoria 4×4, 30.000 km di rally
1979 Vittoria alla prima Parigi-Dakar (ripetuta nel 1981)
1981 Versione a quattro porte e prima edizione limitata : “In Vogue”
1982 Diventa disponibile la trasmissione automatica sulla Range Rover
1987 Lancio in Nord America
1989 Prima 4×4 al mondo con Abs
1992 Prima 4×4 al mondo con Controllo Elettronico della Trazione (ETC)
1992 Versione a passo lungo LSE
1992 Prima 4×4 al mondo con sospensioni pneumatiche a controllo elettronico
1994 Seconda generazione, P38a
1996 Fine produzione della Classic, dopo 317.615 unità
2001 Terza generazione, L322
2002 La produzione raggiunge le 500.000 unità
2005 Secondo modello della gamma: Range Rover Sport
2006 Lancio del Terrain Response e del diesel TDV8
2010 Quarantesimo anniversario dalla nascita di Range Rover
2011 Terzo modello della gamma: Range Rover Evoque
2012 Quarta generazione, L405
2013 Seconda generazione RR Sport
2015 Quarto modello della gamma: Range Rover…
Una storia completa , da conservare per gli amanti della mitica Range Rover, scritta da un grande esperto