Salone dell’auto di Detroit

Covid anni addietro e un maxi sciopero del Sindacato United Auto Workers hanno un pò offuscato il NAIAS, il Salone dell’auto di Detroit (uno dei più importanti al mondo insieme a Tokyo). La rassegna che si svolge all’ Huntington Place si è aperta mercoledì scorso e si chiuderà domenica prossima. Presenti 35 brands (fra cui  Buick, Cadillac, Chevrolet, Chrysler, Dodge, Fiat, Ford, GMC, Jeep, Kia, Lexus, Lincoln, Ram, Toyota, Volkswagen) e poi numerosi displays riguardano Alfa Romeo, Aston Martin, Bentley, Bmw, Honda, Hyundai, Infiniti, Jaguar, Lamborghini, Land Rover, Maserati, McLaren, Mercedes, Mini, Polestar, Porsche, Rolls Royce e Volvo. Ed ancora c’è un esclusivo Exotic and Luxury Showcase ha sottolineato Rod Alberts, direttore esecutivo del Salone. Inoltre Bmw, Cadillac, Chevrolet, Ford, GMC, Tesla e Volkswagen sono in prima linea con le loro EVs nel Powering Michigan EV Experience. “Continueremo a guidare il futuro, costruendolo qui – ha detto Gretchen Whitmer, governatore del Michigan – in questa edizione definiremo il futuro della mobilità e dell’elettrificazione”. Nella giornata inaugurale si è svolto un evento organizzato dal Consolato italiano di Detroit, nell’ambito del Mobility Global Forum: in questo simposio è stato affrontato il tema dei cambiamenti nel mondo della mobilità e dei trasporti. L’Italia era rappresentata dall’ambasciatrice negli Usa, Mariangela Zappia. Hanno poi parlato anche Silvio Pietro Angori, Ceo di Pininfarina, sul tema del futuro del design, Stefano De Ponti, Ceo di Dallara che fa fatto il punto sulla crescita sostenibile e dell’innovazione mediante le gare. I Big Three, Ford, General Motors e Stellantis hanno presentato le loro novità. Fari accesi sui truck che vanno a gonfie vele negli Stati Uniti. Due i modelli year 2024, il Ford F-150 che sfoggia un inedito frontale ed una tecnologia più all’avanguardia e la seconda generazione della Jeep Gladiator che eredita molto dalla Wrangler con una griglia a sette feritoie arricchite da lamelle nere. Prevista la funzione Adventure Guide in un abitacolo che dispone di un sistema di riconoscimento vocale a mani libere con sette microfoni. La Far Out ha sotto il cofano un V6 turbodiesel da 360 cv. Inoltre Jeep ha annunciato il debutto di tre elettriche entro il 2025 (Avanger 4×4,Recon e Wagoneer S). Queste due novità non verranno importate in Europa. Audi va controcorrente mostrando nello stand la RS E-tron GT Ice Race Edition che sarà realizzata soltanto in 99 esemplari per festeggiare nel migliore dei modi il 40esimo anniversario di Audi Sport: sfoggia una linea estetica originale con un silver metallizzato e con un rivestimento in alluminio con sfumature di bianco a tutto vantaggio dell’effetto tridimensionale con un look che evoca cristalli di ghiaccio. All’interno volante in Alcantara. Il motore è il powertrain a batteria da 646 cv, prezzo ancora top secret. Arriva nel Vecchio Continente la Dodge Challenger Black Ghost da 807 cv. “La nostra storia vanta numerose muscle cars leggendarie – ha ribadito Tim KUniskis, Ceo del marchio Dodge “. Volante, sedili e porte in Alcantara/pelle Laguna con logo SRT rosso, tetto in camoscio.  “Siamo presenti a Detroit – ha rimarcato Rick Deneau, responsabile delle Comunicazioni di prodotto e marchio del Gruppo Stellantis – per offrire ai visitatori l’opportunità di fare un giro con i nostri modelli Jeep e Ram sulle piste di prova”. La prima edizione del Salone di Detroit si è svolta nel 1907 al Beller’s Beer Garden presso il Riverside Park e con cadenza annuale si è regolarmente svolto tranne nel periodo 1943-1952. Dal 1985 ebbe luogo nel Cobo Center e ha sempre acquistato importanza perchè nelle vicinanze c’erano le sedi delle Big Three, Chrysler, Ford e General Motors. Un Salone che nell’ultima edizione era stato visitato dal presidente Jo Biden il quale si era soffermato sullo sviluppo della mobilità a zero emissioni anticipando l’intenzione di investire 135 miliardi di dollari per far progredire i veicoli a emissioni zero, 900 milioni di dollari in sovvenzioni per aumentare la diffusione dei carica batterie in 35 Stati tra cui il Michigan, la realizzazione di una rete di 500 mila stazioni di ricarica. Va infine ricordato che il sindacato United Auto Workers il 15 settembre scorso ha paralizzato la produzione di GM, Ford e Stellantis e se la protesta durerà a lungo metterà in crisi i concessionari.

 

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