Sette domande a Antonio Giovinazzi. Ferrari vince la 24 ore di Le Mans.

La Ferrari 499P n. 51 vince l’edizione la mitica 24 ore di Le Mans.

Vittoria epocale domenica 11, alle ore 16, davanti a 300.000 mila spettatori, per Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi, sulla Ferrari, esattamente 50 anni dopo la sua ultima partecipazione.

(Magari giocarseli tutti questi numeri, non c’è che l’imbarazzo della scelta!)

Il team in rosso ha gloriosamente preceduto la Toyota, vincitrice delle ultime 5 edizioni e leader del Campionato del Mondo Endurance.

Terza la Cadillac, a significare l’interesse sempre maggiore delle Case Automobilistiche per queste competizioni spettacolari, con una storia infinita di eroi campioni eterni.

Prossima gara Monza, 8 e 9 luglio: si scaldino i motori !

Con l’occasione, riproponiamo un “7 domande ad” Antonio Giovinazzi di qualche tempo fa, per rileggere e scoprire meglio il pilota e l’uomo dietro questa indimenticabile prestigiosa vittoria.

  1. la tua prima auto:

La mia prima macchina è stata una Fiat 500 Abarth 695 Tributo Ferrari. È stato stupefacente! Ricordo che il primo giorno l’ho guidato per 10 ore senza sosta!

  1. Chi ti ha insegnato a guidare? 

Mio padre mi ha insegnato a guidare un’auto all’età di 5 anni.

  1. Come sei diventato un pilota? 

Mio nonno da parte di mia madre era un pilota da corsa regionale. Oltre a questo, mio padre ha notato che avevo una grande passione in generale per le auto già all’età di tre anni. Dice che sono stato in grado di riconoscere ogni marca di auto anche da una grande distanza.

Quando ho compiuto tre anni, mio padre mi ha regalato il suo primo go-kart. Prima l’ho guidato nel giardino davanti a casa , perché ero troppo giovane per le competizioni, dopo questo è iniziato tutto.

Ogni sabato e domenica pregavo mio padre di portarmi sul circuito di go-kart di Lecce che distava un’ora e mezza da casa nostra. Ho sempre ricevuto il massimo del sostegno da mio padre.

A quei tempi non era facile trovare sponsor per il go-kart, ma lui per me andava ben oltre: lavorava per un’azienda di trasporti e ogni volta che visitava alcuni clienti, prima mi menzionava e chiedeva qualche sponsorizzazione prima ancora di parlare del suo lavoro.

  1. La strada che preferisci?

La mia strada preferita è la Route de la Turbie da Monaco a Eze. È un percorso panoramico. Lo adoro.

  1. Il tuo circuito preferito?

Circuito di Suzuka in Giappone: guidarci nel 2019 è stato un momento speciale.

  1. Campioni di F1 di ieri o di oggi, chi inviteresti a cena?

Da bambino/adolescente il mio idolo è sempre stato Michael Schumacher, quindi penso che lo inviterei a cena. Intento ho già cenato con Kimi!

  1. Il momento più difficile in un GP è la partenza, oppure no?

Sicuramente è un momento cruciale: dicono che non puoi vincere una gara alla prima curva ma puoi sicuramente perderne una, ed è vero. Ho acquisito una certa reputazione nelle partenze, ma non c’è un segreto: solo tanto lavoro, studio e preparazione per essere sicuro di essere pronto a sfruttare al meglio questo momento.

7bis. Una curva che ti piace particolarmente

Ci sono tante belle curve in calendario: la Parabolica a Monza è molto difficile da fare bene, ma le Esse a Suzuka sono davvero particolari, soprattutto con le vetture che utilizziamo in questi anni. (foto di forrmula1.com)

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