Sette domande a Dino Aloi

Umorismo: « la capacità di cogliere il lato divertente delle cose anche quando a prima vista pare non ci sia nulla da ridere ».

Così recita il dizionario italiano.

Negli ultimi tempi anche Papa Francesco ha usato il termine in più di un’occasione.

Si vede che gli piace.

« Scendere dal piedistallo e non perdere il senso dell’umorismo » rivolto recentemente alla Curia romana, e prima ancora : « Lancerò il nuovo rituale con umorismo «, e si riferiva ai funerali papali , alla loro necessaria semplificazione.

Quindi benedetto umorismo !

E di umorismo parliamo con Dino Aloi.

Umoristi si nasce o si diventa ?

« Direi che si nasce, ma poi si affina con studio e conoscenza. Più termini e notizie si assimilano e più vengono spontanee associazioni »

Torinese, 59 anni, figlio di un pittore, giornalista e vignettista, editore e curatore di mostre, direttore del giornale “Buduàr”, ha creato la casa editrice Il Pennino.

E ancora collezionista e storico della satira.

In una parola Umorista.

Dino in realtà nasce all’ anagrafe Secondo, e già in questo cambio di nome c’è qualcosa di umoristico … se facciamo una crasi tra i 2 nomi infatti salta fuori Secondino!

Come vive le auto, un umorista ?

“In realtà non sono molto ferrato in auto. Spesso le distinguo dal colore. Ad esempio pensavo che la “Dino” fosse dedicata al cantante degli anni Sessanta mio omonimo, senza sospettare che fosse dedicata al figlio di Enzo”.

Ecco a voi Secondino Aloi.

Lunga vita all’umorismo.

Oggi anche con la benedizione papale !

1-La tua prima auto.

Una Renault 5 di seconda mano.

Una vera conquista per i miei 19 anni dell’epoca.

Oltretutto pagata con le mie vignette. Arrancava ma funzionava.

Ricordo che andai al Salone dell’umorismo di Bordighera

passando per il colle di Tenda.

A volte avevo paura che mi lasciasse a piedi, invece, pian pianino, arrivai a destinazione con relativo ritorno.

Forse sudavo più della macchina.

2-La tua strada del cuore.

Sono due, e combinazione entrambe in Toscana.

La prima è la statale che porta da Forte dei Marmi a Viareggio, un lungomare da percorrere molto lentamente per la bellezza del paesaggio.

Una strada dritta, a differenza

delle strade liguri, dove puoi allungare lo sguardo e cogliere attimi di serenità.

La seconda è un’autostrada, quella che conduce da Viareggio a

Lucca.

Ad un certo punto si scorge un paesaggio favoloso rivolto al lago

di Massaciuccoli.

Uno scorcio che mi ha sempre incantato. Forse son posti che frequento sin da ragazzo e per questo ritrovo una familiarità, sempre legata al mio mondo.

A Forte dei Marmi c’era un importante “Premio Satira”, mentre Lucca è la città dei Comix.

Poi ci sono sicuramente altri

posti favolosi che ho visitato, ma ho meno ricordi, meno legami familiari.

3-Viaggio in auto con vignettisti chi vorresti invitare ? Di ieri e di oggi (fantasy journey). 

Ho fatto diversi viaggi (brevi) con amici umoristi. Emilio Isca, Gianni

Chiostri, Milko Dalla Batista, Giorgio Cavallo, Franco Bruna, Alessandro

Palex Prevosto, Olivier Raynaud, Benny (Benedetto Nicolini) e molti altri.

Andando di fantasia vorrei invitare Jacovitti, personaggio sublime a cui ho organizzato una quindicina di mostre dal 1998 (l’ultima è in corso a Roma al MAXXI) ma che non ho mai avuto il piacere di incontrare.

Penso che avremmo molte cose da raccontarci e soprattutto molto da “Cazzeggiare”.

La sua visione dell’umorismo mi affascina sin da quando ero bambino.

Purtroppo ho iniziato a organizzare sue esposizioni dopo la sua scomparsa avvenuta nel 1997.

Mi restano in mente dei viaggi ideali che avremmo potuto fare.

4-E dietro la curva ?

Dietro la curva un’altra curva, se sei in Liguria o in montagna.

Così non ci si addormenta e si resta in costante allerta, evitando la noia.

In senso metaforico, che potrebbe essere inteso il “dietro l’angolo” di

Maurizio Costanzo, vedo il pericolo dell’omologazione, del politicamente corretto, principale nemico della satira, una sorta di finta uguaglianza che smussa qualsiasi asperità facendo ragionare sempre meno.

Un idilliaco paradiso dove accanto si svolgono atrocità.

Un finto collettivo dove l’uguaglianza è sbandierata come paravento, in cui tutti siamo uguali, che porta avanti il concetto che se tutti possiamo fare le stesse cose, allora nessuna cosa vale nulla perché è sostituibile.

Sembra un principio marxista ma è solo una brillante trovata del capitalismo finanziario

“spinto” in cui tutti “siete” uguali, tanto c’è qualcuno che guadagna

davvero, sopra e non accanto, senza nessuna redistribuzione delle risorse.

Tra le altre cose, i social, sembrano tendere a questo, a una funzione omologativa.

Da rabbrividire per la pochezza di contenuto.

5-Rischio o prudenza cosa contraddistingue il tuo stile di guida ? E di vita ?

La prudenza, certamente, nella guida. Andare piano per poter evitare, se possibile, di far danni, soprattutto agli altri.

La possibilità di godere del viaggio per il viaggio stesso e non per la meta.

Nella vita a volte meno.

Ho azzardato, cercando di rincorrere un sogno, quello di poter

vivere di ciò che faccio, in cui mi identifico (sono ciò che faccio),

portandomi talvolta ad azzardare, per sperare di raggiungere un obiettivo agognato (realizzare una mostra ad artisti che amo profondamente per far conoscere ad altri la bellezza di quest’arte).

L’azzardo non deve essere mai pericolo, a mio avviso.

L’azzardo migliore non è quello del tavolo da gioco ma la scommessa con te stesso, in cui, se funziona, dimostri che in fondo avevi le capacità che pensavi.

E se non riesci non è un dramma ma

una parte della farsa della vita.

In ogni caso ci vuole fortuna, quella

sempre.

Mi considero molto fortunato.

6-Dino sul sedile posteriore e Dino adulto su quello anteriore. 

Non sono ancora adulto per cui è difficile rispondere.

Devo ancora capire cosa fare da grande.

Scherzi a parte, soffrendo talvolta di panico diventa molto difficile affidarsi, per cui meglio guidare, anche assumendosi la responsabilità che comporta.

Il regista ha la responsabilità del set cinematografico, dall’attore all’operatore.

Realizzando una mostra coinvolgi soggetti diversi dall’artista alla persona che sposta i pannelli o gli scatoloni.

Tutti indispensabili per la realizzazione del progetto.

Guidando, a differenza dell’essere seduto sul sedile posteriore, hai una visione della strada e nel contempo hai la facoltà/possibilità di cambiarla, se necessita o se lo ritieni opportuno, per arrivare a destinazione.

La scelta, che gli illuminati chiamo persino “libero arbitrio”, facoltà prevista dalla notte dei  tempi e dal cattolicesimo.

7- Salga Aloi o sali Dino quella volta che ti han detto sali e…

Quando la carne era insipida, ma non sono momenti memorabili.

Indimenticabile è un altro momento. Da ragazzino in estate ero in

villeggiatura con i miei genitori a Coazze.

Con un amico volevamo andare a Giaveno, cinque chilometri, però un’oretta a piedi.

Decidemmo di fare autostop.

Si fermò un signore con una macchina sportiva che ci caricò.

Il viaggio duro pochi secondi.

Ho ancora in mente dov’era finito il mio stomaco.

Non sono fatto per la velocità me ne rendo conto.

Stessa sensazione la ricondurrei a quando provai, un’unica volta, le montagne russe, giostra bellissima da vedere da sotto, con i piedi saldi al terreno.

7bis-Una vignetta a tema auto che vuoi raccontare o ricordare…

Mi piacerebbe molto organizzare una mostra di disegni internazionali sul tema dell’auto.

Ho organizzato molte mostre di umorismo al Museo dell’auto di Torino, ma sempre su altri temi (personali di Jacovitti, Peynet e Bozzetto e una sulla storia d’Italia attraverso la satira dal 1848), ma mai una sul tema specifico.

Tra le infinite vignette  sul tema dell’auto mi viene in mente quella di Giorgio Cavallo, pubblicata su Illustrato Fiat e poi raccolta nel volume “Si fa per Sterzare”, degli anni Sessanta dove due signori, che hanno avuto un piccolo incidente, si insultano attraverso un cruciverba.

Il titolo è “Parolacce incrociate”. Geniale!

 

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